Per poter superare secoli bui, dove regnava la fame, la morte incomprensibile, la malattia, le pestilenza,il freddo ed ogni sorta di avvenimento vissuto con sgomento, la specie umana ha proiettato al difuori di se il senso sacro della vita immaginando un ente superiore governatore e creatore della vita e dell’universo.
Paradossalmente ciò è tutto vero e tutto falso.
I capostipiti delle religioni (monoteiste in questo caso) erano uomini e donne (se è vero che dietro ad un grande uomo c’è sempre una pari compagna di vita) con una cognizione futuristica della vita e con capacità di governo dettate da intuito, osservazione, sperimentazione e verifica, hanno guidato i popoli dettando ed inponendo leggi in nome di una entità superiore ed invisibile al fine di farsi ascoltare.
Erano regole finalizzate a garantire ordine e coesione, che generarono obbedienza per il timore del castigo di dio, quindi progresso e la sopravvivenza, verso il cammino della conoscenza e presa di coscienza.
Se avessero parlato e dettato leggi in loro nome nessuno li avrebbe scoltati, per la naturale regola che nessuno è profeta in patria. (tu sei come me quindi se io non capisco e non ho risposte perché le devi avere tu?) Questo ci diciamo segretamente quando incontriamo un nostro simile, anche se intuiamo che è superore a noi.
Alla luce di una simile analisi sintetica, la funzione di queste fedi che sono giunte sino a noi, hanno bisogno di una oggettiva ricollocazione nelle loro finalità.
E’ una legge naturale che si applica quando la ragione e la coscienza s’incontrano e le favolette raccontate dai rappresentanti di fede per farsi ascoltare non reggono più, pur rimanenendo valide le regole del rispetto reciproco e quelle che oggi definiamo necessarie ad una civile convivenza
Il “Peccato originale”, razionalmente tratoddo come “incesto”, è stato un passaggio inevitabile per moltiplicarci essendo rimasti in origine pochissimi, dal quale ci stiamo affrancando dal momento che siamo diventati tanti e quindi diversificati. Accade però che secoli di repressione imposta fideisticamente al fine di vietare l’incesto, il sesso e diventato oggi una sorta di ossesione, per raggiungere una appagante scopata, che non si manifesta mai in modo liberatorio per paura di scoprirci incestuosi,omosessuali,pedofili.( per poter unire amore e sesso occorre prima che ci liberiamo dei tabù)
La masturbazione, necessaria da ragazzi per conoscere le nostre pulsioni e le nostre zone erogene, è impedita da un tabù castrante che si ripercuote nell’arco di tutta la vita.
Come può essere il sesso una sporcizia che si purifica solo con la benedizione del prete in nome di Cristo morto sulla croce?….. Quando sono loro i primi a deviarlo ed imbrattarlo? E come può una coppia godere sotto un morto in croce che guarda, visto che sopra il letto matrimomiale regna ancora fisicamente o virtualmte questa figura sofferente?
Quindi del cristianesimo rimarrà il rispetto per i nostri simili,ma al contempo dovremo imparare a difenderci da chi ci offende, non porgere l’altra guancia, che ci umilia e mortifica lo spirito. Tutto il resto è da bruciare insieme agli immensi tesori che la chiesa ha accumulato speculando sul timor di dio, correndo al capezzale del moribondo in attesa di un lascito in cambio della vita eterna, più il morto è carogna più ha bisogno di salvarsi l’anima tanto più il lascito è sostanzioso.
Mosè promise la terra e non la vide mai.
Popolo eletto ma se non trovano una via di pace in Palestina non credo che dimostrino di essere migliori degli altri. In compenso sono bravissimi amministratori.
I dieci comandamenti sono tutti da riaggiornare.
Come conciliare “non ucciddere” anche se devo? Dove collocare la coscienza del militare che ha il dovere di combattere e quindi uccidere in nome di una bandiera?Come giustificare genocidi con la legge “sacrificare uno per salvare molti?
“Non rubare” perché non rubare? : per paura del castigo di dio?, per paura di andare in prigione? o in chiave moderna, rubare è sinonimo di ambizione fallita, quindi colui che ruba è un ambizioso incapace di conquistare con dignità ciò che desidera?
Ma le difficoltà e la legge della coesione hanno reso questo popolo abile negli affari , colti e parsimoniosi amministratori dai quali prendere esempio e riconoscere rispetto.
Maometto, oltre alle regole igieniche di vietare alcool e maiale, aveva messo in atto una sola cosa giusta, la poligamia, per il semplice fatto che una donna per tanti motivi (da elencare in altra sede) non può essere senpre disponibile ad accoppiarsi, gli appetiti sessuali non sono uguali per tutti. Ci sono uomini e donne con potenti cariche sessuali ed altri meno, educarsi alla padronanza della propria sessualità è una strada che richiede il coraggio di demolire i tabù e le distorsioni che son penetrate inconsciamente dentro di noi di generazione in generazione attraverso i riti ed i condizionamenti.
Quindi ammettere la poligamia o la poliandria potrebbe debellare la mercificazione del sesso e tradimenti squalificanti.
Non esiste ancora l’educazione sessuale maschile a masturbarsi accanto alla propria compagna e viceversa, senza vergogna. La non disponibilità a accoppiarsi non è un rifiuto amoroso o affettivo. La pulsione sessuale è una energia individuale, educarsi al viverla insieme è un modo per conoscersi e sotto questo profilo richiede intelligenza, stima ed accettazione reciproca.
Nessun genitore è preparato ad educare sessualmente il proprio figlio, perché a sua volta vive questa pratica in maniera distorta se non addirittura non la vive per paura di sentirsi un deviato/a o sporco/a.
Tutte le altre regole non sono altro che copia di tradizioni millemarie rivisitate a seconda delle civiltà succedutesi nel bacino Mediterraneo e Golfo Persico.
Allora cosa tenere di buono dagli insegnamenti dei nostri capostipiti che in nome di dio hanno creato correnti religiose giunte fino a noi?
Il rispetto per le reciproche capacità ed accettazione dei limiti che ogni persona scopre di avere nel cimentarsi con la vita.
Conoscere la storia ed il cammino dei popoli religioni comprese.
Ogni individuo è libero di formare la famiglia che desidera, regolamentata da un contratto civile, al fine di educare la prole alla conoscenza di se stessi ed a rispettare le regole di convivenza e farsi rispettare.
In ultima analisi, la coscienza che alberga in ogni individuo divenuto adulto, sarà il vero giudice al quale rendere conto prima o dopo.
Le leggi e regole del vivere comunitario saranno promulgate dallo Stato.
Per coloro che hanno ancora bisogno di un dio se lo preghino in casa propria o nelle sedi religiose con massimo rispetto dal mondo laico.
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