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Cose da ostello

Creato il 14 ottobre 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Come già anticipato nel mio precedente post, ci sono cose in ostello che non possono mancare. Altrimenti che ostello sarebbe senza queste cose? Si tratta di odori, spazi, ma soprattutto persone che vivono l'ostello a modo loro. Oh, sarà anche che sono io la strana e loro i regolari, ma a quanto pare tutto è relativo
Eh sì, tutto è relativo. Ma quando torni nella camerata alle 6 di sera (e dico di sera, non del mattino, dopo aver ballato tutta la notte a un rave party!), dicevo, quando torni alle 6 di sera e una ti guarda male perchè hai accesso la luce, allora capisci che l'ostello raggruppa una serie quasi infinita di personalità interessanti. Ecco quindi che dopo l'uomo di cera e il ragazzo vestito di pelle manco fosse Renegade, ho stilato la mia nuova enciclopedia di cose aka personeda ostello. Leggere per credere.
C'è quella/o che non si lava. Mai. Una cosa che pure il mio pastore tedesco dopo essersi rotolato nel giardino per ore direbbe “Ma senti, e una passeggiata sotto la doccia?”. No, beh, capisco che l'ostello porta a pensare a situazioni più rudi, in cui la gente si accampa nei letti a castello, ma dal momento che ci sono le doccie (seppur in comune), usiamole. L'acqua corrente è arrivata sin qui, perchè non approfittare di questo comfort? Insomma c'è gente che decide per scelta o per abitudine di non lavarsi, e sei pronto anche a dire “Vabbè, vivi e lascia vivere”. Ma quando i suddetti antisapone sono i tuoi compari di camerata, allora vorresti solo dirgli “Ok, ti lascio vivere, ma non rendere un inferno la mia esistenza”. E dopo, magari, sarebbe bello sorprenderli con un'idropulitrice a caldo. Ma si sa, questa è utopia.
Tra le cose/persone da ostello c'è sempre quello che va a dormire a ore improponibili. Proprio ieri sono entrata in camera alle 6 e questa si è messa a dormire, infastidita, perlatro, dal fatto che avessi acceso la luce. Ok, sei stanca. E la stanchezza è relativa, quindi non ho intenzione di tenerti sveglia. Se non che a mezzanotte, quando io mi stavo appropinquando al letto fatto di mattoni e polistirolo, questa si sveglia. Esce. Rientra. Apre l'armadietto che cigola come la porta di un horror. Maneggia la borsa in nylon più grande della terra. Esce. Rientra. Esce. Rientra. No, ma scusa, adesso che il resto d'Europa sta cercando di dormire, tu ti metti a fare le maratone in ostello? Io poi mi sono addormentata e stamattina, dopo essermi svegliata alle 7 e mezza, l'ho vista rientrare. Sempre con quella borsa di nylon.
C'è quella/o che ti piazza le sue cose SEMPRE davanti al tuo armadietto. Lo fa apposta. Eh sì, perchè alla decima volta che ti chiedo “sorry, can I...”, e invece hai lo sguardo di quella “ma te voi levà?”. Quando devi passare ti sposta la valigia e poi, quando te ne vai, la ripiazza di nuovo lì, supponendo che tu non riprenderai mai più le tue cose, che tu le lasci in eredità all'ostello. Io sto raggiungendo il punto limite in cui tirerò un supercalcio alla Chuck Norris a quella stracazzo di valigia.
C'è quello che non respira, o come viene riconosciuto a livello internazionale, il no-breather. No, lo dico nel senso che uno non respira se non sente mai la necessità di aprire la finestra della camera. Lo dico perchè a quanto pare l'aria viziata, per molti, non è un problema e, anzi, direi che è un habitat naturale. E quindi mentre quelli abituati troppo bene come la sottoscritta, ossia quei pazzi che aprono le finestre e lasciano che anche il letto respiri, gli stessi pazzi che cercano di stendere gli asciugamani per far sì che non prendano quell'odore di umido misto morte, sì dicevo che mentre i pazzi si perdono in queste piccole sciocchezzuole, i no-breathers continuano la loro esistenza in una stanza che se ti accendessi una sigaretta potrebbe esplodere l'intero palazzo.
C'è quello che nella sala comune è sempre allo stesso identico posto. Non si sa perchè, anche se ho buttato lì un paio di idee. La prima, quella più banale, è che lui in realtà non risieda nemmeno nell'ostello, ma gli piace talmente quella poltrona che quindi la mattina si sveglia all'alba per conquistare il suo agognato posto, fingendo ovviamente di essere un ospite. La seconda opzione, invece, è che si tratti di un ossessivo compulsivo, uno di quelli che una volta trovata la sua locazione in un luogo non può per nessuna ragione spostarsi e cambiare la sua personale disposizione nello spazio. Un po' come quando si andava a scuola con il pulmino e quelli che erano in terza media avevano per legge il diritto agli ultimi posti. Quelli di prima, invece, non potevano nemmeno osare uno sguardo verso quella zona, e quindi si accalcavano tutti davanti, alcuni persino si siedevano sulle gambe dell'autista.Effettivamente non si tratta di personalità ipereccentriche, ma state certi che soggiornando in ostello e passandoci parecchie ore ti accorgi di tutto questo e, a tuo modo, trovi anche la via per infastidirti e, infine, riderci su. Specialmente se poi trovi qualcuno che nota le tue stesse cose. Il problema è che si tratta di colui che non si lava. Mai.

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