Tanto ad Asti quanto a Firenze hanno debuttato, la scorsa settimana, i "famosi" test d'italiano per gli stranieri, cioè le prove obbligatorie per quelle persone, provenienti da altre realtà, le quali, per le più svariate motivazioni, vogliono vivere e lavorare in Italia con regolare permesso di soggiorno.
Il numero dei candidati è stato esattamente di dieci ad Asti e di diciassette a Firenze.
Altre prove seguiranno in diverse città italiane, via via ,di seguito.
Lo scopo del test è sopratutto quello di accertare la conoscenza e il possesso della lingua italiana.
In entrambe le città(gli esami si sono svolti in aule di edifici scolastici messe a disposizione per l'occasione) i partecipanti sono stati in prevalenza nordafricani,peruviani, albanesi.
Tra loro c'era anche una donna somala, una filippina e altre due, a prima vista di difficile individuazione quanto alla provenienza, forse est-europee, che avevano con sé i loro bambini in quanto non sapevano dove e a chi lasciarli.
Da quel che è dato sapere, nelle città-campione sono stati promossi tutti meno uno.
L'esame (più o meno una farsa) consiste in una prova di ascolto, una di lettura e di comprensione di un testo in italiano della durata di venticinque minuti e una prova di produzione scritta di soli dieci minuti , nel corso della quale viene chiesto al candidato o alla candidata di formulare, ad esempio, una domanda per iscritto del tipo:"Mi porta ,per favore un cappuccino?" oppure"Mi dà il braccio per attraversare la strada?"
E altre simili.
I risultati, quando le prove in tutta la penisola saranno completate, compariranno sul sito del Ministero degli Interni e in Gazzetta Ufficiale.
Io concludo, in attesa di quel che avverrà nelle altre città, con le famose parole di un nostro grande della letteratura italiana ossia "ma non è una cosa seria!"
Oppure -se vi può piacere di più - "tanto...troppo rumore per niente!".
Alla prossima.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)