Cose dell'altro mondo è una commedia grottesca che affronta, con un piglio tragicomico, quella piaga sociale chiamata razzismo.
Patierno trae spunto per raccontare la sua storia da un film intitolato Un giorno senza messicani, e ne trasferisce le vicende nel nostro Veneto. Dove un bel dì dopo una bella tempesta e un accanimento del signorotto cittadino, tramite la sua rete televisiva, spariscono tutti gli immigrati.
Ovviamente in una società, come quella veneta, dove gli immigrati sono componente importante (anche se forse ancora non del tutto accettati), la loro sparizione crea non solo scompiglio ma una vera e propria catastrofe.
Ancora una volta dopo Signore e Signori di Germi a farne le spese è il popolo veneto, goliardicamente e forse ingenuamente mostrato prima razzista e poi nostalgico (per il solo fine economico?) quando gli immigrati spariscono. Certo che trattasi di un'opera di finzione e i giudizi non debbano assolutamente estendersi alla realtà totale delle cose, dove mi rifiuto di credere che l'intolleranza sia opera diffusa e praticata da tutto il popolo veneto.
Patierno comunque riesce a trasmettere un messaggio abbastanza forte, grazie anche alla leggerezza e ad un piccolo, ma accettabile, "politically incorrect". Interessanti i personaggi con Abatantuono nella parte del signorotto razzista ma innamorato della prostituta di colore, il poliziotto Mastandrea disilluso alle prese con la mamma senza badante e la ex che aspetta un figlio multietnico, e quest'ultima (Valentina Lodovini) che da portabandiera dell'integrazione al primo problema (cioè la scomparsa del compagno e padre del bimbo) torna tra le italiche braccia dell'ex.
Ovviamente le polemiche leghiste che hanno preceduto l'uscita del film, si aggiungono alle tante cazzate che i "signori" in verde continuano a far uscire dai loro "cervelli".
Imdb
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Cose dell'altro mondo è una commedia grottesca che affronta, con un piglio tragicomico, quella piaga sociale chiamata razzismo.
Patierno trae spunto per raccontare la sua storia da un film intitolato Un giorno senza messicani, e ne trasferisce le vicende nel nostro Veneto. Dove un bel dì dopo una bella tempesta e un accanimento del signorotto cittadino, tramite la sua rete televisiva, spariscono tutti gli immigrati.
Ovviamente in una società, come quella veneta, dove gli immigrati sono componente importante (anche se forse ancora non del tutto accettati), la loro sparizione crea non solo scompiglio ma una vera e propria catastrofe.
Ancora una volta dopo Signore e Signori di Germi a farne le spese è il popolo veneto, goliardicamente e forse ingenuamente mostrato prima razzista e poi nostalgico (per il solo fine economico?) quando gli immigrati spariscono. Certo che trattasi di un'opera di finzione e i giudizi non debbano assolutamente estendersi alla realtà totale delle cose, dove mi rifiuto di credere che l'intolleranza sia opera diffusa e praticata da tutto il popolo veneto.
Patierno comunque riesce a trasmettere un messaggio abbastanza forte, grazie anche alla leggerezza e ad un piccolo, ma accettabile, "politically incorrect". Interessanti i personaggi con Abatantuono nella parte del signorotto razzista ma innamorato della prostituta di colore, il poliziotto Mastandrea disilluso alle prese con la mamma senza badante e la ex che aspetta un figlio multietnico, e quest'ultima (Valentina Lodovini) che da portabandiera dell'integrazione al primo problema (cioè la scomparsa del compagno e padre del bimbo) torna tra le italiche braccia dell'ex.
Ovviamente le polemiche leghiste che hanno preceduto l'uscita del film, si aggiungono alle tante cazzate che i "signori" in verde continuano a far uscire dai loro "cervelli".
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