Spesse volte mi sono confrontata con l’evidenza dei fatti: conta più quello che faccio o quello che sono? e la risposta mi è ultimamente chiara: interessa più quello che sono.
Sto parlando di me come restauratrice, Chiarartè, della mia attività che tanta parte ha nella mia vita; il mio sito molto tecnico è seguito, ma lo è di più se aggiungo parti narrate di me. E non lo dico per intuizione o per verifica, ma le teste eminenti che popolano il web, gli psicologi, i comunicatori.
Noi interessiamo alle persone, quello che facciamo, come siamo. Non so se per dire “sono meglio io”, o “che brava” o “guarda quante rughe” o ancora “che ridicola”.
È una curiosità morbosa o vero interesse?
Si rischia, esponendosi, che la gente possa invidiarci: si sa che quando ci mettiamo in mostra, mostriamo il meglio di noi e quello che gli altri vedono è la parte che funziona di noi. Ma c’è anche il rischio, positivo, di risultare umani e per questo più veri.
È stato un anno difficile e complicato per la mia attività, ho dovuto traslocare dopo 25 anni da via Cernaia 48, a Biella, e a breve aprirò il mio nuovo laboratorio. È stato difficile perché cambiare non è mai facile, non si è mai sicuri del passo che si sta facendo, si resta spesso incollati ai ricordi.
Eccoli, i miei ricordi di 25 anni di Chiarartè in via Cernaia.
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La vita prosegue, sempre avanti, la destinazione la decidiamo noi.
Chiara