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Cosmo

Creato il 14 luglio 2013 da Ildormiglione @ildormiglione
Dopo un lunga giornata al “S.IND Ruvo – Festival dei suoni indipendenti”, tra sound check da rifare, passeggiate interminabili e tanto entusiasmo, arriva il momento di intervistare Marco Jacopo Bianchi, più noto come Cosmo. E’ stanco ma carico, e decidiamo di fare un’ intervista con la presenza delle due ballerine, Silvia e Barbara, che lo accompagnano in questo tuor. Abbiamo poco tempo, perchè il concerto in programma dovrebbe iniziare a breve.

Cosmo

Allora, io mi presento, così da rompere il ghiaccio: io sono Alfredo e gestisco il sito internet www.ildormiglione.net.

C: Perchè il dormiglione?

Dunque, il sito parla di cinema, lo fa attraverso recensioni, interviste, articoli d’approfondimento ecc. Da qualche tempo a questa parte inoltre abbiamo introdotto una nuova rubrica, “Al cinema con…”, in cui chiacchieriamo di cinema e musica con gli artisti del panorama indipendente, perciò preparatevi perchè vi farò qualche domandina sul cinema. “Il dormiglione” è riferito al film di Woody Allen, del ’73 se non erro…

C: Ah si, quello in cui lui si sveglia nel futuro, bellissimo.

Esatto. Mi piaceva come nome, e poi perchè, avendo poco tempo durante la giornata per dedicarmi al cinema, lo faccio la notte anziché dormire, e trovavo interessante questa sorta di antitesi. Quindi, dopo questa piccola presentazione, per rompere il ghiaccio vi chiedo: Qual è la domanda che davvero desideri ti fosse fatta, ma che nessuno ti fa mai? 

(dopo 20 secondi di silenzio) C: Rompere il ghiaccio così…(ride)…No perchè io vorrei parlare di tante cose, ma non mi viene in mente niente. Beh, forse qualche domanda in generale più strettamente tecnica, che non siano le influenze e quella roba lì. Ecco, mi piacerebbe fare interviste più tecniche, parlare da nerd di quello che ho fatto, anche se in realtà son cose noiosissime quindi meglio che nessuno me lo chieda.

Io in questo proprio non posso accontentarti perchè dal punto di vista tecnico non sono proprio ferrato, e poi mi occupo di cinema!

C: Sai cosa, di come faccio tecnicamente le cose mi piacerebbe parlarne. Quando parlo con altri musicisti mi confronto su come opero, ma è una cosa davvero noiosa. Forse non vorrei neanche che me lo chiedessero! (ride)

Visto che ci sono anche le ballerine, ed io tendo ad improvvisare nonostante gli appunti, chiedo a loro: da dove nasce questa idea di spettacolo?

S: Beh, nasce da un’ idea di Marco. Nasce da una sua collaborazione precedente con delle ballerine per uno spettacolo.

C: Si, uno spettacolo sperimentale, di musica elettronica sperimentale con sette ballerine. Lì ho conosciuto la coreografa, Giulia, e poi ho pensato che invece di fare una band potevo fare uno spettacolo con loro.

S: Esatto. Poi Giulia ci ha chiesto di fare il tour con Marco. Lei è una coreografa di danza afro, ma ci ha dato molto spazio, e noi lo abbiamo contaminato con le nostre esperienze hip hop e di danza contemporanea.

B: Ci siamo vestite addosso questo lavoro. Abbiamo delle linee guida, però ogni volta è diverso, ogni volta c’è qualche intoppo ed è il bello del live alla fine. Bisogna capirsi ed aggiustare i momenti vuoti piuttosto che quelli pieni.

C: Stasera ad esempio l’incognita grossa è la stabilità delle assi del palco! (ride)

Una curiosità: Qual è la differenza tra il ballare su una musica registrata ed il ballare con musica live?

S: Molta più attenzione, meno prevedibilità e molta più intesa. Siamo un team.

Due domande sulle canzoni e poi ritorno alle ballerine: la prima riguarda”Wittgestein”, mi perdonerai per la pessima pronuncia, che ha ispirato un monologo di Gaber oltre che un film del ’93… 

C: Gaber ci ha fatto un monologo? Sai che non lo sapevo? Devo andarlo ad ascoltare assolutamente. Io ho fatto filosofia all’università, e si sente in tutto il disco: filosofeggio perchè non c’è niente da fare! No, scherzo, però…mi stavi chiedendo di Wittgestein?

