Magazine Diario personale

Cosa ho detto alla Lepolda 6 su Anas e Roma

Creato il 13 dicembre 2015 da Cristiana

Qui trovate le cose che avevo scritto e tutto quello che volevo dire. Anche quello che all’ultimo ho tagliato per mancanza di tempo.

Faccio parte anche io di quelli che hanno più capelli bianchi di 6 anni fa e faccio parte di quelli che se 6 anni fa gli avessero detto che avrei fatto parte del consiglio di amministrazione della più grande stazione appaltante d’Italia e la mattina (rigorosamente prima delle otto) avrei scambiato sms con il presidente del consiglio (dove regolarmente gli faccio la lista delle cose su cui NON sono d’accordo) non ci avrei creduto.

Faccio parte di quelli che non possono più lamentarsi che le cose non funzionano perché è anche mia responsabilità che funzionino. Anas, come molte aziende pubbliche statali e municipalizzate, non è stata governata come un bene comune ma come una vacca da mungere e far mungere, umiliando profondamente lo Stato.
Il fatto stesso che tutti la definiamo “una stazione appaltante” e non un’azienda pubblica di cui andare orgogliosi che si occupa di manutenzione e progettazione è un problema.
Chi mi conosce sa quanto consideri sfidante poter contribuire a cambiare l’idea che abbiamo delle aziende pubbliche come luoghi imbolsiti e inefficienti. Io non ci credo che un’azienda pubblica non possa funzionare. Non funziona se le persone vengono assunte senza criterio. Se i CV arrivano dall’alto e non dal basso, cioè dal merito e da una selezione fatta da professionisti. Io non ci credo che Anas, come le molte municipalizzate delle nostre città, non possano essere efficienti. NON ci credo.
Anas è un’azienda con una storia di quasi un secolo che gestisce 25000Km di strade e deve diventare il luogo virtuoso dove riportare la progettazione e che deve mantenere le strade del Paese. Guardate in Sicilia quanto sono importanti le strade e sono orgogliosa che in pochissimi mesi siamo riusciti a ricollegare Catania e Palermo. Lo abbiamo fatto. Delrio ne sa qualcosa.
Anas non deve più essere il luogo metafisico dove si distribuiscono appalti agli amici degli amici.

Per fare questo bisogna fare pulizia. Pensate che basti cambiare un CDA?

Non basta. Siamo appena arrivati e abbiamo fatto ruotare quasi tutti i capo compartimento sui territori (Dovrebbe essere una regola in tutte le aziende pubbliche) In alcuni casi purtroppo la magistratura è arrivata prima di noi. Un esempio? La cosiddetta Dama Nera nei giorni in cui è stata arrestata era stata giudicata ultima tra i dirigenti durante un assessment che abbiamo fortemente voluto su tutti i dirigenti di prima fascia. Aveva vinto anche un premio come responsabile della trasparenza.

Abbiamo stravolto le procedure sul contenzioso dove si annidava la corruzione.

In ultimo, in questi giorni il presidente Armani ha nominato un responsabile delle risorse umane che avrà il compito di ricostruire e dare dignità al patrimonio umano che compone Anas. Parliamo di 6000 persone. Il cambiamento deve coinvolgere tutti a tutti i livelli. Dovranno fare carriera le persone che se lo meritano, non quelli il cui CV è segnalato da qualche parlamentare. E qualcuno, ancora, dovrà andare via, tenendo conto (questo che si sappia) che mandare via le persone anche quando lo meritano non è facile e genera cause di lavoro quasi sempre perdenti per l’azienda.
Stiamo facendo sul serio: generiamo valore umano per dare valore ad un’azienda di Stato e rendervi tutti orgogliosi delle quota tasse che pagate.Sapete tutti che quando ho accettato l’incarico di consigliere in Anas (per la cronaca continuo a lavorare in Fiat Chrysler) mi sono dimessa dalla Direzione Nazionale perché penso che chi ha incarichi in aziende pubbliche non debba avere incarichi in un partito. Voglio che un sindaco di Forza Italia o del M5S che ha strade da segnalarci sul suo territorio possa pensare a noi come i suoi servitori e non come una controparte. Resto una militante iscritta al PD, non ci dobbiamo vergognare di considerare la politica una cosa bella e due parole su Roma le devo dire.
Non è un segreto per nessuno che non volevo che le cose a Roma finissero come sono finite perché pur riconoscendo tutti i limiti e le difficoltà del momento, vedevo con chiarezza che si stavano scardinando alcuni schemi di potere perché faccio parte di chi da anni lo denuncia.

