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Cose da fare nel Nuovo Anno

Creato il 02 gennaio 2014 da Manuelapeace

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Dedicarsi ad una di quelle cose che vi fanno sentire stupidi o, quantomeno, vi danno l’impressione di stare a perdere tempo. Imparare le danze tribali, scrivere il romanzo della vostra vita, fondare un’associazione per gatti (bambini, cani, otarie, boschi…) bisognosi, iscriversi ad un corso di alta pasticceria o di sommeliér, imparare l’elegante gioco del badmington, collezionare conchiglie (ranocchi, profumi, fiori di stoffa, trottole…), riscoprire il découpage (il punto croce, il tombolo, il macramè…), dipingere su vetro, fare collane di carta riciclata, tenere un diario. Fare qualcosa di apparentemente inutile fa bene allo spirito e regala grandi soddisfazioni.

Dedicarsi alla cura del proprio corpo. E non solo con massaggi, saune e peeling, ma iniziando (finalmente) a mangiare bene, togliendo innanzitutto la carne, ricercare cibi bio, alimenti come la quinoa, l’amaranto, il miglio, il farro perlato, le cicerchie e sperimentare ricette curiose e diverse dalla solita pasta al ragù. Ma anche alzare le chiappe dalla sedia e la testa dal piccì, indossare un paio di scarpe comode e, se proprio non vi va di correre, almeno camminare o pedalare in posti verdi o azzurri, che possono essere anche la spiaggia o il parco o la pineta vicino casa. Assaporare il piacere di sentire il proprio corpo vivo, caldo e sudato, prendere consapevolezza delle proprie gambe, caviglie, schiene e giunture e respirare a pieni polmoni, facendo entrare l’aria dal naso con respiri lunghi e lenti che mai pensavate di avere.

Dedicarsi ad ascoltare gli sconosciuti, la loro storia, quanto hanno da dire. E’ incredibile quanto vi farà sentire privilegiati e accoglienti e quanto ciò vi darà modo di raccontare anche la vostra di storia. Ma non fatelo da Facebook, no, fatelo live, in treno, in metrò, al mercato, col vicino di ombrellone o con l’extracomunitario che cerca di vendervi calzini di spugna, col tipo con cui salite in ascensore, con la vecchietta dell’edicola, con la tipa che suda e sbuffa accanto al vostro tapis roulant in palestra e con il signore col cappello alla fila dei conti correnti in posta.

Dedicarsi ai sogni, perché non restino tali. Adoperatevi per realizzarli, nulla sarà più potente della vostra determinazione. Perdere dieci chili? Diventare vegetariani? Fare trekking con Legambiente o far parte dell’equipaggio nella prossima missione di Greenpeace? Adottare un cane o diventare una stella del burlesque? Perché non provarci con l’intento di riuscirci? Scoprirete che non è poi così difficile e vi chiederete perchè non l’avete fatto prima. Siamo noi il peggior ostacolo di noi stessi.

Dedicarsi alla lentezza. Smettere di correre, sempre e comunque. All’inizio vi sembrerà difficilissimo, ma potete cominciare con un giorno alla settimana e poi, via via che ci prenderete gusto, continuare e far sì che le vostre giornate non siano solo una maratona contro il tempo. L’allenamento potrebbe cominciare con una colazione di quelle che si fanno solo in vacanza, pane tostato, burro e marmellata, uova strapazzate, muesli (rigorosamente preparato da voi) affogato nello yogurth fatto in casa la sera precedente. Spalmarsi sul viso la crema da giorno e, alla sera, quella da notte, leggere un giornale o ritagliarsi del tempo per il vostro libro preferito o per un thé con l’amica d’infanzia che non avete mai il tempo di chiamare. Fermarsi a pensare senza sentirsi in colpa. Perdere tempo ogni tanto fa bene, in realtà fa ritrovare quella parte di sé che non ricordavamo più di avere.

Dedicarsi alla trasformazione. Di sé stessi, degli altri, delle cose spiacevoli in cui inevitabilmente inciampiamo, della nostra vita se non ci piace, dei nostri difetti, delle nostre paure, di coloro che ci stanno intorno, di un lavoro mal sopportato, della nostra casa. Trasformare è spesso un atto di coraggio e di fiducia. Ci si può provare e scoprire che ci si può riuscire è molto molto gratificante.

Dedicarsi al nuovo anno, con amore e passione, per trecentosessantacique giorni, così da arrivare vivi e gaudenti al prossimo brindisi.

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