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Cosa Insegna la Chiusura di Popcorn Time

Creato il 28 ottobre 2015 da Pedroelrey

Come pro­ba­bil­mente molti ormai sapranno, chiude Pop­corn Time, un caso desti­nato a restare nella sto­ria dello strea­ming e della disci­plina del copy­right online. Pro­ba­bil­mente l’ennesimo mar­tire alla gogna di una scri­te­riata lotta alla pirateria.

A pochi giorni dal lan­cio di Net­flix in Ita­lia, si chiude su scala inter­na­zio­nale un’esperienza simile, per certi versi ante­si­gnana, ma soprat­tutto indi­pen­dente. Nel cimi­tero dei pro­getti che hanno fatto la sto­ria dell’ormai con­so­li­dato para­digma digi­tale e sociale della con­di­vi­sione, di cui sono frutto e pro­mo­tori i social media, Pop­corn si col­loca a pieno titolo in buona com­pa­gnia di illu­stri pre­de­ces­sori come Nap­ster e Megau­pload.  Sto­rie diverse che hanno visto lo stesso epilogo.

Un pro­getto vin­cente e un con­senso ple­bi­sci­ta­rio che si con­clude con una chiu­sura per pre­sun­zione di ille­ga­lità. Troppo facile asse­rire che si tratti di dif­fu­sione ille­gale di mate­riale pro­tetto da copyright.

La rete pul­lula di con­te­nuti di ogni genere, la cui pro­du­zione [pen­siamo alle atti­vità di “rip­ping” di film e musica] ha ragione di rite­nersi atto di vio­la­zione del diritto d’autore. I sistemi di cui sopra sono sistemi, con diverse sfac­cet­ta­ture, di esclu­siva distri­bu­zione. Luo­ghi in cui si incon­trano domanda e offerta di utenti che non sono in alcun modo [se non even­tual­mente a titolo per­so­nale] legati a chi pro­cede allo svi­luppo di que­ste piattaforme.

Pop­corn è un soft­ware che rende pos­si­bile (e incre­di­bil­mente sem­plice) fruire diret­ta­mente di file tor­rent in for­mato audio­vi­sivo a cui è pos­si­bile alle­gare file .srt [sot­to­ti­toli] dispo­ni­bili su siti spe­cia­liz­zati. Nes­suno di que­sti pro­dotti è in alcun modo pre­sente nel sistema di Pop­corn, per­ché in realtà non esi­ste un “sistema Pop­corn”: film e musica e sot­to­ti­toli sono memo­riz­zati sui com­pu­ter di milioni di utenti sparsi per il mondo, tutti con­di­visi con tutti gra­zie al pro­to­collo Bit­Tor­rentPar­liamo quindi di un sem­plice let­tore di file e ripro­dut­tore audio/video di cui non vanta pater­nità. Ciò che ne con­se­gue è un sistema molto effi­ciente dal punto di vista infor­ma­tico, una sfida tec­no­lo­gica vinta alla grande da chi se l’era posta ini­zial­mente, ma che si nutre ed esi­ste per merito della con­di­vi­sione di utenti con­sa­pe­voli e respon­sa­bili delle pro­prie atti­vità. Sia chiaro: par­liamo di una delle più grandi espe­rienze di dif­fu­sione di mate­riale che viola il copy­right, ma per­ché ricer­care la solu­zione all’ultimo livello della filiera?

Le moti­va­zioni che hanno mosso gli svi­lup­pa­tori ini­ziali e i ter­mini della vera e pro­pria guerra che si è com­bat­tuta in que­sti due anni di ser­vi­zio sono tutte nel comu­ni­cato pub­bli­cato dagli svi­lup­pa­tori ori­gi­nali di Pop­Corn quando, nel 2014, si è regi­strata la prima bat­tuta d’arresto per il pro­getto, che, essendo open-source, ha potuto tirare avanti per ancora un altro anno gra­zie alla par­te­ci­pa­zione di altri svi­lup­pa­tori e parte del team ini­ziale. Lo spe­gni­mento defi­ni­tivo del pro­getto Pop­corn pare abbia ori­gine pro­prio da un ulte­riore smem­bra­mento del gruppo sto­rico, unito al diniego del pro­vi­der Gandi.net di tra­sfe­rire il dominio.

