Io non lo so come andrà a finire o come andrà e basta – per finire c’è sempre tempo. So solo che se posso stare un lunedì sera dopo cena, seduta sul divano a scrivere col computer sulle gambe, la luce sulla cucina e il faretto sulla libreria accesi e lui che sente robe su Repubblica, steso sul letto, entrambi tra una cosa e l’altra di lavoro, presunto lavoro, futuro lavoro, forse lavoro, vecchio lavoro, non si sa mai che possa diventare lavoro, allora, andrà bene.
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