Magazine Cultura
L'avevo acquistato alla Fiera del Libro di Torino nel 2008,ci ero andata a vedere il piccolissimo stand di 'Giraldi Editore' di Bologna, con cui avevo pubblicato il mio 'Pane a colazione'.L'avevo dimenticato, mi è caduto a terra da un anfratto di una libreria mentre riordinavo il solito caos cartaceo di inizio Giugno,l'ho preso in mano e ho iniziato a leggerlo perche' mi pareva 'leggero'.Mi sono trovata in mano il piccolo gioiello di un giovane scrittore qui sconosciuto ai piu'.La storia è presto detta:stralunato girovagare/permanere di uno straniato personaggio senza eta',forse giovane, in una ipotesi di Parigi che sta bucandosi come una gruviera.Proprio cosi'.Si aprono crepe dappertutto, la citta' è un colabrodo,non c'è scampo.Il nostro eroe trova un senso e una dolcezza intima nell'accudire un povero piccione maleodorante,nel coltivare un ravanello spuntato da una piccola fessura dell'asfalto,nella solidarieta' con Jeff,barbone certo. Cosa distingue il nostro dai tanti antieroi novecenteschi, Charlot,o Marcovaldo, o il Guizzardi di Celati?Mi pare lo stacco nel percorso:lui è arrivato in fondo,gli altri erano a meta' strada.In fondo alla consapevolezza della fine di una civilta', del tracollo di un'epoca,in fondo alla sua/nostra riserva di energie.
p.18: '.......Solo quando la terra sprofonda capiamo quello che sopporta.Le nostre idiozie e tutto il resto fanno pur sempre un certo peso.In confronto l'Oceano non sopporta niente,o comunque non un granche',questa è la differenza................tutto ci è dovuto,o almeno quello che crediamo.Ci sono cose che non sono negoziabili,un minimo garantito per cui ci piacerebbe non dover tornare di continuo.Ben poco, in realta',l'amore e l'acqua fresca,il sorriso della panettiera e un po' di pane croccante...ma tutto cio' ha senso solo se il pavimento è solido..'
Joel Egloff'Cosa ci faccio seduto qui per terra'Instar libri