Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più, gorgheggiava la cantante col nome più evocativo della storia della musica italiana. E certo, ci sono anche le smagliature, le rughe, la cellulite, il culone, la caviglia da contadina, le doppie punte e le occhiaie.
Almeno, questo è quello che tendo a vedere nello specchio in quelle giornate in cui aprirei le porte a testate e mi prodigherei in un remake di questo video andando in ufficio.
A parte le caviglie da contadina, quelle non le ho e forse potrebbero tornarmi anche utili considerando l’incredibile sproporzione delle mie natiche rispetto al resto del corpo.
Se c’è una caratteristica estetica che mi tormenta e per il cui occultamento investo mensilmente più di quanto dovrei, sperimentando nuovi prodotti e accumulando quelli poco performanti in un cassetto apposito, sono le occhiaie, le malefiche ombre rosso-violacee che mi danno il buongiorno ad ogni sveglia.
Se fino a qualche settimana fa avevo due alleati nella battaglia contro le occhiaie che mi hanno aiutata e supportata, celando al mondo esterno l’esistenza di un contorno occhi degno di Carolina Crescentini, la fine miserrima del contenuto di quelle due boccettine (una Maybelline e l’altra Kiko Cosmetics, perché viva il low cost quando funziona) mi ha spinta a vagare nuovamente tra gli scaffali di profumerie e drugstore alla ricerca di un degno sostituto.
Spesi soldi inutilmente in improbabili “BB Concealer”, ho deciso di affidarmi alla teoria del colore per tentare un DIY che ovviasse alle occhiaie e alla secchezza del contorno occhi, ché presto anche il piccolo e prezioso contenitore che conservo in frigo esalerà l’ultimo respiro.
Considerando la sfumatura violacea delle occhiaie, ho proceduto in questo modo:
massacrato due ombretti giallo canarino che solo gli dèi sanno chi, a parte Cleopatra, può decidere di utilizzare,
scelta una crema viso estremamente nutriente e possibilmente biologica,
ho mischiato attentamente i due ingredienti, aggiungendo una punta di ombretto arancione per bilanciare l’effetto itterizia del composto
ed ecco il risultato: un pastone color mimosa che ho amorevolmente riposto in una mini jar di Tiger.
Lasciato riposare il composto per una notte, stamane dopo aver lavato il viso ne ho applicato una piccola quantità intorno agli occhi, lasciandola assorbire mentre facevo una triste colazione a base di tè e una galletta di mais al cioccolato.
Una volta assorbita la parte cremosa (e, si spera, idratante) del composto, ho applicato un po’ di correttore e poi la cipria.
Il risultato non è male, anche se sospetto che al sole la sfumatura giallina si intraveda.
Ma che importa, l’inverno è lungo e il sole non si farà vedere per un po’.
Ecco il risultato, senza filtro e senza inganno, con luce artificiale da ufficio, senza fondotinta. Direi che per un rimedio fai da te improvvisato, poteva andare peggio. Quantomeno il viola è sparito.
Vi terrò aggiornati circa eventuali reazioni allergiche, esplosione dei bulbi oculari o simili.
Anche per i capelli, mia altra croce, ho elaborato una routine a base di pasticci composti DIY fatti con ingredienti biologici e integratori, perché dopo la brillante decisione di diventare bionda lo scorso gennaio, le mie povere chiome sono secche come il mio contorno occhi. Coming soon su questi schermi, altre spese inutili e pasticci inenarrabili.