Il Censis questa volta ci va giù pesante con i giovani italiani. Dalle evidenze della ricerca emerge un quadro a tinte fosche, dove il “presentismo” e l’”autoprovincialismo” emergono come atteggiamenti molto diffusi. Un argomento che non può lasciare indifferenti. Si parla di rattrappimento nel presente.
Comportamenti chiave per il “presentismo” sono: il vivere solo il presente, la mancanza di visione del futuro, la scarsa propensione all’imprenditorialità (solo il 27,1% dei giovani italiani contro una media europea circa del 42%), la considerazione che l’investimento in formazione non valga la pena di essere affrontato per il 50% degli intervistati.
Da quel che vedo io, il presentismo sembra una descrizione calzante della realtà.
Riflettendo sulle motivazioni di una simile evidenza, a parte dire che nell’Italia di oggi è molto più difficile essere “vincenti”, mi viene da dire che tutto questo è il frutto della mancanza di esempio. Nel recente passato è mancato l’esempio da parte di molti genitori, divenuti prigionieri del loro stesso successo, come se il dorato mondo degli anni ottanta e le sue logiche dovessero durare per sempre. Questo ha spesso significato un condizionamento verso i figli nelle scelte formative e professionali. Ma anche un condizionamento mentale verso certi comportamenti, come ad esempio la convinzione che senza aiutino non si vada da nessuna parte, atteggiamenti purtroppo molto diffusi.
A questo punto bisognerebbe però prendere atto che non ci si può aspettare il cambiamento da qualcun altro. Solo i giovani possono cambiare il paese, nessun altro può farlo per loro.
Sono segnali forti, ma stanno davvero così le cose?
Via Iriospark