Magazine Maternità
Ma da quando siamo tornate è la disperazione più completa.
Mia.
Non mi ascoltano nemmeno se ingoio un altoparlante, se minaccio, se terrorizzo, se parte qualche sberla per la disperazione o la stanchezza, se butto i giochi, se do fuoco alle Barbie, se mi faccio monaca di clausura, se ballo nuda per casa, se prometto onori e ricchezze, se pago, se premio, se punisco, se rido, se piango, se urlo, se faccio lo sciopero del silenzio, se sforno dolcetti, se propino minestre.
Insomma, ultimamente non mi caga di striscio nessuna figlia.
Il giorno del rientro, appena a casa, Nonna M. (che ha sempre da dire che sono troppo esigente, ma dopo due settimane passate insieme alle tre terminator ha capito qualcosa della mia fatica perenne) ha fatto promettere alle bimbe che mi avrebbero ascoltato e aiutato.
Io stavo già ridendo a crepapelle.
Non perchè le bimbe hanno promesso di farlo, ma perchè la nonna ha creduto loro.
Appena ho chiuso la porta è iniziato l'ammutinamento completo.
Ultimamente il litigio tra le sorelle grandi impazza. Si menano ogni tre per due. Urlano. Si lanciano oggetti. Si contendono giochi, vestiti. penne, posti a sedere a tavola, respiro materno.
Nanà è invece posseduta da una gelosia senza precedenti.
Usare la parola "cozza" è un eufemismo.
E in tutta questa cagnara riuscire a far fare loro le cose più semplici e basilari della routine quitidiana, come lavarsi i denti o le mani, vestirsi, transitare da una stanza all'altra, fare i compiti, guardarmi mentre parlo a gesti, è diventata una mission impossible.
Ogni ora circa mi riprometto di stare calma, non arrabbiarmi, non urlare, respirare profondamente, sorridere, tentare la via diplomatica... e dopo trenta secondi sono già con la giugulare che sta uscendo, gli occhi iniettati di sangue, i capelli dritti, la gastrite e i vicini di casa che tentano di insonorizzare le pareti.
Sono tre giorni che lotto contro i mulini a vento, tanto da arrivare a decidere di minacciarle di prelevare soldi dal loro salvadanaio ogni volta che avrebbero disubbidito, non ascoltato o una delle tante geniali e subdole manovre che sfoderano in questi giorni e che puntano al mio ricovero in neuropsichiatria.
Logicamente non ho potuto attuare la strategia o sarei diventata la figlia di Onassis in brevissimo tempo e loro sarebbero sul lastrico.
E poi non ne sarei capace.
Quando Canterina, durante la S. Messa domenicale si propone di mettere le sue monetine nel cestino delle offerte, io tento sempre di dissuaderla, offrendole le mie, ma lei, generosa all'infinito, vuole a tutti i costi usare i suoi soldi. Perchè si sente grande. E forse perchè non li guadagna ancora con il sudore della sua piccola fronte.
In ogni caso lei dà col cuore.
Io la lascio fare, chiedo quanto ha messo e poi, di nascosto, le rimetto l'equivalente nel salvadanaio.
In ogni caso sono devastata.
Sono appena tornata dalle vacanze e mi ritrovo a pensare che me ne servirebbero altre...
Sabato mattina, le bimbe partiranno per due settimane da passare al mare con il papà.
Avrò tutto il tempo che voglio, ho già una lista di cose da fare lunga un chilometro (che non finirò mai...), il silenzio regnerà sovrano, scandirò le giornate con i miei ritmi, mangerò sul divano guardando il telegiornale, potrò godermi qualche bella lettura anche notturna come piace a me e...
... E l'unica cosa che riesco a pensare è che mi mancheranno un casino!
Ogni tanto ci vuole del tempo da dedicare a se stessi (o alla propria casa) senza nessuno che scandisca i battiti.
Spesso sono alla ricerca di un po' di silenzio dove ritrovarmi e cercare qualche pezzo perso per strada, dove osservarmi per conoscermi più a fondo.
Preziosi sono quei momenti in cui puoi fare qualcosa che non potresti fare con le bimbe appresso o di incontrare qualcuno a cui non riusciresti a dedicare del tempo se non fossi sola.
Ma alla fine mi ritrovo sempre ad attendere con ansia il momento in cui potrò riabbracciare queste esuberanti, irriverenti, disubbidienti, chiassose, vivaci, adorabili, meravigliose creature che sono le mie tre principesse.
Perchè io sono io, ma senza di loro non sarei così.
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