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Cosa vi ricorda Via Gradoli? Moro? Servizi Segreti deviati? Marrazzo. Ma c'è di più, e va elogiato

Creato il 14 febbraio 2014 da Romafaschifo
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Cosa vi ricorda Via Gradoli? Moro? Servizi Segreti deviati? Marrazzo. Ma c'è di più, e va elogiatoIl clima informale e rilassato della vita di villaggio ha ispirato i proprietari di un centinaio di deliziosi piccoli monolocali, originariamente destinati a cantine e magazzini in Roma, situati in Roma, nella famosa Via Gradoli.Nonostante i tragici eventi che hanno contrassegnato la storia politica dell’Italia e della regione Lazio, deve riconoscersi il vittorioso esito dell’immane sforzo attuato da una folta compagine di professionisti dalle più varie estrazioni culturali, espressione di diverse scuole di pensiero; questi hanno speso infatti le loro migliori energie nel tentativo, perfettamente riuscito, di rimodellare monolocali di superficie variabile da 9 a 24 mq e di altezza non superiore a 2,20 metri situati in alcuni edifici risalenti agli anni ’70.Non può che gioirsi dunque per l’esito felice dell’esperimento, che ha preso le mosse dal confronto dei progettisti con il tema del “sacco a pelo”, alla ricerca delle mitiche sensazioni della dorata vita prenatale.Al fine di non eccitare ulteriormente una psiche già preda dei forsennati ritmi moderni, per la scelta dei colori degli interni e degli elementi divisori ci si è rifatti alle tonalità della natura, con particolare riguardo ai riflessi della notte e del sottosuolo.Vere e proprie micro architetture futuristiche che, nonostante lo spazio ridotto, disegnano  comode zone notte-giorno-pranzo-bagno in piena conformità con le più recenti acquisizioni scientifiche derivate dallo studio dei criceti.La zona giorno multi-pluri-funzione accoglie sia una cucina moderna (giocata in toni vivaci) sia uno spazioso soggiorno-salotto-camera da letto con divano angolare e cuscini sparsi per sfruttare, qualora necessario, anche il pavimento; quest’ultimo non è più dunque soltanto un luogo di nudo calpestio, ma assurge alla medesima, sacra, centralità che possiedono ancora oggi le piazze dei centri storici delle città rinascimentali. Il  vano bagno di dimensione ridottissime massimizza la fruibilità del resto dell’appartamento e riduce le tendenze isolazionistiche (grazie all’assenza di areatori, anche al fine di diminuire i consumi energetici).Non può poi tacersi l’utilizzo, spinto fino all’estremo, di materiali (e, a volte, anche di mobilio) di recupero, scelto non solo con l’intento di assicurare e favorire la sostenibilità ambientale dei manufatti, ma anche per ricordare agli abitanti l’inutilità di tanti oggetti moderni (è dunque soltanto l’invidia che spinge menti diaboliche a sussurrare al vento che sarebbero mere esigenze di budget connesse alla massima riduzione del costo di allestimento della locazione ad aver inspirato l’azione dei proprietari). Oggi  i monolocali sono oggettivamente irriconoscibili; la luce artificiale ha preso il posto di quella naturale in tal modo evidenziando, con una ardita alternanza di giochi ombre-tenebre, la centralità del vuoto-pieno che caratterizza lo spazio abitativo moderno. Si è in tal modo superata la staticità della composizione architettonica tradizionale sostituendola con un minimalismo dai costi contenuti (e, va riconosciuto, dal reddito di locazione elevato).Non bisogna infine dimenticare che la maggior parte dei vani si avvantaggia di una deliziosa vista corridoio, ciò che facilita la relazioni interpersonali.Attraverso la massima compressione dei volumi si è inteso scardinare le gerarchie tradizionali tra gli spazi e chi li abita, mettendo in primo piano l’intimità che connota la dimensione co-esistenziale della vita umana.Tale complesso abitativo sorprende proprio perché, al di là della distribuzione innovativa degli spazi da abitare, insiste come mai prima d’ora sulle relazioni familiari: ovunque risuona pressante l’invito alla condivisione e alla convivialità, di cui tanto si sente la mancanza nella vita moderna.Grazie a questi luminosi esercizi di stile, oggi abbiamo la prova che è possibile garantire la sana e felice convivenza nei monolocali anche di quattro o cinque membri della medesima famiglia.Ma i benefici, oltre a riflettersi nell’ambito del nucleo costitutivo della società umana, si proiettano sul più ampio piano esofamiliare; lo sfruttamento futuristico degli spazi ha eliminato le barriere del passato e consente oggi la prepotente emersione di ciò che l’edilizia moderna aveva soppresso: la solidarietà umana.Le (soltanto eventuali) carenze di spazi interni infatti generano un prorompente stimolo ad incrementare l’accesso e l’uso delle aree comuni, quali i corridoi, le scale, le autorimesse e i giardini condominiali, tutti spazi ove i residenti possono liberamente estrinsecare la propria personalità umana. Tali spazi sono di volta in volta adibiti a sala giochi per i bambini o a cucina da campo o, anche, a orto.Un esempio da imitare; un chiaro segno della superiorità del design italiano nel mondo che merita di essere esportato in tutte quelle nazioni del nord Europa che sino a oggi hanno guardato all’Italia e al suo glorioso popolo con superbia e alterigia. Un futuro radioso che trova salde radici nel passato; un paese che si rinnova i fasti pregressi e si impone quale nuovo paradigma culturale a livello planetario.Carlo Maria

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