Magazine Calcio
Più che la cronaca della partita, farò il resoconto di un’odissea, la mia, per riuscire a vedere il match. La prima tegola mi è caduta sulla testa, più o meno, verso le 19, quando mi è stato comunicato che la consueta location non era disponibile, causa assenza del padrone di casa. Cioè, invece di vedere la partita te ne vai?! E dove vai, di più importante?! Roba da radiazione immediata da tutti gli elenchi di tifosi nerazzurri, compreso quello “occasionale e non continuato”, legato essenzialmente ai risultati (“tifo Inter, quando vince”). La seconda, l’ho intuita scrutando il cielo, che non prometteva nulla di buono. Con scarsa possibilità, quindi, che il flebile segnale di Mediaset Premium riuscisse a farsi largo tra le nuvole e i fulmini e si materializzasse sullo schermo del televisore del bar Mario, facendo comparire come d’incanto le immagini di Zanetti e compagnia. Timore ampiamente fondato, confermato dall’imprecazione di Mario: “ogni volta che c’è una partita si guasta il tempo!”, e giù imprecazioni contro Berlusconi e il suo fottutissimo digitale terrestre. Last but not least, ci si è messa pure rojadirecta. Buio pesto. Insomma, un disastro. Mi ero quasi rassegnato ad aggiornamenti di seconda mano, quando mi giunge provvidenziale una telefonata del mio ex gemello del gol (oggi di forchetta, ma andiamo forte lo stesso). Gli espongo il mio dramma e generosamente se ne fa carico. Lascio sulla tavola l’ultimo spicchio di mela e parto, ormai siamo quasi al trentesimo. Lungo il tragitto, apprendo che siamo passati in vantaggio con Sneijder. Bene, bene. Piccolo paricolare: gioco fuoricasa, nella tana di uno juventino. Però sento che possiamo fare il colpaccio. Il tempo di accomodarmi sul divano e subiamo un gol da polli. Un cross lento dalla trequarti, il pisolino di Chivu e la zuccata vincente di Denis. Rimetto in discussione tutte le mie certezze, avanzando anche un dubbio atroce: vuoi vedere che sono io a portare jella? La mia analisi, per forza di cose, va riferita soltanto al secondo tempo. Da un punto di vista tecnico e fisico, mi sembra che la squadra sia in leggero miglioramento. Bergamo è un campo ostico per chiunque e l’Atalanta sta attraversando un buon periodo di forma. L’Inter comincia ad essere più solida e corta, cerca di fare la partita con un discreto possesso palla. Però in avanti è poco incisiva. Gli unici pericoli vengono da Sneijder e Maicon. O da qualche episodica fiammata di Zarate. Troppo poco. Milito è l’ombra di se stesso. Altrimenti avrebbe messo dentro una delle due palle gol che gli sono capitate. Una addirittura clamorosa. Ma il momento è questo. Non felicissimo. Né per l’Inter, né per gli arbitri. Non fosse stato per Castellazzi (e per la ciabattata di Denis), l’Atalanta avrebbe fatto bottino pieno, grazie al solito generoso rigore, il quinto in otto giornate. La faccia di Paolillo a fine partita era tutto un programma.
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