Que­sti alcuni punti salienti di quanto scri­ve­vano Il 14 Marzo 2013 gli svi­lup­pa­tori di PopCorn:

Pop­corn Time as pro­ject is legal. We chec­ked. Four Times.

Tra­dotto: “Pop­corn Time come pro­getto è legale. Abbiamo con­trol­lato. Quat­tro Volte.”

Our Expe­ri­ment has put us at the doors of end­less deba­tes about piracy and copy­right, legal threats and the shady machi­nery that makes us feel in dan­ger for doing what we love. And that’s not a bat­tle we want a place in.

Tra­dotto: “Il nostro espe­ri­mento ci ha messo di fronte a infi­niti dibat­titi riguardo pira­te­ria, copy­right e minacce legali che ci fanno sen­tire in peri­colo nel fare quello che amiamo. Non è una bat­ta­glia in cui vogliamo un posto.”

Piracy is not a peo­ple pro­blem. It’s a ser­vice pro­blem. A pro­blem crea­ted by an indu­stry that por­trays inno­va­tion as a threat to their anti­que recipe to col­lect value. It seems to eve­ryone that they just don’t care. But peo­ple do.

Tra­dotto: “La pira­te­ria non è un pro­blema delle per­sone. E’ un pro­blema del ser­vi­zio. Un pro­blema creato da un’industria che vede nell’innovazione una minac­cia al suo metodo tra­di­zio­nale di pro­durre utili. A tutti sem­bra sem­pli­ce­mente che a loro non inte­ressi. Ma alle per­sone interessa.”

Si tratta dell’ennesima (e non certo ultima) con­trad­di­zione dovuta allo scon­tro epico di vec­chie regole e leggi che oggi hanno a che fare con la dema­te­ria­liz­za­zione dei pro­dotti. Con lo spo­sta­mento di una parte rile­vante dell’industria mon­diale dalla pro­du­zione di pro­dotti (legati a oggetti fisici la cui (ri)produzione mate­riale ha un costo) a quella di ser­vizi. Pop­corn però alza l’asticella della con­tesa rispetto a esempi pre­ce­denti come Nap­ster o Megau­pload: gra­zie ai tor­rent l’oggetto della con­tesa, il film il cui copy­right e quindi le cui regole di distri­bu­zione ven­gono vio­late, non esi­ste nem­meno più come oggetto (un file), né è più da qual­che parte (un ser­ver), per­ché è delo­ca­liz­zato ovun­que, spez­zet­tato in milioni di parti, magari crip­tate, e memo­riz­zato su sup­porti pri­vati, è real­mente socia­liz­zato. Una situa­zione che taglia qual­siasi pos­si­bi­lità di con­trollo da chic­ches­sia, indu­stria cine­ma­to­gra­fica, musi­cale o organi gover­na­tivi. A cui riman­gono solo due strade: ren­dere impos­si­bile la vita a chi inventa e imple­menta que­sti stru­menti e con­cen­trarsi sulla rete fisica (pro­vi­der e ope­ra­tori di rete) su cui que­ste infor­ma­zioni mate­rial­mente passano.

Si chiude un’esperienza avvin­cente desti­nata a diven­tare “let­te­ra­tura” web, ma la sto­ria non fini­sce certo qui. Intanto quando [e se] Net­flix avrà la giu­sta popo­la­rità per entrare in tutte le case, qual­cuno di noi ricor­derà quel sim­pa­tico logo a forma di pac­chetto di Pop­corn a cui pro­ba­bil­mente saranno state dedi­cate infi­nite ore di binge wat­ching, gra­tis.

Il canto del cigno si regi­stra in un tweet del pro­filo uffi­ciale @popcorntimetv che saluta, rin­gra­zia e annun­cia lo svi­luppo di But­ter Pro­ject, pre­sen­tato come “il nostro pro­getto legale” e che vedrà par­te­ci­pare solo parte di coloro che die­dero ini­zio a que­sta espe­rienza, forse gli stessi che non cre­de­vano alla liceità dell’esperienza.

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