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Sempre.
La gente preferisce 10.000 volte sparlare di una cosa brutta che soffermarsi a tessere le lodi (e analizzare) una cosa bella. Questo perché le cose che vi (ci) fanno schifo, le cose che fanno cagare, sono alla portata di tutti. E c’è un sottile fascino perverso nella mistificazione del brutto. Nei casi più “nobili”, chi parla male di un argomento vuole, in qualche modo, esorcizzarlo; il più delle volte, invece – e purtroppo -, lo fa per accaparrarsi views, consenso immediato e successo facile.
Soprattutto nel mondo 2.0.
Molto subdolamente, anche il titolo di questo post è fatto apposta per attirare views e ingraziarmi sia voi che i simpatici motori di ricerca di Google. Proprio perché so che un titolo denigratorio come “cose che fanno cagare” (così come Naruto merda o Sara Tommasi zinne, tanto amato dai miei internauti) è molto più interessante de “L’importanza di parlare delle cose belle”.
Perché di questo parliamo oggi: parlando, di contro, di quelle brutte.
Vi ho incasinato un po’ il cervello, eh?
Non vi preoccupate, è normale.
Scrive il buon Girola nel suo articolo di oggi (che vi invito caldamente a leggere cliccando QUA): “Farsi la fama da polemista è spesso il sistema più furbo per costruire un personaggio poi vendibile nel settore. Funzionava in TV (funziona ancora, basta guardare un qualunque talk show), e su Internet il meccanismo è replicabile quasi all’infinito.”
Io li ho sempre odiati (o, quantomeno, snobati) quelli che vogliono parlar male delle cose ad ogni costo. E il web, di individui così, ne è pieno. Gente che apre un blog, una pagina facebook, un canale su YouTube con l’intento di parlare di una cosa specifica (o una serie di cose circoscritte a un preciso ambito), e invece si trasfigura nel Vittorio Sgarbi di staceppa, parlando male sempre e comunque di ogni cosa (o calvalcando l’onda della discussione o della polemica di turno, senza però approfondire nessun discorso – o proporne uno da un diverso punto di vista).
(cit.)
Perché queste persone hanno capito che se continueranno a parlare di quel dato settore saranno sempre di nicchia, e nessuno se li inculerà (come se essere di nicchia e non mainstream fosse una cosa brutta). Perciò meglio parlare (male e/o in maniera vuota) di ciò che è più glamour e mainstream in questo momento.
Popolarità a frotte e pubblico vastissimo assicurato.
Questo perché, come detto, il gettar merda, parlare di cose che fanno cagare, il creare polemiche intorno al nulla, genera un circolo vizioso di visite.
L’esempio lampante, per voi che siete cccciovani, l’avete avuto settimana scorsa. Il video di uno YouTuber molto famoso, che ha sparato a zero su di un cinepanettone becero, ha scatenato uno tsunami di gettito di merda tra lo YouTuber, i suoi amyketty che lo difendevano e coloro che il cinepanettone becero l’hanno scritto, diretto e interpretato, in una girandola di supercazzole su chi fosse più merda di chi*.
Oppure, se avete la memoria corta (e non siete ccciovani, o non amate le intifade tra le fazioni del web), basta farsi un giro sui maggiori quotidiani nazionali: si sta facendo gara a chi getta più merda sul film di Sorrentino, neo vincitore del Golden Globe.
Poi vi lamentate se vi rispondono anche così...
Al che io mi domando: a chi giova?
Perché bisogna accanirsi nel parlare sempre, sistematicamente, di cose brutte? E se invece si perdesse lo stesso identico tempo a spiegare il perché l’opera di Sorrentino è ottima? Non si formerebbe una coscienza “critica” migliore? Se invece di parlare del cinepanettone del cactus ci si sforzasse a proporre cose più stimolanti per l'anima e il cervello?
La risposta del perchè non si faccia è semplice: costa fatica. Risulta difficile spiegare perchè una cosa è bella e fatta bene; viceversa, è la cosa più semplice del mondo dire "TizioCaio è merda che caga merda che fa cagare a spruzzo", soprattutto se poi questo aulentissimo parere è privo di argomentazioni a sostegno.
Da quando ho aperto il blog credo di aver parlato veramente male (e aver gettato merda su) di un prodotto solo in due-tre occasioni. Eccezion fatta per Naruto (che derido quando va deriso per il semplice fatto che ci piace fare due risate, ma del quale fumetto sono ancora un affezionato lettore – non fosse così l’avrei abbandonato al proprio destino anni fa, mentre invece sono curioso di vedere come andrà a finire), ho parlato in termini estremamente negativi solo de Il labirinto femminile e di un’ignobile webserie, Strips.
Due articoli su 1200.
Penso si possa fare...
Per il resto, cerco sempre di proporvi cose che immagino possano divertirvi (e interessarvi).
Sia perchè, in virtù di tutto quello che abbiamo detto fin’ora, il mio tempo è prezioso e preferisco impiegarlo nella fruizione di cose che mi possano arricchire (oltre che distrarre). Sia perché, se il mio tempo è prezioso, il vostro lo è doppiamente, dato che ogni giorno venite su questi lidi e perdete quei 5-10 minuti a leggere le stronzate che scrivo.
Divertitevi con intelligenza!
E allora preferisco che queste stronzate siano generatrici sane di attività intellettive, piuttosto che sparate a zero autoreferenziali.
Perché io i cinepanettoni quest’anno me li sono visti tutti (volevo toccare con mano il divario tra i vari Neri Parenti, Pieraccioni e Brizzi con Sorrentino e Garrone): ma non sarebbe stata una perdita di tempo (per me) scrivere e (per voi) leggere che Neri Parenti, Brizzi e Pieraccioni, al confronto di Garrone e Sorrentino, sono caccolette, dato che lo sapete già?
Tornando a voi: le cose che vi fanno cagare.
Su questo blog, in particolare, le cose che vi fanno cagare sono due: film e libri. Gli articoli sui film (a meno che non sia l’ultimo blockbusterone) se le cagano in pochi. Quelle dei libri, invece, i soliti 4 stronzi (le views sono veramente impietose quando si parla di libri).
Ecco perché nel 2014 parlerò tanto di libri. Perché non posso non parlarvi di roba come “Lui è tornato” o “Crociata Spaziale”, in quanto condizionato dalle views**.
Da oggi, solo cose belle.
Promesso.
---------
*E no, non sto parlando della questione dei feed, sia ben chiaro.
**Le views non mi hanno mai condizionato nella proposizione di un articolo, ma conosco i miei polli. So già in partenza quali articoli faranno il botto, quali rimarranno nel novero dei normali e quali saranno relegati nell’angolo oscuro di questo salotto digitale. Sui libri, però, c’è terra bruciata. Se un articolo medio lo visualizzano, in genere 1500/1700 persone, quello sui libri se fa 200 views in 24 ore è tanto. Quindi sale un po’ il crimine. Ma ho deciso di educarvi in puro stile “Cura Ludovico”. Esticazzi del resto.
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