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Cosa ci fa perdere l’era di internet?

Creato il 05 settembre 2014 da Agilio @Agilioit

“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti”. Questa frase molto celebre del massimo esponente della pop art, Andy Warhol, sembra avvicinarsi e immedesimarsi alla nostra società la cui vita è “alimentata” dall”eccessivo utilizzo dei social media e dei blog il cui senso non è più quello che era stato assegnato alla loro nascita. Dalla seconda metà del XX secolo ci sono stati rilevanti mutamenti nei campi della ricerca scientifica e tecnologica divenendo così i protagonisti del mondo e soprattutto della nostra quotidianità.

C’è ancora qualcuno che non conosce i social network? Si c’è qualcuno, donne e uomini dai 60 anni in su. Non c’è bisogno di fare riferimento a ricerche per affermare che queste persone hanno un lato affettivo e morale più costante più vivido di chi ha l’età minore alla loro.

La tecnologia presenta alcuni vantaggi (l’avvento di internet è sicuramente quello più significativo) ma anche tanti aspetti negativi che hanno reso lo stesso internet un inferno, secondo lo studioso olandese Dei media: Geert Lovink Reti sociali come Facebook e Twitter ci risucchiano all’interno di una “bolla” in cui si ha l’illusione di essere tutti amici rinunciando ad apprendere i valori di un rapporto realistico con le persone non esprimendo i propri sentimenti incrociando il loro sguardo, i loro occhi. Dovremmo tutti chiederci: “ma questo mio tempo è stato utile per la mia vita?” Sembrerebbe che la domanda sia stupida e invece la sua legittimità sta proprio nel fatto che quel tempo ha fruttato quasi nulla e non si parla soltanto del Sapere che non ha avuto il suo pasto ma dell’espressione di noi verso gli altri, del comportamento deviato che comporta usare una tastiera o parlare ad uno schermo. L’uso sempre più frequente di conversazioni online (email-chat ecc….) nasconde il desiderio di avere una “vera” conversazione con un’altra persona perché ritenuta difficile dato che siamo costretti a definire “Noi stessi” e dunque la nostra vera identità.

tempo internet e1409936883620 1024x568 Cosa ci fa perdere lera di internet?

 

Tra i giovani, ma non solo, il web è diventato un vero e proprio nascondiglio dove rifugiarsi quando nella realtà si presentano ostacoli difficili da superare. In esso possiamo dar vita ad un’identità immaginaria, virtuale senza che essa venga criticata in alcun modo, vediamo tirarsi addosso qualsiasi tipo di offesa ed è la non complicanza delle conseguenze, quale può essere la replica di un’altra persona fisicamente davanti a noi nella discussione poiché nella rete si può prolungare il tempo di risposta e non si deve far ricorso alle capacità personali relazionali che distinguono i vari utenti della discussione. A questo punto mi sorge un dubbio: “Ma perché siamo così propensi a questo?” Assuefazione alla facilità di questa felicità fruibile solo per il momento stesso e semplicità di trovarsi in accordo con gli altri. In internet si sa, trovare qualcuno che sia d’accordo con te è una delle parti di difficoltà minore. I social sono diventati superficiali e incapaci di produrre un vero confronto di idee, ammorbando (brutto termine eh), incattivendo tanta gente, la vita con i suoi pericoli e tranelli è diventata quasi una questione di click, basta fare un salto su twitter o su facebook per rendersene conto, carichi di attacchi superflui e di continue lamentele senza alcun effetto e risultato: “l’incessante pioggia che investe la città”, “giornate prive di sole e quindi estenuanti momenti di agonia nell’attendere l’estate” “tazze di latte rovesciate per caso sul fondo del tavolo” sono solo alcuni degli sfoghi vanitosi e inutili con cui si utilizza il diritto di informazione e comunicazione, dunque potremmo sostenere attraverso le parole di Bill Gates che internet sta diventando la piazza del villaggio globale ricca di pregiudizi e pettegolezzi. Come i social anche i blog, che si diffondono sempre più frequentemente, dovrebbero produrre effetti positivi e trasmettere informazioni vantaggiose dando vita ad una sorta di giornale online, ma in realtà sul web ci sono alcuni blog nei quali la parola cultura non compare mai e vengono raccontate storie da cui non si può trarre alcun profitto per arricchire il proprio sapere e dunque arricchirsi. Questi modi semplici di comunicazione stanno ingannando noi stessi, pur di non sentirci soli costruiamo tecnologie che ci illudono di essere in compagnia. Bisogna ridiscutere il rapporto che si ha con questi strumenti non mescolando la realtà con il virtuale. Lasciamoci alle spalle queste piattaforme e soffermiamoci sulla Vita.


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