So di essere in una città che non ha stato e nemmeno un nome, bagnata da un mare inferocito e ghiacciato.
Attorno a me mille persone, persone felici che si muovono veloci e parlano una lingua mai esistita, che capisco perfettamente.
Io sono ovunque, passo da una parte all'altra in un secondo, esploro ogni angolo, sono solo ma non mi sento solo.
In un attimo il tempo rallenta, davanti a me c'è un uomo grosso, di colore, che indossa un grande piumino nero e mi guarda serio, ma non severo. Mi guarda negli occhi e mi porge un mestolo con un liquido azzurro pieno di puntini brillanti, non so cosa sia ma so che è la cosa più buona che possa mai esistere. Bevo senza esitazioni, non percepisco alcun sapore, solo purezza, soltanto l'essenza della bontà, dentro di me. La mia mente è fresca come se qualcuno ci soffiasse delicatamente dentro, rendendola leggera, il mio corpo e' pieno di energia , si muove come se fosse aiutato da una forza amica, tutto mi sembra bellissimo, tutti sono bellissimi, sento il rumore del mare vicino a me che copre ogni rumore.
E ballo.
Non c'è musica ma tutti sembrano ballare la stessa melodia, tutto è dentro di noi, trasformato in sensazioni. Ci sono vecchie che ballano travolte dalla gioia , bambini che si muovono goffi con un sorriso fisso e furbo. Uomini che si abbracciano e donne bellissime che mi guardano e mi sorridono versandomi in bocca del vino freddo da piccoli bicchieri d'argento.
Fino a quando non guardo più niente.
Tra tutte le persone, una.
Tra tutto il piacere, uno.
Tra tutti gli sguardi solo uno, l'unico che non mi guarda mai.
"Com'è possibile che ho cercato tanto la bellezza, quando la bellezza è così semplice ed è qui davanti." penso.
L'amore era dentro quel mestolo, è come un iniezione. L'amore e' semplice.
Rimango un tempo indeterminato ma lungo a seguire ogni suo movimento e mi sembra di fare scorta di qualcosa di cui sono in riserva da una vita.
E penso:"qui sono tutti come me, sono venuti tutti a riempirsi di succo!" e quando lo penso un signore ciccione avvicina la sua faccia grossa alla mia e mi sorride annuendo vistosamente.
"Ho capito, ma io voglio lei!" mi avvicino e le tocco la faccia, la annuso, ci abbracciamo, lei mi guarda negli occhi sorridendo e mi mette una mano davanti alla bocca, come per tenerla a bada, per metterla in pausa. Io ho solo bisogno del suo odore e della sua pelle, mi basta.
Rimango avvolto da una felicità immensa, forse fino al suo apice, tutto mi avvolge: i suoni, i colori, gli odori.
Lentamente, è tutto scuro. Ora c'è solo silenzio.
Sono solo in un letto immenso e bianco.
Mi siedo su me stesso.
Voglio disperatamente un hamburger.