Ciò significa che l’unica cosa che “tocca le corde profonde dell’elettorato progressista” è ancora l’antiberlusconismo.
Ciò significa, anche se questo non piace agli orecchi delicati, che la sinistra non è ancora uscita dal “comunismo”.
Ciò significa che il Partito Democratico è solo una sigla – fuori della storia e quindi della politica – che è servita ai post-comunisti per dribblare l’ostacolo “socialdemocratico”.
Ciò significa che il Pd è formato da giacobini in doppiopetto – i sanculotti sono alla sua sinistra – e relitti democristiani cooptati solo per puro pragmatismo, con l’eccezione di quelli che si sono piegati al verbo.
In mezzo: il NULLA. Manca il baricentro socialdemocratico, ossia autenticamente di sinistra ma non giacobino.
Il problema strutturale è sempre quello. Quando i nodi vengono al pettine il gregge sente fortissimo il richiamo della foresta.
E il succo della storia è semplice: la sinistra italiana non ha ancora fatto i conti con la storia.
E questa è la vera anomalia che si riverbera su tutto il resto della società e della politica italiana.
Che noia mortale.
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