di David Rose
5 Dicembre 2010
http://www.dailymail.co.uk
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com
Un anno fa, poco prima dell'apertura del vertice mondiale ONU sul clima di Copenaghen, il British Meteorological Office aveva pubblicato una previsione quasi certa. La temperatura media mondiale per il 2010, aveva annunciato, avrebbe dovuto essere di 14,58°C, la più calda mai registrata - un molto preoccupante 0,58°C sopra la media del 1961-1990. Le temperature mondiali, andava avanti, si sono bloccate inesorabilmente in un trend sempre in salita:"Le nostre previsioni sperimentali per decade confermano le precedenti indicazioni che circa metà degli anni 2010-2019 saranno più caldi dell'anno più caldo osservato finora, il 1998."
I funzionari del Met Office si vantavano apertamente di sperare, attraverso le loro dichiarazioni, di convincere l'assemblea di Copenaghen a imporre nuovi e stringenti limiti alle emissioni di carbonio, un obiettivo che non era stato rispettato.
La scorsa settimana, nel mezzo di un altro gigantesco festino climatico delle Nazioni Unite con 15.000 delegati, tenutosi questa volta nello splendore tropicale di Cancun in Messico, il Met Office lo ha affermato nuovamente. Non importa che la Gran Bretagna, come avvenuto lo scorso inverno e quello prima, fosse immersa nella morsa di un'ondata di freddo, che ha visto diverse temperature precipitare a meno 20°C, e che questo 2010 sia stato il più freddo dal 1996. A livello globale, esso insisteva, il 2010 era ancora in corsa per essere il primo o il secondo anno più caldo dall'inizio delle rilevazioni correnti.
La morsa del gelido inverno: guidatori e pedoni lottano nella tormenta del Kent la scorsa settimana
Ma, sepolta in mezzo ai dettagli di quelle due affermazioni del Met Office nei passati 12 mesi, giace una notevole marcia indietro con enormi implicazioni, non solo per il Met Office, ma per il dibattito sul cambiamento climatico nel suo complesso.
Letta attentamente insieme agli altri dati ufficiali, essa nasconde una verità che, per alcuni, parafrasando l'ex Vicepresidente degli Stati Uniti, è davvero scomoda: negli ultimi 15 anni il riscaldamento globale si è fermato.
Questo non significa che non stia avendo luogo. L'ortodossia della scienza climatica, come promulgata da organismi quali l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite e la Climatic Research Unit (CRU) dell'Università di East Anglia, afferma che le temperature sono aumentate e continuano ad aumentare di pari passo con l'aumento della CO2 nell'atmosfera e, non sbagliarti, con la rapida industrializzazione della Cina e dell'India, i livelli di CO2 hanno continuato a salire.
Secondo l'IPCC e i suoi modelli al computer, senza un taglio enorme delle emissioni il mondo è destinato a diventare tra i due e i sei gradi più caldo nel corso del XXI secolo, con conseguenze catastrofiche. La scorsa settimana a Cancun, nel tentativo di influenzare i paesi più ricchi ad accettare di elargire immediatamente 20 miliardi di sterline a quelli poveri per compensare gli effetti del riscaldamento, lo statunitense International Food Policy Research Institute aveva avvertito che la temperatura globale sarebbe stata più alta di 6,5 gradi entro il 2100, con una conseguente impennata dei prezzi dei prodotti alimentari ed un calo della produzione. La matematica non è complicata. Se il pianeta diventerà sei gradi più caldo entro la fine del secolo, dovrebbe essere sempre più caldo di 0,6 gradi ogni decennio; se diventerà più caldo di 2 gradi, allora salirà 0,2 gradi ogni dieci anni. Fortunatamente non è così.
