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Cotton se n'è andato la notte di giovedì scorso, da solo, come se già andarsene per sempre non sia abbastanza doloroso. Aveva poco più di 40 anni.
Io l'ho conosciuto sulle pagine di Wikipedia, in occasione di un lavoro stressante e massiccio di correzione e riscrittura di voci di opere d'arte, tutte con il titolo errato e in evidentissima violazione di copyright. Di quella volta ricordo la sua pacatezza, che talvolta andava a smorzare la mia incavolatura.
Ho avuto modo di conoscerlo dal vivo, in occasione di Festambiente a Vicenza, quando Wikimedia aveva uno stand, e in quelle due giornate trascorse alla facoltà di Economia a Venezia, per parlare del progetto.
I ricordi della real life sono offuscati, restano a galla la sua risata gioviale e le sue sigarette mefitiche.
Ho ricevuto la notizia venerdì, da Demart, in un modo così assurdo che non sono riuscita a rendermi conto della cosa fino a oggi, quasi, nonostante le telefonate di altri amici wikipediani a conferma che quella chat surreale diceva il vero. Surreale perché il messenger di FB per cellu ha uno strano modo di mostrare i messaggi e l'ultimo che mi aveva lasciato Demart, qualche settimana fa, era "sto ancora ridendo". E di seguito "hai saputo?". No, cosa? "Cotton è morto". Ecco, grazie cari sviluppatori dell'app, per aver contribuito involontariamente a un dialogo degno di Ionesco.
Solo oggi, leggendo i messaggi al Bar wikipediano e nella talk di Cotton, comincio a rendermi conto che è vero. E sono triste e arrabbiata, come credo lo siamo tutti.
Nell'ultimo periodo wikipediano non mi trovavo più d'accordo con lui come una volta, tendevo anzi a evitare le discussioni con lui, per non parlare di qualche commento qui nell'Antro che mi aveva fatto girare le scatole. Ma restava comunque la stima per una persona impegnata e appassionata, che ha dedicato tempo e fatiche a un progetto che ancora porta la sua impronta e, mi auguro, sempre la porterà.
Sono ancora combattuta all'idea di andare a funerale, domani. Un po' perché avrei qualche remora a lasciare Apelle per il secondo pomeriggio di seguito ai nonni, ma soprattutto perché vorrei ricordare Cotton vivo, ricordare le risate e non le lacrime. Vorrei ritrovare i miei amici, che non vedo da tanto tempo, per un motivo più allegro, perché trovarsi ai funerali lo fanno i vecchi. E con loro vorrei ridere e parlare di cose belle. Sarebbe bello fossero così, i funerali, un po'come in America, con gli amici e i parenti del defunto che parlano e si consolano e magari scherzano e ricordano le cose belle. La messa, i canti, i riti...li trovo così tristi e vuoti.
Non andrò, domani, ma per Cotton lavorerò un po ' a Wikipedia, come quando lo facevamo in squadra, da patroller e admin.
Arrivederci, Cotton, e grazie di tutto il pesce.
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