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Cose nascoste

Da Russell81

Infinite Web

 

Se qualcuno mi chiedesse di scegliere l’innovazione più influente del nostro passato recente, di sicuro non avrei dubbi: è Internet

Il web ha totalmente stravolto il nostro modo di vivere, di approcciarci al mondo. La rete condivisa ha cambiato i tradizionali canoni di comunicazione e permesso il trasferimento di informazioni (nonchè quello di dati) in maniera rapida, quasi istantanea.  Azioni che oggi ci sembrano consuetudini scontate erano autentiche chimere fino a trent’anni fa. Ma si, facciamo anche venti. 

Per quanto mi riguarda, l’esperienza maturata col tempo mi ha permesso di acquisire una buona dimestichezza soprattutto in termini di ricerca in rete. Che siano state informazioni su un album, interi film, accordi per chitarra o curiosità, sono quasi sempre riuscito a stanare ciò che volevo dai meandri dell’inesauribile pozzo di internet. E questo, ovviamente, mi ha permesso di togliermi parecchi sfizi. Ma proprio tanti. 

Una volta registravo le canzoni sulle cassettine (QUI), spesso con qualità precaria e senza conoscere il relativo titolo. Internet mi ha permesso di ritrovarle, con un suono pulito ed un nome. Da piccolo avevo una collezione di film horror, alcuni dei quali registrati su tv locali, intrise di pubblicità e con i titoli di coda staccati sul nascere (sacrilegio!). Internet mi ha permesso di recuperarli integralmente, acquistandoli comodamente online. E così è stato per una miriade di altre cose. L’ultima, in ordine di tempo, è riaffiorata qualche giorno fa, dopo un’estenuante ricerca lunga vent’anni esatti. E’ stato quasi come ritrovare l’Eldorado, credetemi. 

C’è però ancora una serie di cose ad impedirmi di depennare del tutto la lista dei desideri. Cose talmente rare da ritenersi quasi impossibili da ritrovare. Cose nascoste.
Tanto per citarne un paio: sono sempre alla ricerca della canzone strumentale d’apertura (in gergo, è lo Score) del film Ammazzavampiri 2, un brano composto da Brad Fiedel nel 1988 e, a tutt’oggi, ancora introvabile. E poi c’è la canzone Cinnamon Waits dei Nowhere blossoms, gruppo semi-sconosciuto degli anni novanta. Il pezzo suona in un episodio della serie-tv Dawson’s Creek.

A dirla tutta però, l’avere ancora in canna qualche colpo da dover sparare non è del tutto negativo. Queste canzoni, insieme a qualche altra rarità d’epoca, rappresentano per me il canale ancora integro con il gusto del desiderio. E’ il sapore dell’attesa, tanto comune tra gli uomini di una volta quanto affievolito nella società attuale. Bisogna saper aspettare il momento, come quando da piccoli il papà tornava a casa e ci portava le bustine di figurine dei calciatori. Non riuscivi a completare l’album, ma la magia era racchiusa proprio nel saper aspettare i tasselli giusti.

E allora io la butto lì, e resto in campana.

Ps. Mentre scrivo, mi sono accorto di aver ritrovato un’altra chicca del passato. Il titolo di un vecchio film che guardavo da bambino. Accidenti, è datato 1957! 


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