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Cosa può imparare un autore autopubblicato da una band indie

Creato il 26 febbraio 2014 da Mcnab75

Musica Indie

Una conversazione del genere è capitata a tutti, prima o poi. Un bel giorno arriva l’amico che la sa lunga, e ci dice: “Ma ascolti ancora quel cantante commerciale? Prova invece a sentire il pezzo di questa band indie… è molto meglio!
Al di là del fatto che trovo insopportabile certi giudizi radical chic sulle cose giudicati commerciali, va riconosciuto che, spesso e volentieri, i cantanti indie godono di riserve di stima enormi e di fan fedelissimi.
Provate a fare la stessa cosa, consigliando uno scrittore autopubblicato a un amico generalista. Il risultato è spesso opposto. La risposta che riceverete, nove volte su dieci, suona più o meno così: “Se è poco conosciuto è perché non vale nulla. Viceversa verrebbe pubblicato da un editore normale.
Avvilente? Un pochino. Che poi, in molti casi, gli scrittori di self publishing sono davvero pessimi, ma sarebbe fantastico evitare le generalizzazioni.
E invece…

La parola “indipendente” è forte. Denota una libertà dalle grandi corporazioni, dagli interessi di cassa, dai giri marchettari che caratterizzano (da che mondo è mondo) ambienti come la discografia, l’editoria, il cinema.
Molti si riempiono la bocca di questa parola, indipendente, trasformandola in un sinonimo di qualità. Magari non di qualità grezza, ma di genialità, di buone idee, di originalità.
Ma allora perché i musicisti indie sono più vendibili degli scrittori indie?
Il sito Writer.ly analizza la questione e la risolve in questi punti:

Indie Authors

  • La musica è più spendibile rispetto ai libri (e agli ebook)

Innanzitutto per una mera ragione di attenzione. In un mondo sempre più veloce e frenetico, è più semplice dedicare quattro minuti a una canzone, a un video, che non un paio di ore a un ebook. Per gli stessi motivi, musica e video sono più propensi alla condivisione sociale. Basta vedere quanti filmati, spesso piuttosto stupidi, diventano virali su Facebook e su Twitter. Un utente scettico sarà più propenso a regalare pochi minuti e un like a una canzone, che non a un libro.

  • I musicisti sono più brandizzati

Le band hanno un logo, producono album, fanno molti live, spesso hanno un’immagine forte da proporre. Pensate per esempio a quanti cantanti (maschi e femmine) sono di aspetto piacevole, e quindi attirano fan non necessariamente per la loro bravura, o comunque non solo grazie a essa. Che vi piaccia o meno, questo è un dato di fatto.
Gli scrittori, invece, riescono a crearsi un brand solo dopo anni di lavoro, lavorando su un proprio stile, su una saga, su delle tematiche ricorrenti. Ma non è un processo facile, né veloce.

  • I fan della musica sono più entusiasti

Qui immagino che attirerò parecchie critiche, ma il pensiero non è mio (anche se in parte lo condivido), bensì di Mik Everett, la blogger che ha scritto questo articolo per Writer.ly.
Secondo la Everett, gli appassionati di musica sono, linea di massima, più propensi all’entusiasmo e meno alla critica. Forse perché non tutti quelli che amano la musica desiderano diventare a loro volta cantanti o strumentisti, mentre molti lettori ambiscono a diventare scrittori. Io nell’ambiente musicale italiano ci ho pure lavorato, e in effetti di fan ambiziosi di emulare i loro idoli ne ho conosciuti pochini. A molti di loro bastava esprimere l’entusiasmo per l’artista che seguivano. Lo scrittore indie, viceversa, riceve spesso commenti quali: “Carino il tuo romanzo, ma io il protagonista l’avrei fatto più alto, il finale l’avrei cambiato, e avrei messo meno infodump“. O qualcosa del genere.

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Ci sono dei sistemi pratici per colmare questi gap?
Sì, ci sono, ma non sono miracolosi. Innanzitutto occorre diventare più bravi a condividere il proprio lavoro, ed è necessario convincere i nostri lettori a fare un passaparola positivo. Perché nulla vende di più del passaparola sincero.
Inoltre la promozione deve trasformarsi da lineare a multimediale. Parlate dei vostri libri attraverso making of, foto, video. Pagate una bella ragazza affinché pubblicizzi il vostro libro con un filmato su YouTube, fotografate i luoghi in cui avete ambientato la storia. Cose così.
I risultanti NON sono garantiti, ma vale la pena provarci.

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Alex Girola – follow me on Twitter


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