Come fai quando hai un tumulto dentro e non vengono le parole?
Quando la testa sembra girare a vuoto?
Provo a scrivere pensieri così come passano.
E' uno scorrere lento e faticoso del tempo. Essere soli è bello e faticoso, soprattutto se non riesci a domare il cuore, che vorrebbe tutto e subito perchè in fondo lui ha la pretesa di sapere cosa è meglio per me. Forse potrà anche essere così, ma questi passaggi non possono essere saltati. Anche se mi fa paura l'andarmene.
Più per quello che potrò diventare che per quello che mi lascio dietro.
C'è una parte che sta diventando di pietra. E forse è meglio così.
Si dibatte, non vuole morire perché crede che non saprà ritrovare.
L'incognita non è tanto cosa perdi, ma più che altro cosa diventi.
Ho passato giorni a leccarmi le ferite in silenzio, poi sono scoppiata in una bolla di rabbia.
E l'esterno è venuto in mio soccorso, cercato e voluto.
Estranei che hanno parole talmente tanto esatte che sarebbe bello rimanere lì dentro per sempre.
Anche gesti d'amore che non ricordavo più.
Però lo so che è finto. Non è reale. Ma serve.
Capire cosa non vuoi più, cosa ti ha soffocato in tutti questi anni, come sei stata ridotta al silenzio dalle tue paure e da quelle di altri.
E ciò che voglio ora?
Non so. Il cuore se ne va per i fatti suoi, s'incendia, si indurisce, scalpita.
La testa continua la sua litania, di tutti questi mesi. "Vivi il tempo e il resto splenderà nuovo. Finalmente libero da costrizioni."
Essere così esplosiva è sempre stato il mio miglior pregio e peggior difetto.
Ora vorrei un po' di sana mente. Razionale.
E poi dopo aver fatto amicizia con lei, andarcene allegramente giù nella pancia.
Liberi.
Le parole e i fatti devono coincidere.
E' l'unico modo che ho per potermi amare di nuovo.