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Cosa sta succedendo alla comunicazione? E’ giusto essere spontanei?

Creato il 17 ottobre 2014 da Ireneferri

Mercoledì ho inviato una newsletter ai miei meravigliosi aspiranti artigiani della creatività, invitandoli a darmi comunicazione dei loro bisogni in fatto di scrittura.

Stamattina mi è arrivata la mail di Michela, molto dolce nei toni (come è lei) e quasi uno sfogo nei contenuti. Michela chiede:

Che cosa ci sta succedendo, che cosa sta succedendo alla nostra spontaneità?

Perché se siamo felici non possiamo gridarlo alla gente e al mondo intero?

Sottolinea che a volte il suo buonumore “dà fastidio” a chi è intorno a lei. E allora si (ci) chiede: perchè non ci lasciamo andare alle cose belle? Indossiamo tutti una maschera quando si tratta di avere un vantaggio e ci chiudiamo a riccio nei rapporti che prevedono verità ed intimità?

Ho pensato a queste frasi. Mi occupo di comunicazione positiva da anni e da ancora più tempo di salute e benessere. E ho compreso alcune cose.

1. C’è bisogno di spontaneità.

Molti pensano di doversi proteggere dai rapporti con il mondo esterno. La comunicazione prevede la trasmissione di un messaggio generato da un emittente verso un ricevente. Anche il silenzio comunica.

Se hai voglia di emettere un messaggio di estrema felicità, fallo. Per te, per la tua salute mentale. Non sai mai chi potrebbe coglierlo. Spesso, non è chi è più vicino a noi a farlo. Comunicare è prima di tutto un bisogno personale.

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2. Cosa pensi di una persona spontanea?

  • Che è matta?
  • Che è felice?
  • Che è “normale”?
  • Che non dovrebbe esserlo?

 Prova a metterti nel punto di vista di un altro che ti sente comunicare la tua estrema felicità. Cosa prova? Come reagisce? Perchè?

3. Non siamo fatti per lottare contro i muri

Se qualcuno non vuole essere positivo o spontaneo come lo sei tu e ti fa rimbalzare come una palla contro il cemento, non è un problema tuo. Ciò che conta è quello che stai comunicando adesso e perchè lo stai facendo.

C’è qualcosa che senti dentro? Che devi dire al mondo? Allora fallo.

Il mondo ascolterà? Qualcuno sì e qualcuno no. Non essere triste per questo. Puoi modificare solo ciò che porta in sè la voglia di cambiare. Non dimenticare che la forza più difficile da abbattere è la resistenza al cambiamento.

4. Prenditi cura del tuo benessere.

Il tuo modo di comunicare è una parte importante della tua creatività. Se adotti un modo di comunicare positivo, le persone se ne accorgono. Se ti sforzi di essere positivo e ti costruisci una maschera per piacere, ottieni un effetto di allontanamento.

Abbi il coraggio di lanciare in giro il tuo miglior sorriso e di lasciarlo libero. Spesso

  • chi vuoi che lo comprenda, non lo capirà (e dovrai spiegarglielo)
  • chi lo capisce ti apprezza ma non te lo dice
  • chi non lo capisce ti ignora o ti deride

Tu sii ugualmente spontaneo e comunica quello che senti. Ci credi che ti dico che stai meglio e godi di un maggior benessere?

5. La comunicazione è un codice

Il linguaggio è un codice convenzionale, creato per essere un ponte tra due persone. E’ importante notare i cambiamenti che la comunicazione provoca senza sentirsi frustrati nè depressi. A volte, pensiamo di parlare o scrivere bene e invece non lo stiamo facendo. Come possiamo saperlo?

La consapevolezza è il frutto di anni di studio e di allenamento. Non possiamo sentirci tristi per gli equivoci comunicazionali e relazionali che altri portano in sè.

Faccio un esempio. Se dico a un bambino “Sei proprio uno scemo”, gli appiccico un‘etichetta comunicazionale poco gratificante, che ha diverse risonanze in lui a seconda della sua personalità e della sua storia.

Se utilizzo la frase più aderente alla realtà “Ti comporti come uno scemo”, gli sto comunicando che commette un errore di comportamento, ma che non lo sto giudicando nella sua personalità. Sto cercando di correggerlo per un’azione singola. Ti è chiaro?

Sei spontaneo nella tua comunicazione?

Mi piacerebbe che le parole di Michela stimolassero le tue riflessioni. Ho dei piani per la mia bottega della scrittura: voglio che Come si scrive sia uno spazio di coworking, di confronto, di apprendistato. Ma sono anche in ascolto delle voci di chi ha scelto di seguirmi, per creare stimoli e confronto su temi che ognuno si trova ad affrontare in solitudine, col cuore ricco di storie da raccontare.

E’ giusto comunicare in maniera spontanea? Perchè abbiamo la sensazione di non essere liberi nel nostro modo di esprimerci? Ti capita di subire condizionamenti che provocano in te qualche forma di censura?


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