![Cosa Non Fare a Carrara Cosa Non Fare a Carrara](http://m2.paperblog.com/i/235/2358743/cosa-non-fare-a-carrara-L-GhA2ns.jpeg)
Questa rubrica del Non Fare mi regala sempre delle belle soddisfazioni. Non parlo (solo) di numeri ma anche di sorrisi e iniziativa. Enrico di Bassavelocità mi ha contattato e mi ha detto "e se ti scrivessi il mio non fare su Carrara?"
Detto, fatto. Eccovi qui un nuovo non fare per iniziare alla grande la settimana.
Oggi si parla di Toscana, quella "non famosa", come mi ha detto Enrico.
Oggi si parla di cosa non Fare a Carrara. Enjoy!
Carrara non è una delle più famose mete turistiche della Toscana, ne convengo. E proprio per questo ha mantenuto un forte carattere, schietto e genuino. E così sono i suoi cittadini, che sicuramente guarderanno con curiosità il turista che si aggira per queste strade. Alcune accortezze possono quindi essere utili nell’evitare spiacevoli gaffes in modo che la curiosità non si trasformi in fastidio.
Carrara non è Massa (e viceversa). La provincia si chiama “Massa E Carrara”, sottolineiamo la E. Sono due città diverse, con due storie e specificità diverse. Che nemmeno si hanno in grande simpatia l’una con l’altra, a dirla tutta. Pensarla come una cosa unica o peggio confonderle sarebbe come chiedere ad un livornese dove è la Torre Pendente. Non fatelo, mi raccomando.
Il marmo? Ovunque. Carrara città dei marmi, senza dubbio: lo troverete in depositi sparsi ai bordi della città, trasformato in fredde e scomode panchine o in scivolosi marciapiedi, ma soprattutto nelle cave. Guardatele da lontano, andate nell’unica aperta ai visitatori e ricordatevi che sono in primo luogo un posto di lavoro. Evitate quindi di prendere la macchina ed aggirarvi da soli per i bacini: se non vi perdete, se non rompete la coppa dell’olio, rischiate di dare fastidio ai cavatori. Che sono lì per lavorare, non per sentirsi chiedere un selfiecon voi.
La C? Certamente! Questa zona faceva parte di uno stato indipendente fino al 1829. Poi è diventata parte del Ducato di Modena e solo successivamente del Regno d’Italia. Non ha mai avuto nulla a che fare con la Toscana, politicamente, storicamente, e linguisticamente. Quindi, se sentirete parlare qualcuno, non stupitevi se pronuncia perfettamente la C. In linguistica il dialetto locale è catalogato come “variante di tipo lunigianese della lingua emiliano-romagnola, del gruppogallo-italico”, pensate un po’!
Pane senza sale? Ma non scherziamo!Ovvio corollario del punto precedente, qui la cucina toscana non è arrivata, e nemmeno il pane sciapo: se lo volete, dovete chiederlo appositamente, e non è detto nei ristoranti lo abbiano. Se in Liguria, dietro l’angolo, hanno la fugassa, qui c’è la fugacina, alta, unta e decisamente salata!
L’anarchia è una cosa seria.Carrara è ancora città degli anarchici, ma di quelli veri. Bandiere nero-rosse, “addio Lugano bella”, racconti come fosse ieri dei battaglioni anarchici trucidati dai comunisti nella guerra di Spagna, la rivolta di Kronstadt contro Lenin: a Carrara per essere anarchici serve una solida base. Non improvvisatevi tali, quindi: non apprezzeranno.
Quanto ci vuole per andare a Forte?Da qui in mezz’ora potete essere a Forte dei Marmi e Viareggio; in poco più tempo a Lerici o alle Cinque Terre. Carrara sta stretta tra questi due grossi poli turistici, e moltissimi preferiscono soggiornare qui, perchè costa meno, e passare le vacanze là. Pratica diffusa, ma non gradita. Sottolinearlo, magari chiedendo pure informazioni sulle loro attrattive, è oltremodo indelicato.
Tutto qui? Ebbene sì.Carrara è piccola e non è perfetta: tagliata fuori dai grandi circuiti turistici, non ha la vitalità della Versilia ne è una “cartolina” come le vicine Cinque Terre. Più vera, se non verace, più silenziosa, più scontrosa anche, non piace al turista pigro o a quello che cerca “colore locale” standardizzato. Va scoperta e compresa, e solo allora potrà affascinare.