Cosa si legge in Germania
Creato il 15 giugno 2015 da Tiziana Zita
@Cletterarie
L’idea era quella di sederci all’aperto per prendere un aperitivo, ma a Berlino quella sera si era levato un ventaccio che ci ha convinte a ripararci all’interno di un bar di Kreuzberg, nei pressi della Markthalle, e a ordinare una bella cioccolata calda. Già in macchina Inge, professoressa di letteratura tedesca in pensione, mi diceva che avrebbe voluto imparare l’italiano solo per leggere Gadda – il Gadda non ancora tradotto in tedesco, che è poi la maggior parte della sua produzione. Ma lei, che adora più La cognizione del dolore che il Pasticciaccio, vorrebbe tanto leggere romanzi, racconti e carteggi, specie la corrispondenza con Tecchi e Betti.
Insomma, di Gadda non ne nascono più, mi chiede sconsolata. Chi lo sa, le rispondo io con un sopracciglio alzato in un’espressione ironica: magari ce n’è uno in gestazione che vedrà la luce insieme all’erede di Thomas Mann… Ecco il momento buono per farle le domande che mi stavano a cuore (e che erano poi quelle che mi aveva suggerito Tiziana): ma cosa si legge oggi in Germania? Quali sono i nuovi miti letterari dei giovani tedeschi? Winfried SebaldMito è una parola grossa, mi risponde Inge perentoria. Ma alcuni giovani autori non sono per niente male. Prendi Aboud Saeed, ad esempio, un trentenne siriano che vive qui a Berlino e che per certi aspetti ricorda certo Sebald, il Sebald emigrato, quello oltraggiato per le ferite inferte dalla guerra al proprio paese. E anche, perché no, il Sebald dallo humour solforico: in tivù hanno già soprannominato Saeed “il Bukowski siriano”.Annoto il nome di Saeed, non l’ho mai sentito nominare.
E, per rimanere in tema, anche Saša Stanišić è interessante: arriva in Germania per sfuggire – lui, figlio di una bosniaca e di un serbo – alla guerra civile in Bosnia. E della guerra parla nei suoi romanzi, la guerra vista con gli occhi di un bambino. Del suo La storia del soldato che riparò il grammofono è stato tratto uno spettacolo teatrale che ha avuto molto successo. Saša StanišićMentre prendo nota anche di questo giovane scrittore, vedo gli occhi di Inge smarrirsi – lei è un po’ come me, adora divagare. A che pensi, le chiedo.
A proposito di teatro: lo hai visto Kill your darlings, lo spettacolo di Pollesch?
Sì, sono andata proprio un paio di settimane fa.
Beh, Pollesch lo conosciamo tutti, le sue prese di posizione contro il capitalismo e il razzismo sono ben note. Ma il suo spettacolo, complice anche l’omonimia col film di Krokidas, ha avuto il grande pregio di far riscoprire ai ventenni la beat generation: ho diversi miei ex alunni che mi chiedono entusiasti notizie di Ginsberg, Kerouac, Burroughs. Li vedi seduti al bar che leggono Sulla strada. E mentre leggono vedi la loro bocca atteggiata al sorriso, gli occhi che brillano…
Ragazzi che vanno al bar per leggersi un libro – quanto tempo è che non ne vedo a Roma? Ma Inge interrompe subito il flusso dei miei pensieri.
Un autore molto amato è anche Frank Schätzing: non è giovanissimo, ma voi dovreste conoscerlo in Italia perché è stato ampiamente tradotto.
Dovrei, le faccio io, ma in realtà l’ho sentito appena nominare, non sono un’appassionata di fantascienza. Frank SchätzingE fai male, mi fa lei rispolverando il suo dismesso tono professorale: come genere di evasione non è affatto male – non credere che non ci sia altro al di fuori di Brown, King e Follett, cara mia. E secondo me potrebbe diventare un saggista di tutto rispetto: un’amica biologa mi ha regalato il suo Il mondo d’acqua, e l’ho trovato interessantissimo.
Ma dimmi: cosa leggono i ragazzi italiani? C’è qualche autore nuovo che attira la loro attenzione?
Ero tentata di dirle che sono anni che non vedo un ragazzo leggere in autobus o al bar, che dovunque si trovino stanno tutti con gli occhi incollati al telefonino. Ero tentata di dirle che i giovani autori non mancherebbero, ma mancano i giovani lettori. Ero tentata di dirle che l’età media dei clienti di Feltrinelli supera abbondantemente la quarantina. Ma ho preferito defilarmi per andare in bagno per poi cambiare spericolatamente discorso.
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