Magazine
Sono passati mesi, anni in cui ci dicevano che in Italia la situazione non sarebbe mai potuta precipitare, che non saremmo mai arrivati ad un punto così critico come quello di questi giorni. Il nostro debito pubblico aumenta in maniera esponenziale: sono stati spesi miliardi per manovre che non sono servite a mettere in moto la nostra economia. Si sono buttati via soldi inutilmente per poi vedere far tagli a destra e a sinistra senza che ci dessero nulla in cambio (neanche un abbassamento istantaneo considerevole di stipendio). I costi della politica non sono cambiati. Finalmente è stato sfatato il mito delle tasse: quale pazzo poteva pensare che non sarebbero aumentate? (E quale stupido ha pensato che non l'hanno già fatto in modo implicito?) Il sogno proposto dal nostro governo, in una crisi economica mondiale come quella che stiamo vivendo, era una vera utopia. Ma la propaganda e l'immagine sono tutto ciò che hanno fatto andare avanti questo governo delle menzogne, ed ora per non colare a picco c'è bisogno di coesione. Per non far affondare il Titanic-Italia la politica deve dare risposte forti. Ma si doveva arrivare fino a qui? Berlusconi tace, quasi non riuscisse più a tenere l'attenzione, del suo pubblico, alta. Sta vedendo il suo regno sgretolarsi e non riesce a somatizzare il colpo. Non ci aspetta un periodo rosa, questo è certo. Ce lo si doveva aspettare. Speriamo solo di non finire come la Grecia e le sue prospettive per il futuro: dire che sono nere è un eufemismo! Su una cosa Tremonti sbaglia: se il "Titanic" affonda davvero, la "prima classe" si salverà.
C'è qualcuno che intanto dice la sua su come risolvere il problema del debito: non so quanto possano essere credibile queste manovre, ma almeno è un tentativo esplicativo, a differenza di tutti quelli che abbiamo avuto in questi anni.