Non possiamo certo dirci dolcemente complicati, anche se certe giornate amare, lascia stare, le abbiamo anche noi. E per continuare con Ruggeri – perché lo sapete vero che la canzone non l’ha scritta Fiorella Mannoia – ve lo posso confermare: siamo così. Anche da piccoli. Con certi attitudini tipicamente maschili ci cresciamo fin dalla culla. Ne è una prova Federico, un compagno di classe di mia figlia per cui lei sembra avere a fasi alterne cottarelle e ritorni di fiamma. Sono dell’idea che gli amori che si consumano in quarta e quinta elementare non sono da sottovalutare, anche se i genitori sono costretti a ostentare distacco per non drammatizzare in eccesso. Sono quindi da seguire con attenzione, il che vale doppio per i papà, da sempre tacciati di essere possessivi con le proprie figlie. Non ditelo a me, che sono sono possessivo persino con i miei gatti.
Comunque la cotta che mia figlia si trascina dall’anno scorso per Federico da qualche tempo non è più ricambiata. Colui che pretende di superare il sottoscritto nella classifica degli uomini di riferimento dice però a tutti di essere innamorato di qualcuno, ma non vuole rivelarne il nome prima di sapere se è contraccambiato. Avete capito la dinamica? Quanti maschi maggiorenni e vaccinati avete incontrato che si comportano così?
Questo bellimbusto alla fine ha fatto il nome della bambina di cui è innamorato, che non è quello di mia figlia ma di una comune amica. Il mio stato d’animo è stato un misto tra un “come si permette” al “meglio così”. Ma questa gli ha dato il due di picche perché invece ama uno che si chiama Manuel. Federico così è tornato sui suoi passi e ha detto che allora avrebbe amato mia figlia. Avete capito l’antifona. Prima vuol essere sicuro di non essere deluso, poi passa a quella dopo della lista. Mia figlia, non ancora avvezza alle schermaglie amorose, ha frainteso positivamente il gesto così le ho dovuto spiegarle come funzionano le cose. Essere la seconda scelta e un ripiego non fa per lei, è l’ABC di quell’orgoglio che conosco bene.
Quello che intendo è che io patisco quando mia moglie chiede al vicino di casa un aiuto per cose tipo fissare il bastone delle tende. Già, io non so usare il trapano (doppi sensi a parte). Me la cavo bene con queste cose qui, blog, socialini, parlare di figli, e informatica, ma quando si tratta di fischer e tasselli a espansione non fate conto su di me. Lei allora mi chiede allora come penso di risolvere l’impasse, di certo non si può rintracciare e pagare qualcuno solo per fare un buco nel muro ogni volta che c’è da appendere qualcosa. Ma lo sapete. Non è dai noi maschi chiedere informazioni o ammettere i propri limiti nelle funzioni che la natura ci ha assegnato: la riproduzione, il barbeque, l’orientamento, il coraggio, la manutenzione della casa, i motori. Forse nessuno ci educa da piccoli al contrario, forse c’è un qualcosa che coviamo dentro che sprigiona questo tipo di cose, scorie che almeno con l’intelligenza e l’età dovremmo provare a espellere in qualche modo.