Montezemolo
Casini
Fini
Passera
Marcegaglia
Frattini
e un’altra carovanata di gente tra i quali il più povero è sopra il milione di euro di capitale personale.
Questo è il platonico team di non eletti. Questi sono i filosofi che in queste ore si candidano a guidare il paese per un solo semplice motivo; hanno capito che con il vecchio Papi tra i coglioni, intenzionato a morire da eroe con tutti i Filistei, non ci sarebbe stato spazio per il super inciucio post elettorale. Non ci sarebbe stato spazio per il facciamo finta di fargli fare le elezioni, poi quando sarà palese che nessuno ha la maggioranza entriamo noi e facciamo un Montibis alla cazzo di cane, così si tira a campare tutti insieme sino a che non ci vengono a prendere con i forconi; tanto a quel punto i nostri soldini saranno già tutti al sicuro in Svizzera o ai Caraibi.
Ora con Silvio incazzato nero il discorso cambia. Se a Bersani si opponeva il buon Alfano si poteva star sereni che vinceva il PD. Tanto si sa che il PD queste elezioni non vuole vincerle, e pure se dovesse riuscirci farà finta di niente e si metterà carponi con Monti e Casini per fare il Montibis di cui sopra. Ma con Berlusconi tra le palle il discorso cambia. Che mantenga il PDL, rifaccia Forza Italia, candidi il Milan o il partito della Jihad, Berlusconi vuole vincere o quantomeno fare fuori tutti, far saltare il banco e i commensali grazie alle sue tv. Quindi, in questa situazione, la serie b dei poteri forti, deve scendere in campo con 20 anni di ritardo per pararsi il culo dalla vendetta della serie a Mediaset Premium.
E’ importante per ogni italiano capire sino in fondo questo banale meccanismo di potere, questo gioco al massacro tra potenti preoccupatissimi, come una qualsiasi casalinga, della crisi che loro stessi hanno generato e che rende, per loro, necessaria una lotta tra ricchi che tempo fà sembrava impossibile. E’ importante per ogni cittadino non prendere parte a questa lotta, lasciare che si scannino e votare fuori da questa mischia di colletti bianchi con le pezze al culo.
Ambedue gli schieramenti, i Berluscones e i Montibis, ci diranno in sostanza la stessa cosa: “questa terribile crisi si affronta in un modo solo, il nostro”. Si tratterà di una balla, non c’è un modo, un solo modo, nella vita non esistono strade obbligate, ma scelte tra miliardi di possibilità. Ed è questo ciò che importa capire adesso. Importa capire che quando un anno fà ci hanno detto che senza sacrifici saremmo morti tutti di fame, si trattava di una balla. Loro, sarebbero morti di fame senza i nostri sacrifici, loro sarebbero falliti, loro, i responsabili dello stato di cose.
Mi preoccupa tuttavia una situazione, più di ogni altra: la capacità del nostro litigioso sistema di potere di avere reso culturalmente ineluttabile la minaccia della crisi, avere reso la paura il criterio per scegliere. Vi faccio un piccolo esempio.
Pochi giorni fà mi trovavo a parlare di questo fatto con una mia amica, una ragazza brillantissima e capacissima che studia scienze politiche con immensa passione. Ecco, per lei Monti e le sue presunte politiche da macellaio, erano l’unica alternativa allo stato di cose e alla crisi. La mia amica argomentava il tutto con il suo talento e intelligenza, ma con il realismo di un tecnico qualunque. Tuttavia, a naso e senza pretese scientifiche, io le dico ora che quel realismo non è realtà ma solo paura, conseguenza della paura del mostro crisi.
La mia amica ha 21 anni e, secondo me, ha paura e francamente io non so che dirle per fargliela passare, se non che, forse, bisogna soltanto volere quello che in televisione dicono che è impossibile ottenere. E poi nient’altro d’importante dai miei pensieri, così mi affido a chi 20 anni fà è morto nel nome di questa sporca Seconda Repubblica ora morente: “la paura è normale che ci sia, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avanti”. Beh, ovviamente, Paolo Borsellino.