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Cosa si legge a Natale? I consigli dei Serpenti

Creato il 22 dicembre 2014 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Con i nostri consigli di Natale ci ritiriamo per un po’ a leggere! Un augurio di ottima lettura a tutti e arrivederci a gennaio!

I consigli di Lorena Bruno

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Consigli inutili di Luigi Malerba, (Quodlibet, 2014). Mentre scriveva i suoi romanzi, di tanto in tanto Malerba si prendeva una pausa e scriveva queste piccole riflessioni letterarie, dei paradossi divertenti su cose che apparentemente non hanno nessuna importanza, come il consiglio su come fare il fango o quello per sfuggire alle lettere indesiderate. Si può divorare sotto un plaid bevendo un tè o piluccare piano piano, per godere dell’umorismo dell’autore e della sua scrittura elegante.

La casa nella foresta di Antonia Byatt, (Einaudi 2007). Questi racconti hanno lo stesso tessuto dei romanzi dell’autrice. Spaziano dalle atmosfere fantastiche ‒ che l’autrice ama molto ‒ a quelle della vita quotidiana, animate da personaggi vividi. Oltre all’elemento fantastico i temi legati al femminile percorrono tutti i racconti, da quello ancestrale della natura, a quello atroce dell’aborto, fino all’amicizia segnata da una terribile esperienza infantile: la vista di una creatura mostruosa nella foresta.

L’uomo seme di Ailhaud Violette, (Playground 2014). A metà dell’Ottocento un piccolo paese della Provenza rimane senza uomini a causa degli scontri tra i repubblicani e Luigi Napoleone Bonaparte. L’autrice racconta questa verità storica ‒ che ha vissuto in prima persona ‒ in un breve scritto di rara delicatezza; sceglie di affidare le sue memorie alla carta, destinando poi quelle pagine a una discendente femminile. Tra le pubblicazioni più belle dell’anno.

I consigli di Anna Castellari

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Calendario 2015, AA.VV. (Sartoria Utopia). Torna anche quest’anno il Calendario di Sartoria Utopia. Una raccolta di poesie di bellezza, incanto e riflessioni, rilegato a mano da Francesca Genti e da Manuela Dago, le due sarte utopiche che hanno ideato la casa editrice. Scrive Francesca Genti: «Sebbene non avessimo chiesto ai poeti di scrivere su un tema in particolare, è venuto fuori un lavoro percorso dal silenzio, proprio come se ci fossimo dati questa parola per tema». Forse, di questo silenzio oggi – e nei giorni di Natale – abbiamo più che mai bisogno. E la veste grafica del calendario, con splendide illustrazioni di Jean Genti, aiuta ad arrivare allora scopo. I disegni di Paola Bennati invitano a giocare con le sagome delle due editrici. Autori delle poesie sono Ida Travi, Jacopo Ramonda, Maurizio Benedetti, Ada Sirente, Mariagiorgia Ulbar, Francesca Tini Brunozzi, Cetta Petrollo, Mariapia Quintavalla, Sergio Garau, Franca Mancinelli, Guido Caserza, Francesca Serragnoli. Per acquisti: sartoriautopia.freshcreator.com.

Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, 2014). Partiamo da una premessa: in genere non amo chi racconta tentando di mettersi nei panni di altri, in contesti culturali totalmente differenti dal proprio. Questo anche in virtù di un illustre opinionista, Luciano Bianciardi, che ne La vita Agra scrive: «Anche uno che abbia ambizione di scrivere, non è che viaggiando apprenda qualcosa di nuovo, o trovi argomenti da raccontare. Al massimo potrà scrivere qualche articolo di giornale, ma se è una persona seria, tornando si guarda bene dal mettere sulla carta quello che ha visto, o creduto di vedere. Io per esempio ho un amico scrittore, che una volta andò in aereo sino a Pechino, nel Catai, come dicevano gli antichi. Eppure, siccome è uno scrittore serio, tornando non si è mica messo a parlare dei cinesi! Al contrario, ha continuato a parlare dei cecinesi, e fa bene, perché quelli li conosce davvero». Catozzella però costituisce un’eccezione a questa tesi, forse perché, come un attore, ha voluto immedesimarsi e conoscere a fondo la storia di Samia, giovanissima protagonista del libro Non dirmi che hai paura, premio Strega Giovani 2014. Il suo, credo, è stato un lavoro tra lo psicologo, il reporter e il cantastorie. Lo stile, asciutto ed essenziale, fa entrare il lettore nel mondo della piccola Samia, vincitrice di molte gare di atletica nel suo Paese, che sogna di arrivare alle Olimpiadi di Londra del 2012 e che per farlo si allena di nascosto, di notte, sfidando il terrorismo islamico che imperversa nella sua Mogadiscio. Il lettore rivive, attraverso una scrittura chiara e gli occhi privi di pregiudizi dell’io narrante, i sogni, le speranze, le paure della protagonista, che vede crollare ogni sua certezza di fronte al montare dell’odio sobillato dalla guerra, ma non vuole perdere l’occasione di diventare una vera atleta. A costo di affrontare un viaggio di ottomila chilometri per tentare di raggiungere l’Europa, il Viaggio che tutti sperano di affrontare e al tempo stesso temono per via dei trattamenti disumani perpetrati dai trafficanti di uomini. Una piccola perla che tiene i lettori sospesi fino all’ultimo respiro.

