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Cosa faro' da grande : una domanda senza eta'

Da Colorefiore @AmoreeDintorni
COSA FARO' DA GRANDE : UNA DOMANDA SENZA ETA'
"Uno dei primi segni di un sentimento inferiore e' la perdita di contatto con cio' che si sente.La materia,la sostanza della funzione sentimento sono di solito i sentimenti (per quanto essa valuti anche pensieri e sensazioni). Ma quando la funzione sentimento e' inferiore e se ne va,per cosi' dire,sottoterra,con essa se ne va anche quella capacita' di orientarmi consapevolmente rispetto a cio' che sento,cio' che voglio,che mi piace e cosi' via,e resta invece una generica aridita' nei confronti di me stesso e degli altri,seguita da indiscriminate reazioni complessuali : ogni sorta di sentimenti fuori luogo,lacrime nel momento sbagliato,scherzi contorti,devozioni ed entusiasmi strani,giudizi di valore che serpeggiano la' dove non servono; oppure generiche ed indifferenziate oscillazioni di umore: o generica esaltazione o generica depressione".
Da bambini la gente ci chiede: "Che cosa vuoi fare da grande?". A quell'età di solito abbiamo molti sogni: vogliamo andare sulla luna, imparare a guidare l'aereo più veloce del mondo, salvare le specie di animali in pericolo o fare qualche scoperta scientifica brillante che trasformerà la vita degli esseri umani. Non siamo ancora abbastanza grandi per preoccuparci del mercato del lavoro e di far quadrare il bilancio per mantenere noi stessi e la nostra famiglia. Abbiamo soltanto i nostri sogni, con la certezza segreta di essere unici e di avere qualcosa di molto speciale da fare nella vita. Anche se i nostri genitori hanno dei sogni diversi dai nostri, noi conosciamo bene la differenza tra i loro e i nostri. Da bambini siamo ancora in grado di sentire la voce dell'anima.
Crescendo, le cose cambiano. Le persone ci dicono: "Faresti meglio a cominciare a pensare a cosa vuoi fare nella vita. Come farai a guadagnarti da vivere?". Non è più il momento di sognare, dobbiamo affrontare la realtà e pensare a come sopravvivere nel mondo. La sensazione interiore di essere speciali si affievolisce di fronte all'evidenza schiacciante dell'elevato tasso di disoccupazione, della concorrenza spietata per ogni posto di lavoro vacante e degli alti e bassi economici, che ci fanno sentire fortunati se abbiamo un'occupazione, qualunque essa sia. E se siamo insoddisfatti di questo lavoro o lo perdiamo, ci sentiamo avviliti, privi di valore e incapaci di fidarci dei nostri sogni e delle aspirazioni più profonde perché potrebbe anche non esserci un altro lavoro. Ma anche se ci fosse, forse già da tempo abbiamo perso quel collegamento interiore che può dirci cosa fa cantare il nostro cuore e ridarci la sensazione di avere qualcosa di molto speciale da fare nella vita.
Questa pubblicazione astrologica riguarda la sua vocazione: ha lo scopo di aiutarla ad avere un'idea delle cose in cui potrebbe riuscire bene e di quelle che potrebbero essere adatte a lei, in modo che la sua vita lavorativa abbia un senso e nel contempo le dia anche un compenso economico. Se sta cercando una direzione, l'astrologia può aiutarla a trovarla e, se l'ha già trovata, può esserle d'aiuto nel confermarla e magari migliorarla. Il termine "vocazione" proviene dalla parola latina che significa "chiamare". Avere una chiamata indica che c'è qualcosa di più profondo in noi, il Sé o l'anima, che conosce il vero motivo per cui siamo qui. Oggi si usa il termine "vocazione" soprattutto per coloro che sentono una chiamata religiosa. Le sfide e i problemi di un mondo in continuo cambiamento, con le sue scoperte rapide e sconvolgenti e i suoi mutamenti politici ed economici, ci spaventano e distolgono la nostra attenzione dall'importanza interiore di ciò che facciamo nella vita. E così molte persone si sentono prive di orientamento o insoddisfatte del loro lavoro, anche se hanno un ottimo stipendio. Pochi di noi hanno la sorte di ereditare una grossa fortuna, la maggioranza deve invece guadagnarsi da vivere. Il lavoro, così come le relazioni umane, occupa un posto centrale nella nostra vita e buona parte delle nostre ore di veglia; ciò nonostante non riusciamo a pensare partendo dal centro verso la periferia, ossia a concentrarci prima su ciò che noi siamo e che ci ispira, per poi cercare gli strumenti adatti a noi nel mondo esterno. Noi pensiamo invece partendo dall'esterno verso l'interno, concentrandoci su ciò che gli altri, o le nostre insicurezze segrete, ci dicono che è possibile. Non siamo stati educati a conoscere e a fidarci di noi stessi e delle nostre capacità, bensì a conoscere soltanto i limiti della realtà esterna, così ce la mettiamo tutta per modellarci secondo questa realtà e adattarci a questi limiti.
