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Nei talk show fa furore l'ospite impagliato (di Michele Serra)

Creato il 25 maggio 2015 da Tafanus

Le trasmissioni politiche hanno deciso di tagliare i costi. Uno dei nuovi format prevede la presenza in studio del solo conduttore, che insulta se stesso
Matteo-salvini-vespaCome risolvere la crisi dei talk-show politici? È possibile che il loro numero (settantuno, molti dei quali in onda contemporaneamente) sia eccessivo? Se lo chiede tutto il mondo della televisione, sotto choc dopo la decisione di Mediaset di risparmiare sui costi mandando in onda non solo alla stessa ora, ma nello stesso studio due talk-show in diretta, con gravi disagi tra gli ospiti seduti due a due nelle stesse poltrone, e continui equivoci perché molti rispondevano alle domande del conduttore dell'altra trasmissione. «Non si capiva una parola, le voci si sovrapponevano, tutti gridavano contemporaneamente - ha commentato il direttore di rete - e dunque siamo molto soddisfatti: le prerogative classiche del talk-show politico sono state pienamente rispettate. Ripeteremo presto l'esperimento».
GLI OSPITI - Per ogni autore di talk-show politico, quello degli ospiti è diventato un vero incubo. I conti sono presto fatti: considerando una media di cinque ospiti per ogni talk, il fabbisogno settimanale è di 355 ospiti. Di questi, 71 sono Matteo Salvini, presente ogni settimana in tutti i talk-show nazionali; ne rimangono comunque 284. «Anche invitando i deputati più oscuri, alcuni dei quali non sanno neppure di essere stati eletti, è difficilissimo completare il cast», confida un autore di Gianluigi Paragone, che per parlare con noi ha chiesto la garanzia dell'anonimato, e la chiede anche quando parla con Gianluigi Paragone. «Allora cominci a invitare i consiglieri regionali; poi quelli provinciali; e giù giù fino ai segretari comunali, ai vicedirettori di aziende municipalizzate, per finire, quando sei proprio alla disperazione, con Michela Brambilla che chiede il carcere per chi mangia le lumache».
Andrea-romanoL'OSPITE PRESO DALLA STRADA - La tradizionale divisione - i politici che urlano in studio, la gente che urla nei collegamenti esterni - non ha più ragione di esistere. Tra gli autori televisivi si sta affermando una vera e propria corrente neorealista: l'ospite va preso dalla strada. Anche per dare corso al tanto auspicato declassamento della casta. La selezione è molto semplice. Si rivedono in moviola i filmati dei collegamenti esterni degli ultimi anni, individuando nella folla quelli che esprimono i giudizi più circostanziati, le opinioni più brillanti, e li si esclude. Tutti gli altri vengono convocati per un casting nel corso del quale vengono interrogati su un argomento del quale non sanno nulla: al "via" devono rispondere tutti insieme, vince quello che riesce ad afferrare per primo il microfono.
I TRUCCHI - Sono numerosi. Si va dall'ospite impagliato, con un doppiatore che ne ripete le frasi più efficaci (memorabile, quest'anno da Santoro, uno scontro tra Togliatti e Fanfani); all'ospite mascherato, un figurante che garantisce di essere una personalità importantissima, ma di non poter mostrare il suo volto per ragioni di sicurezza; all'esponente politico presentato come "influente membro del governo", tacendo fino a pochi minuti prima della sigla finale il fatto che il governo è quello maltese; al ventriloquo in disgrazia che si presta a far parlare il suo pupazzo della crisi del liberismo.
Emiliano-micheleONE MAN TALK SHOW - Una possibile via d'uscita alla penuria di ospiti è questo nuovo format, che prevede un regolare talk-show, con il tipico repertorio di liti furiose, irrisioni reciproche, continue interruzioni, però senza dover ricorrere agli ospiti, che sono sempre un'incognita: non tutti sono in grado di garantire l'incompetenza e l'iracondia necessarie per ben figurare. Sarà dunque il conduttore, per circa due ore, a farsi carico dell'intero copione, rispondendo alle proprie domande, interrompendosi e insultandosi, minacciando di abbandonare lo studio, sostenendo che gli immigrati vanno impiccati e che gli immigrati vanno alloggiati nella propria camera matrimoniale andando a dormire in albergo, che Renzi è un genio e che Renzi è un cialtrone, che Renzi è uguale a Hitler, che è uguale a Gandhi, che è uguale a Brigitte Bardot. In tempi di crisi, la formula consente un forte risparmio sul cast, ma potrebbe essere un risparmio solo teorico perché il conduttore, dopo un paio di puntate, viene ricoverato in rianimazione.
Michele Serra

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