I consigli di Emanuela D’Alessio

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Ho appena finito Un uomo di passaggio di Ben Lerner (Neri Pozza, 2012) e lo inserisco tra le mie più belle letture di quest’anno. È la storia di un moderno flâneur, Adam Gordon, poeta americano che si trasferisce a Madrid per una borsa di studio, fumatore accanito di hashish, indeciso fra due ragazze, con una patologica tendenza a mentire. Una riflessione su sé stessi e il proprio ruolo nel mondo, sulla poesia e l’arte, sul desiderio di identità e di leggerezza, sull’assenza di emozioni e di significato nell’esistenza. Mi sono venuti in mente Città aperta di Teju Cole (anche qui ci sono le riflessioni e il girovagare del protagonista e voce narrante, sebbene a New York) e I detective selvaggi di Roberto Bolaño (poeti e poesia, finzione e realtà al centro della narrativa di Bolaño). Lerner prima di pubblicare Un uomo di passaggio, nel 2012, si era cimentato con la poesia. Nel 2015 uscirà in Italia il suo secondo romanzo 10:04.

I consigli di Rossella Gaudenzi

Haruki Murakami mon amour. Sull’onda di una fase famelica nei confronti dello scrittore giapponese, sul comodino natalizio mi attendono Kafka sulla spiaggia (Einaudi, 2008) e L’uccello che girava le viti del mondo (Einaudi, 2007).

Virando e cambiando direzione e ambientazione, per una riflessione sulla violenza e sulla ferocia, approderò a La città e i cani di Vargas Llosa (Einaudi, 1998): «Ero un bambino viziatissimo, presuntuosissimo, cresciuto, faccio per dire, come una bambina… Mio padre pensava che il Leoncio Prado avrebbe fatto di me un uomo, ma per me fu come scoprire l’inferno».

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L’editoria per ragazzi mi porterà  ad approfondire la conoscenza di David Almond grazie alla lettura, su consiglio di Carla Ghisalberti, di Il bambino che si arrampicò fino alla luna (Salani, 2012).

I consigli di Elena Refraschini

Corso professionalizzante in cattedrale per angeli custodi, guest star san Pietro e Gesù? Sì, grazie! Arto Paasilinna, autore finlandese di culto tradotto in più di 40 lingue, neanche quest’anno delude le aspettative. Considerato in patria un popolare scrittore comico (e basta osservare le copertine originali di WSOY per rendersene conto), soprattutto in Francia e Italia ha finito per incarnare il ritorno alla natura e il rifiuto delle convenzioni sociali, senza però ignorare l’umorismo nero e l’ironia (mai crudele) con i quali l’autore guarda i propri personaggi. In Professione angelo custode (Iperborea 2014) Sulo Auvinen, ex insegnante di religione, ha appena concluso il corso base per diventare angelo custode, e i cieli gli assegnano un primo compito piuttosto semplice: vegliare sul pacifico Aaro Korhonen, un quarantenne che ha deciso, dopo una vita da manager, di comprare un caffè/libreria antiquaria a Helsinki. Peccato che Sulo sia un tantino imbranato: nonostante le sue buone intenzioni, finisce per combinarne una più del Diavolo. O forse no?

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L’altro titolo che vorrei consigliare, La casa sfitta (Jo March 2013), fa parte del catalogo di una piccola casa editrice perugina nata dall’omonima agenzia letteraria. Sembra impossibile, oggi, potersi imbattere in scritti inediti di Charles Dickens, eppure è proprio questo il caso: si tratta di un romanzo breve scritto a otto mani nel 1858 per l’edizione natalizia di “Household Words”, una delle tante riviste dirette da Dickens. Per l’occasione, lo scrittore raccoglie i più talentousi tra i suoi collaboratori: Wilkie Collins, Anne Procter ed Elizabeth Gaskell (autrice, tra l’altro, del bellissimo “Nord e Sud”). Il risultato è un racconto dall’interessante architettura narrativa, in cui ogni capitolo è affidato a un diverso scrittore (che si riconosce dallo stile, essendo assente la firma) e il cui finale non mancherà di sorprendere. Una piccola chicca, uno di quei recuperi letterari che ci fanno pensare “ma come ho fatto a non averlo letto fino ad ora?”.


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