Scritto da Elisabetta Bonora
Credit: Jack O’Malley-James
Come sarà la vita sulla Terra tra 2 miliardi di anni?
Probabilmente dominata dai batteri, gli unici in grado di sopravvivere a temperature estreme.
Un nuovo studio, condotto dal PhD Jack O’Malley James dell'Università di St Andrews, racconta il futuro del nostro pianeta con importanti implicazioni per la ricerca della vita extraterrestre in altri mondi.
O' Malley presenterà i risultati alla riunione della Royal Astronomical Society che si terrà in Scozia la prossima settimana.
Tutte le specie hanno una vita limitata ed inesorabilmente, nel corso della storia, si verifica un evento che ne causa l'estinzione: questa può essere improvvisa e catastrofica oppure lenta e graduale.
In definita, però, il risultato non cambia ed una serie di eventi, repentini o progressivi, causeranno l'estinzione di tutte le specie sulla Terra entro 2,8 miliardi anni a partire da oggi.
I cambiamenti principali saranno causati dal Sole che pur rimanendo ancora stabile, aumenterà di luminosità e calore: riscalderà la Terra fino al punto in cui gli oceani evaporeranno (se l'uomo ancora esisterà, speriamo che per quei tempi, abbia imparato a viaggiare nello spazio su lunghe distanze!)
Nel suo lavoro O'Malley ha elaborato una simulazione creando una vera e propria timeline dell'estinzione.
Entro il prossimo miliardo di anni, aumenterà il tasso di evaporazione e le reazioni chimiche con l'acqua piovana si baseranno sempre di più sull'anidride carbonica presente in atmosfera.
I livelli di CO2 porteranno alla scomparsa di piante ed animali: il nostro pianeta diventerà un mondo dominato da microbi.
Allo stesso tempo la Terra sarà impoverita di ossigeno e gli oceani evaporeranno e nell'arco di un altro miliardo di anni l'acqua superficiale non esisterà più.
Così, tutta la vita sopravvissuta si concentrerà forse alle latitudini più elevante, nelle grotte, nel sottosuolo, in prossimità delle sacche di acqua liquida residua.
Queste forme di vita dovranno resistere a temperature estreme, radiazioni, ultravioletti e ad oggi, solo alcune specie microbiche sarebbero in grado di adattarsi.
O'Malley non solo ci racconta il futuro del nostro pianeta ma ci fa notare che quando cerchiamo la vita su altri mondi siamo tendenzialmente portati ad inseguire la vita come la intendiamo oggi, mentre un domani sulla nostra stessa Terra, sarà molto diversa. Forse dovremmo iniziare a rintracciare indizi differenti.
"Abbiamo simulato una biosfera morente composto da specie che potrebbero sopravvivere per determinare quali tipi di gas rilascerebbero in atmosfera. Dal momento in cui tutta la vita scompare dal pianeta, ci rimane l'azoto: l'anidride carbonica atmosferica con il metano, sarebbero gli unici indizi di vita attiva".
Maggiori informazioni: The last survivors of the end of the world