Gelido inverno:
Una donna e una ragazza seduti sotto un albero su una panchina in Sud Weald Park, Brentwood, nell'Essex, questa settimana
Esse salgono un po, poi scendono un po, ma quelle piccole salite e discese sono ad un livello inferiore del margine di errore conosciuto dei loro sistemi di misura. Non hanno alcun significato statistico e non rivelano nessuna prova di qualsiasi tendenza. Quando il Met Office pubblicò questa predizione del dicembre 2009, ci si aspettava chiaramente un picco El Nino ancora più grande di quello di accaduto nel 1998 - così grande che avrebbe trascinato in alto la media del decennio. Ma, benchè abbia ancora provato con successo ad influenzare i titoli dei media durante la conferenza di Cancun la scorsa settimana, dicendo che il 2010 potrebbe concludersi come l'anno più caldo, la stampa minore rivela la marcia indietro del Met Office. Lo scorso anno aveva previsto che la media del 2010 sarebbe stata 14,58°C. La scorsa settimana questa è stata ridotta a 14,52°C. Ciò potrebbe suonare come non molto. Ma se consideriamo che, dal resoconto del Met Office, l'aumento complessivo delle temperature mondiali dal 1850 è stato inferiore a 0,8 gradi, questa è una gran cosa. Soprattutto, significa che il trend rimane piatto. Nel frattempo, secondo un'analisi di ieri di David Whitehouse del Global Warming Policy Foundation, il 2010 ha avuto solo due mesi insolitamente caldi, marzo e aprile, quando El Nino era al suo apice. I dati di ottobre alla fine dell'anno scorso suggeriscono che, quando sarà calcolata la cifra finale, il 2010 non sarà l'anno più caldo di tutti, ma al massimo il terzo più caldo, dietro al 1998 e al 2005. Non si contesta che il mondo sia diventato un po più caldo per un periodo nel corso del XX secolo (tra il 1940 e i primi anni settanta le temperature effettivamente calarono). Ma a poco a poco, il presunto costante "consenso" scientifico riguardo al senza precedenti innalzamento di temperatura, che è destinato a continuare verso livelli disastrosi, e che è tutta colpa degli esseri umani, comincia a sfilacciarsi.
All'inizio di quest'anno, un articolo di Michael Mann - per anni un protagonista dell'IPCC, e l'autore del famoso 'grafico hockey stick' che mostrava le temperature piatte per 2000 anni fino al recente aumento vertiginoso - ha fatto una straordinaria ammissione: che, come i suoi critici hanno sempre sostenuto, c'era invece stato un 'periodo caldo medioevale' intorno all'anno 1000 dC, quando il modo doveva essere più caldo di quanto lo sia adesso. Altre ricerche stanno iniziando a mostrare che i cambiamenti ciclici nel vapore acqueo - un gas serra molto più potente del biossido di carbonio - possono spiegare gran parte del riscaldamento del XX secolo. Anche Phil Jones, il direttore del CRU al centro dello scandalo 'Climategate' del rilascio delle email dello scorso anno, fu costretto ad ammettere, in un'intervista online alla BBC poco notata, che, dal 1995, era avvenuto un 'riscaldamento non significativo statisticamente' .
Uno di quei messaggi di posta elettronica trapelati, datato ottobre 2009, fu di Kevin Trenberth, capo dell'analisi climatica del National Centre for Atmospheric Research del governo degli Stati Uniti e autore principale dell'IPCC sulla scienza del cambiamento climatico all'interno dei suoi monumentali rapporti del 2002 e del 2007. Egli scrisse:"Il fatto è che, al momento, non possiamo spiegare la mancanza di riscaldamento, e questa è una parodia che non possiamo ammettere."
Dopo il rilascio, Trenberth affermava ancora che il mondo si stesse riscaldando a causa della CO2, e che la 'parodia' non era la 'pausa' ma il fallimento della scienza nel darne una spiegazione.
La questione che sta ora emergendo, sia per gli scienziati climatici che per i politici, è semplice. Quanto deve essere lunga una pausa prima che la tesi che il mondo si stia riscaldando a causa delle attività umane inizi a crollare?
link articolo originale: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1335798/Global-warming-halted-Thats-happened-warmest-year-record.html
Il festino di Cancun
In un articolo del Telegraph del 29 Novembre scorso gli scienziati allarmisti del global warming chiedevano per noi il razionamento di cibo, viaggi e consumo di energia...e intanto loro se la sono spassata a Cancun