Dal momento che il tema natale è personale, l'astrologia c'insegna che ogni individuo possiede una natura e una serie di capacità uniche. Anche se l'oroscopo non può dirci quale azienda ci offrirà un lavoro oppure quale stipendio riceveremo, ci può aiutare però a capire che, se desideriamo che la nostra vita abbia un senso, dobbiamo esprimere nel mondo esterno almeno parte di ciò che siamo dentro di noi. Nessun lavoro è perfetto e ognuno di noi deve scendere a compromessi. Ciò che conta è che quello che facciamo ci metta in relazione con qualcosa di speciale dentro di noi, qualcosa che ci faccia sentire utili e ci spinga ad offrire il meglio di noi stessi alla vita. Le indicazioni dell'astrologia non sono letterali e specifiche, bensì simboliche e psicologiche: ci indicano i campi della vita che ci ispirano, i bisogni della nostra anima e i limiti personali che segnano i confini di ciò che siamo in grado di raggiungere nello spazio di una vita. Non possiamo diventare altro da ciò che siamo e nessun essere umano contiene in sé tutte le possibilità: ognuno di noi riesce bene in cose diverse. La giusta combinazione di realismo e fede in noi stessi ci permetterà di sentire che la nostra vita ha un senso e vale la pena viverla.
Per utilizzare al meglio le indicazioni astrologiche presentate in questa pubblicazione, è importante ricordare tre cose. Prima di tutto, che una solida comprensione dei propri bisogni, potenzialità e limiti è molto più importante dei fatti e delle statistiche che ci presenta il mondo esterno. Ciò non significa che tali dati non siano importanti, ma che anche se esistesse un solo posto di lavoro e quattrocento candidati, noi possediamo più potere di quanto crediamo per creare la nostra realtà. Se questo lavoro è veramente quello giusto per noi e se siamo disposti a seguire la preparazione e la formazione necessarie, in qualche modo e in qualche luogo lo otterremo ad un certo punto della vita. Poi, non dobbiamo aver paura di tentare: provare, fallire e ritentare è molto più importante che non tentare affatto, poiché così possiamo imparare dai nostri sbagli molto di più che dai nostri successi. Può anche essere importante capire perché inconsciamente andiamo in cerca dell'insuccesso oppure non cogliamo le occasioni. Molte persone sono sfortunate non per una mancanza di capacità, ma perché a livello inconscio sono profondamente convinte di non meritare di sentirsi realizzate. Comprendere noi stessi più profondamente può aiutarci a distinguere tra i limiti reali e l'inutile autosabotaggio. Infine, bisogna ricordare che una carta del cielo non può di per sé crearci le opportunità, così come una mappa stradale non può farci fare un viaggio. Un tema natale ci può indicare la direzione e incoraggiarci a manifestare i nostri valori più grandi e i nostri sogni più cari, ma ogni individuo deve prendere la decisione di partire. Se rifiutiamo per paura o per cinismo, rimanendo seduti sulla soglia di casa a rimpiangere ciò che avrebbe potuto essere, non possiamo dar la colpa del nostro scontento all'astrologia o al mondo.
(Introduzione di "Professione e vocazione", di Liz Greene)
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