Cose dell'altro mondo!!

Da Consumabili

Sono finalmente riuscita a ordinare l'ultimo libro di Isoke Aikpitanyi "500 storie vere", inchiesta ben documentata sulla tratta delle donne nigeriane in Italia, di cui parlavo anche qui.
Qualche giorno fa ho visto il film "Cose dell'altro mondo" che ha fatto tanto discutere, una commedia in cui si immagina una situazione surreale: la scomparsa di tutti gli immigrati da un paese del Veneto in cui domina una diffusa mentalità razzista. Scomparsa che poi sembra propagarsi a tutta l'Italia, ripercuotendosi in modo devastante sull'economia e sulla vita di tutti i giorni di una società che prima di allora considerava gli immigrati nella migliore delle ipotesi con indifferenza, pur sfruttandoli per i lavori più umili e malpagati.
Personalmente il film non mi è dispiaciuto nel suo complesso, ma sono rimasta colpita profondamente dalla grande superficialità con cui viene presentata la prostituzione delle nigeriane. Neanche un accenno al fatto che sono portate in Italia (e in Europa) con l'inganno e la violenza, che sono sfruttate da mafiosi senza scrupoli con la connivenza delle nostre mafie, nell'acquiescenza generalizzata delle istituzioni, che subiscono violenze terribili da parte dei clienti, dei trafficanti, delle "maman", che spesso sono uccise e che la loro morte non riceve giustizia alcuna.
Non è una giustificazione il fatto che si tratta di una commedia, perché avrei visto molto più coerente a questo punto non inserire affatto nel film un crimine che non può far ridere nessuno.
Il film si limita a dipingere un quadretto edulcorato in cui si mostra una dolce prostituta sottomessa in buoni rapporti col suo cliente e il suo lavoro in Italia ne emerge come un lavoro come un altro, un servizio necessario per lo sfogo sessuale degli uomini italiani che si ritrovano le mogli sempre col mal di testa. Viva i luoghi comuni!
Questo mi sembra un segnale preoccupante, molto preoccupante. Non capisco come si sia potuta commettere una tale omissione e una pericolosa implicita pubblicità del consumo di sesso con le schiave nigeriane, presentata come "normale" e innocua.
Vergogna, dico vergogna, non mi viene altro.

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