Partiamo dalle cose semplici: mi manca un computer che non arranchi troppo: insomma, lo so che, quando ho visto un computer per la prima volta, l’ho visto a scuola e il prof. Giadosi mi ha detto: ecco, si accende qui, e ha schiacciato il pulsante e poi mi ha detto: adesso andiamo al bar a bere un caffè così quando torniamo possiamo cominciare a lavorare. E la seconda volta l’ho visto a casa e ho dovuto imparare a memoria i diversi stili di scrittura perché sullo schermo nero non si vedeva un beato niente e non potevo stampare ogni volta (stampante ad aghi, modulo continuo, pagata settecentomila lire, rob de matt) per accorgermi che avevo stampato col carattere sbagliato. Lo so.
Ma sapete com’è il detto: se una cosa è meglio, mi ci abituo subito.
Io mi sono abituata a clic, apri, clic scrivi, clic internet, clic grafica, clic clic clic.
Adesso, goni tanto, il Pc arranca un po’. Per dire che al bar non ci arrivo, ma intanto che carica rifaccio il letto, ecco.
Questa è una cosa semplice, apparentemente. Nel concreto, mi manca e mi mancherà, amen.
Mi manca il cavetto del Kindle, dove è andato a finire, chi lo sa. E mi mancano gli occhialini che mettevo per stare al computer, in quanto avevo perso gli occhiali veri e per risparmiare non sono andata dall’oculista, sono andata dall’ottico e mi ha fatto lui le misurazioni e mi ha detto: così va bene?, e io: oh, sì sì, va benissimo, ci vedo! Ci vedo!, gli altri erano troppo forti invece ora.
Invece ora una bella merda. Gli altri erano troppo forti solo perché non sono abituata agli occhiali, mentre erano i secondi occhiali che erano troppo deboli. Così alla fine ho ritrovato gli occhiali veri e gli occhiali finti li ho messi lì per le emergenze. E poi salta fuori che l’emergenza è il computer, perché incomincio a non vedere bene lo schermo, e gli occhiali finti che non vanno bene per leggere (sono troppo deboli) vanno invece bene per il computer. Comunque, ora li ho persi.
Anche quelli.
Quindi è chiaro che mi manca anche un po’ di ordine nel mio angolo computer-lavoro-passoiltemposulblog.
Potrei andare a prendere uno di quegli occhiali che vedo appesi in farmacia e dal cartolaio, due euro e me la cavo, ma in questo esatto momento i due euro non ci sono e devo solo sperare che la figliola non mi chieda in prestito la macchina se no mi finisce la benzina e io come ci vado a lavorare?
Per dire che un’altra delle cose semplici che mancano sono i danè.
Mi manca di mettermi lì e farvi la figu di Lucchetta e della supplente Perdy.
Mi manca una schiena nuova: come faccio a disegnare le figu e a stare al computer a scrivere se c’è un muscoletto lì dietro che continua a battermi sulla schiena e a chiamarmi e a distrarmi?
Poi, davvero, mi manca di mettermi qui e di cominciare a parlare di una cosa e poi andare avanti con un’altra che non c’entra niente e girare di qui e di là per i pensieri e le scritte senza concludere niente. Magari anche con qualche parolaccia.
Certo che, a queste ultime cose, ho già messo rimedio, no?