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Così funzionano le isole ecologiche dell'Ama a Roma. Una testimonianza da far accaponare la pelle, da leggere tutta d'un fiato

Creato il 19 luglio 2013 da Romafaschifo
Caro RFS, finalmente ho capito perché spesso i romani abbandonano i rifiuti ingombranti in mezzo alla strada! Sabato scorso ho aiutato un amico a svuotare un garage che conteneva tre divani, due scrivanie ed un paio di mobiletti di legno smontati. Abbiamo noleggiato un furgone per portare i materiali nell'isola ecologica più vicina, purtroppo l'unico furgone disponibile era un cassonato che superava i 35 quintali e noi, non potendo immaginare quanto la burocrazia fosse assurda all'interno dell'AMA, lo abbiamo ingenuamente affittato. In 10 minuti abbiamo caricato i materiali da smaltire, ci siamo recati presso un'isola ecologica ed è iniziato un trip che si è concluso solo 4 ore dopo. Giunti all'ingresso, uno zelante addetto ci ha accolto dicendo "dovevate passare prima ad informarvi, con questo furgone non potete entrare, l'isola ecologica serve a smaltire solo prodotti domestici". Noi ovviamente abbiamo fatto presente che proprio di prodotti domestici si trattava ma non c'è stato verso, un fantomatico ordine di servizio ha escluso categoricamente che si potessero smaltire prodotti caricati su un furgone che supera i 35 Q (c'è scritto pure sul sito!). Dieci minuti a discutere dell'assurdità della cosa, tutti d'accordo ma non c'è stato nulla da fare, quando ho chiesto dove cavolo dovessi buttare quella roba mi è stato risposto che dovevo semplicemente caricarla su un furgone più piccolo e presentarmi con quello. Alla fine ci è stato concesso di nascondere il furgone in una via adiacente e di presentarci con 2 dei 3 divani in spalla per depositarli all'interno di un cassone. Abbiamo rinunciato a capire perché solo due divani ma nella realtà deviata che stavamo vivendo ci è sembrato che ci stessero facendo un piacere. Appena parcheggiato il mezzo, siamo stati avvicinati da diversi furgoni che si sono interessati del nostro carico. Vista l' assurdità della situazione abbiamo preferito dare le intelaiature di metallo delle scrivanie ad una coppia di ragazzi che almeno ne trarranno quel beneficio economico che ingenuamente pensavamo potesse interessare l'AMA. Un lavavetri si è avvicinato perché avrebbe voluto un divano ma era stato minacciato proprio dall'addetto AMA e quindi se ne è andato non prima di averci detto chiaramente che sarebbe bastata una mancia per entrare e scaricare tutto... Vi lascio immaginare le scene alla Verdone alle quali abbiamo assistito, dall'addetto svaccato su una sedia all'ingresso che in 40 minuti ha realizzato un'opera d'arte dipingendo con un pennello un messaggio di servizio su un pannello di compensato, alle urla tipo "principaaa, daje che te tocca lavorá, che ce sta un frigo da caricá...". Siamo ripartiti in direzione di un'altra isola ecologica con i materiali restanti ed appena arrivati a destinazione le scene surreali si sono ripetute. Provate ad immaginare, al posto di tre addetti ce ne erano sei ed in più c'era una fantastica "responsabile". Ci hanno ripetuto la storia dell'ordine di servizio, del fatto che non si poteva, etc. Cercando di ragionare come loro abbiamo detto: scarichiamo tutto qua fuori, andiamo a prendere una macchina, la carichiamo e poi cazzo, ci farete entrare o no? Risposta: "No, non si può fare, abbiamo visto il furgone". Mi ritengo una persona civile ma devo essere sincero ho assaporato il piacere di andarmene e buttare tutto a lato della strada che conduce all'ingresso dell'isola ecologica. Alla fine non ce la siamo sentita e dopo un altro po' di insistenze si è ripetuta la scena tragicomica, furgone parcheggiato fuori e due dementi che con 35 gradi trasportavano a mano per 100 metri un divano, due scrivanie e dei mobiletti di legno smontati... Durante i trasbordi non sono mancati un paio di sfregi evidenti: 1) furgone chiuso da 35 Q carico fino all'inverosimile di roba proveniente da ristrutturazione (legno, calcinacci, etc), guidato da due personaggi che a naso sembravano del mestiere, entrato senza problemi perché chiuso 2) l'addetto che li ha guidati alla piazzola di scarico che ha fatto un paio di battute, la prima: "e loro li conosco, so' napoletani, per far capire che erano più furbi", la seconda: "e loro me danno na mancetta, capisci a me ma oggi c'è la responsabile altrimenti te facevo entrà" 3) la responsabile che commentava, mentre tra una bestemmia e l'altra mi incollavo la scrivania, "si vede che non sono del mestiere (almeno si erano accorti tutti che non eravamo due scaricatori ma semplicemente due coglioni che avevano affittato il furgone sbagliato)" 4) dopo che avevamo chiesto un carrello ma ci era stato risposto che non lo avevano, proprio mentre facevamo l'ultimo viaggio, il carrello è saltato fuori per caricare una lavatrice abbandonata proprio di fronte all'entrata, forse lasciata da qualcuno incazzato come noi. Evidentemente era l'evento della giornata visto che ci si sono messi in quattro per caricarla, "responsabile" compresa e poi ridendo e scherzando sempre in quattro hanno spinto il carrello fino ad una piazzola. Traete voi le conclusioni, quello che ho capito io è che solo i coglioni portano i materiali alle isole ecologiche e che che gli addetti dell'AMA ti fanno un piacere quando valutano cosa puoi o non puoi buttare. Se poi penso quello a che paghiamo ed ai 400 fenomeni assunti da Alemanno mi sale il sangue al cervello, ma in fondo ce lo meritiamo perché c'è poco da fa'......Roma fa veramente schifo. Daniele

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