Alessia Gazzola, Le ossa della principessa, Longanesi
Domenica scorsa sarei dovuta essere in gita.
Al #BloodyBrunch. Una saporita (c'era il Bloody Mary...) occasione di incontrate amici e addetti ai lavori, come si suol dire, in quel di Milano.
Se siete affezionati a questo blog, sapete forse quanto ami le gite! Specie quelle milanesi, ma in generale. Quanto mi piaccia prendere un treno e ritrovarmi in un qualche altrove per qualche tempo.
Eppure ultimamente non ci riesco più tanto. Badate: penso sia temporaneo. Tipo stop-and-go.
"Piccoli contrattempi del vivere", per citare un bel libro, che misteriosamente o quasi spesso e volentieri si frappongono tra me e queste gite. Quindi però cosa succede, che queste gite reali, si trasformano in altrettante gite però immaginarie, dentro i libri, dal momento che spesso si tratta di viaggetti che io faccio per conoscere scrittori. Spesso mi capita di essere invitata, per via di questo stesso blog, a vari eventi letterari. Ebbene: domenica avevo la febbre, e dunque niente gita e niente #BloodyBrunch.
Fortuna che ho degli amici che scrivono anche loro, nella fattispecie potete trovare una bella cronaca dell'accaduto, ad esempio, su Critica Letteraria, per mano di Gloria Ghioni.
Quanto a me,
Le ossa della principessa è stato uno spasso. E Alessia Gazzola per me una scoperta!
Una scrittura felice, solida, spensierata, matura. Tanto di cappello!
Adoro i medici. Da ipocondriaca, li ho proprio venerati. Per me sono stati sempre semidei. I medici e tutti quelli che c'entrano con la medicina e la guarigione. E la cura. Dunque potete immaginare cosa possa pensare dei medici-scrittori.
Ogni bene. Che Dio li abbia in gloria.
Ciò ho finito anche per pensare dunque di questa giovane (classe 1982, giovanissima direi) e già consolidata autrice. La sua stroria è divertente, ben costruita. Ha ideato qualche anno fa il simpatico personaggio di Alice Allevi, specializzanda in medicina legale. Goffa ma intelligente, molto sveglia e sensibile e umanissima, Alice in questo romanzo è alle prese con un nuovo caso di cronaca che si intreccia inevitabilmente con la sua vita personale, fatta di amori sbagliati, sogni e speranze di ragazza. Questa volta si tratta della misteriosa scomparsa dell'insopportabile (apparentemente) collega Ambra Negri Della Valle e parallelamente con il ritrovamento di un giovane corpo con accanto una coroncina di plastica da principessa.
Cosa ne è stato di lei? Cosa è accaduto tra lei e Claudio Conforti, lo spietato e delizioso medico legale del loro Istituto? E chi è la principessa?
Dico la mia: certe volte mi sento addirittura in colpa a leggere libri così. Così come? Così piacevoli. Così famosi-splendenti-tradotti-in-tutto-il-mondo-thriller-amorosi-divertenti etc.
Chissà poi perché. Ancora dopo tanti anni da lettrice. Senso di colpa cosmico. Eppure, quando leggi questo genere di libri, è un po' come se la vita decidesse di regalarti un arcobaleno, senza prima la fatica della pioggia.
E va bene. Accettiamo il regalo. Qualche volta succede anche questo.