A proposito di generazione Leopolda…la chiusura di Malagrotta, la più grande discarica di Europa, è stata festeggiata in questo luogo due anni fa! Se non lo rivendichiamo qui dentro quel fatto non abbiamo capito nulla. Ex presidenti di Ama anche della cosiddetta nostra “parte” sono stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere per quella roba lì. Estella Marino non è una marziana, è qui seduta in mezzo a voi anche se non ha firmato le dimissioni per fare cadere Marino.

Marta Leonori che ha fatto la guerra ai cartelloni abusivi e spostato i camion bar non è certo una renziana e non è qui, era la direttrice di Italiani Europei per capirci, ma lei siamo noi. Non è che serve venire alla Leopolda per essere i renziani che volevamo essere alla prima Leopolda, non è mica una religione e qui mica battezziamo la gente. Mi sento molto più affine a Marta che ad alcuni che ho visto qui saliti sul carro.

E penso ai molti presidenti di Municipio, ad alcuni consiglieri uscenti di cui ho dimenticato da dove vengono. Avrei solo voglia di chiedergli: dove andate? Dove andiamo adesso tutti insieme?

A Roma, scusami Orfini, sono ancora tutti lì. Se vuoi ti faccio una busta con i nomi dei candidati al consiglio comunale. Sono già stati tutti decisi corrente per corrente e si è messo in conto anche di perdere. Capite? Non si sta pensando a come vincere a Roma, ma a come piazzare il nomi dei consiglieri in caso di sconfitta.
Guardate…non è vero che Roma è persa. Gli anticorpi di mafia capitale li contiene di più il PD romano che il M5S, Marchini e la Meloni tutti quanti messi insieme. Bisogna solo che invece di cercare qualcuno che dica “Quando sarò sindaco…” mettiamo a sistema una frase più bella: “Quando saremo sindaco…” forse Ignazio Marino, se devo fargli un appunto, ha peccato in questo.
A Roma dobbiamo rottamare i vecchi schemi che anche se non hanno risvolti penali, li annidano i risvolti penali, come la polvere e quindi generano allergie. Guardate io non mi lamento se Rutelli e Bassolino pensano di essere ancora le uniche speranze per Roma e Napoli. Basterebbe parlare coi romani e coi napoletani per sapere che non è così.
Nicodemo, dove sei? Candidati alle primarie di Napoli. Matteo non ha chiesto il permesso di candidarsi alle primarie di Firenze, anzi….Lo dico a te in modo simbolico perché dicendolo a te lo dico a tutti noi.

Se vogliamo governare a Roma dobbiamo proporre uno schema nuovo: qualcosa che si sia opposto alle dinamiche da salotto degli ultimi venti anni, scusatemi, lo so che alcuni, forse molti di loro sono qui. Ve lo dico: avete fatto il vostro tempo. Se avete fatto il piano urbanistico negli anni 90, se avete derogato la discarica di Malagrotta per anni, se il vostro braccio destro, i vostri assessori, i vostri segretari sono stati coinvolti in Mafia Capitale …il vostro tempo è finito. Adesso è il nostro tempo. E quando saremo sindaco (…) prenderemo molto sul serio che quel mandato sarà un mandato breve, sarà una delega di fiducia, un atto di amore, un cammino comune con la città, una condivisione di destino. I romani devono sapere che se c’è qualcuno per “fare pulito” e per governare con una visione a Roma non è il M5S, siamo noi. Quelli che da anni combattono per un partito democratico pulito, la maggioranza, dove questo noi che utilizzo non sta per renziani. Sta per tutti i bravi amministratori di Roma perché poi della città bisogna avere anche una visione comune ed avere l’umiltà di mettere a terra quell’arte del rammendare di cui parla Renzo Piano.
Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. “Adriano Olivetti”. Ecco Anas e Roma sono utopie oggi che devono diventare propositi, e se non lio diventano qui, nel luogo dove vogliamo parlare di terra degli uomini…dove altrimenti.


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