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Credete che per ottenere una medaglia alle Olimpiadi servano esclusivamente anni di duro allenamento? Beh, la risposta è: “Non solo”. Per arrivare al podio e, in generale, per raggiungere qualsiasi obiettivo nella vita è indispensabile avere anche un cervello ben allenato e orientato al risultato.
Avete osservato il video introduttivo? Se sì avrete notato che le saltatrici, prima della loro performance, hanno visualizzato esattamente il loro salto, hanno immaginato nei minimi particolari come doveva essere e poi…lo hanno realizzato. Hanno dunque preparato la loro mente al successo e lo hanno fatto talmente bene da ottenere il risultato sperato.
Magia? Assolutamente no. Si tratta di qualcosa che è noto anche al senso comune (vedi il detto “Volere è potere”) ma che il più delle volte dimentichiamo. Esemplificativa è anche una frase di Anton Cechov che diceva: “L’uomo è ciò in cui crede“.
Facciamo un esempio che ha a che fare con la nostra quotidianità. Vi sarà capitato che qualcuno vi chiedesse di prendere una determinata cosa, magari su uno scaffale e che voi, trovandovi lì davanti, diceste: “Non lo vedo proprio, qui non c’è. Non riesco a trovarlo”. Sarà anche capitato che subito dopo questa persona vi raggiungesse, prendesse magicamente l’oggetto in questione rimproverandovi un po’ e dicendo: “Ma ce l’avevi proprio qui, davanti agli occhi. Come hai fatto a non vederlo?”.
Perché non l’avete visto? Perché avete istruito il vostro cervello a eliminarlo dal campo visivo proprio ripetendovi “Non lo vedo, non lo trovo. Qui non c’è”.
Lo stesso dicasi quando ci diciamo di essere sfortunati e crediamo fermamente che le cose andranno male: beh, possiamo star certi che si verificherà il peggio. Possiamo dunque parlare di “profezia che si autoavvera” perché le nostre convinzioni più profonde sono come dei comandanti per il nostro cervello e lo dirigono esattamente verso la realizzazione di ciò che ci siamo prefigurati. Le frasi che ripetiamo al nostro cervello possono rappresentare dei limiti, dei veri e propri blocchi per la nostra esistenza o, al contrario, enormi potenzialità. Dipende esclusivamente da noi. Se siamo convinti del fatto che falliremo non saremo incentivati ad utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione e l’insuccesso sarà assicurato. Poiché poi il fallimento genera altro fallimento, non faremo che potenziare la nostra credenza originaria in un circolo vizioso senza fine.
Al contrario, l’idea di poter raggiungere il risultato sperato ci consente di attingere a tutte le nostre potenzialità per ottenere il massimo dalla performance intrapresa. Questo ovviamente non vuol dire che saremo esonerati dagli insuccessi o dalle difficoltà, ma che proprio in quei momenti dovremo continuare a credere nella capacità di riuscita e così nel tempo riusciremo ad ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Per concludere, ecco 7 regole per il successo:
1) Tutto quello che succede ha una ragione e uno scopo e possiamo servircene. Qualcosa non è andato come volevamo? Come possiamo volgere a nostro favore una situazione che ci appare sgradevole? Cosa possiamo imparare? Quali potenzialità possiamo scorgere?
2) Non c’è nulla di simile al fallimento, ci sono solo risultati. Gli errori possono rappresentare delle grandi opportunità se impariamo da questi. Pensate che Edison abbia creato da un giorno all’altro la lampadina o piuttosto che via sia arrivato per prove ed errori?
Immaginate che qualcuno vi bendi, vi porti in un posto che non conoscete, vi chiuda una stanza e vi chieda di trovare l’uscita. Probabilmente sulla prima parete che toccherete non troverete una porta ma sarà grazie a questo risultato che potrete pian piano dirigervi verso l’uscita. Sciocco sarebbe invece continuare a restare sulla stessa parete senza rendersi conto che bisogna cambiare strada.
3) Qualsiasi cosa accada, assumetene la responsabilità. Assumere la responsabilità delle proprie azioni, degli insuccessi oltre che dei successi, è prova di grande maturità e permette di esercitare il potere.
4) E’ necessario comprendere le cose per essere in grado di servirsene. Questo non vuol dire conoscere tutto di tutti ma conoscere ciò che è essenziale per il raggiungimento del nostro obiettivo.
5) La gente è la nostra massima risorsa. Gli individui di successo sono in grado di lavorare in squadra, di usufruire delle potenzialità del team e hanno massimo rispetto degli altri.
6) Il lavoro è gioco. Le persone di successo amano ciò che fanno e quasi non ne percepiscono la fatica. Quando il lavoro è considerato un mero onere, difficilmente diventerà qualcosa di più.
7) Non c’è successo duraturo senza impegno. Non si possono ottenere grandi risultati senza costanza, determinazione e tenacia.
E ora tocca a voi. Pensate di non aver allenato abbastanza il vostro cervello? Bene, è arrivato il momento di cominciare.
Tanto successo a tutti!
Fonte: A. Robbins, Come ottenere il meglio da sé e dagli altri, Tascali Bompiani, Milano 2006