Si si, volevo conoscere Wittgestein dal punto di vista di Cosmo. 

C: Lui è un personaggio particolare. E’ un filosofo che ha voluto indagare i limiti del linguaggio. La filosofia per lui doveva stabilire i limiti entro cui si poteva parlare. Altre cose della vita sono esprimibili non attraverso le parole: la bellezza, la religione, l’estetica, la morale, l’amore. Tutto questo supera i limiti del linguaggio. Tanto che nel ritornello dico “Non ci sono parole” e la canzone è costruita con frasi che si interrompono a metà, perchè le cose più importanti della tua vita non riesci mai a dirle.

Ecco, essendo i tuoi testi sono narrativa e seguono un senso logico, da dove nascono?

C: Non sono testi a caso, molti li leggono ma non li capiscono. Ad esempio li ho fatti ascoltare ad Appino degli Zen Circus e mi ha detto “mi piace, bel suono, però mi intristisce, non capisco il testo basta”. I testi nascono da una mia riflessione su ciò che non mi piace. A me non piace il modo in cui Capovilla tratta la politica ad esempio. Se io metto in un brano le mie considerazioni sul capitalismo lo faccio in tutt’altro modo. Tutta la tradizione italiana sta virando verso l’esplicito, come lo stesso Appino, anche se lui mette in mezzo i fatti suoi e mi piace questa poetica, ed io oggi mi ritrovo ad apprezzare più la poetica di Vasco Brondi ad esempio, perchè riesce a creare delle immagini che danno delle suggestioni, e ti rendi conto che c’è qualcosa da capire. La musica deve essere più potente delle parole.

Anche perchè tu riempi i tuoi brani di immagini oniriche e poetiche.

C: si si, ad esempio non ce la farei mai ad iniziare un brano come Dimartino parlando delle ferrovie dello stato. E’ un’immagine troppo concreta. A me la musica ispira scenari che non so neanche spiegare.

A proposito di cose che è difficile spiegare, volevo chiederti di “Ho visto un Dio”… 

C: vuoi davvero che te la racconti? Te lo devo proprio dire?

Ora che mi dici così, sono ancora più curioso! 

C: Beh, in un momento di incoscienza, ho avuto un’esperienza concreta con dei funghetti e sono andato nei boschi, di notte e da solo, e per la prima volta ho percepito la divinità. Quelle cazzate lì da frikkettone!

E il tuo rapporto con la religione? 

C: E’ mutato negli anni. Da ragazzo avevo un rigetto totale, ora sto sviluppando un grande rispetto verso il sentimento religioso: Non posso pensare male di Gesù, posso pensare male della chiesa.

Qual è la situazone della musica italiana?

C: Ti faccio un esempio: il fatto che io vada in tour con due campionatori e le ballerine ancora stupisce la gente che mi dice “che coraggio!”. A chi importerebbe in Inghilterra o negli Stati Uniti se tu vai da solo a suonare con un campionatore? Ho partecipato ad alcuni festival e ricordo che c’erano due band di San Francisco che attaccavano l’iPod, partiva la base e spaccavano i culi a tutti. Tu vai sul palco e ti dai, stop. Qualcuno ancora ti potrà dire che chi fa elettronica non suona, e ti fa già capire che un problema c’è qui. Poi ora sta andando bene l’hip hop tra i ragazzini, e forse sono anche contento perchè meglio i Club Dogo che Nek. Ecco, Silvia, cosa pensi dell’hip hop italiano?

S: Mi trovi un po’ in disaccordo perchè l’hip hop italiano non è assolutamente quello che si sente per radio, non è quello dei Club Dogo e dei vari Ensi ecc.

C: Si si, vero. Io vorrei fare produzione per i rapper milanesi. Ho fatto ascoltare una cosa ad Ensi e mi ha detto “minchia strano, c’è sta sincope sul clap.” In America c’è gente che fa delle cose assurde con l’hip hop.

Personalmente ho scoperto da poco, e sto apprezzando particolarmente, Dargen D’Amico.

C: E beh, lui è un grande. Un mio compagno dei Drink to Me, Roberto, voleva fare la tesi su di lui a lettere!

Comunque mi sa che stiamo divagando un po’! Poichè non abbiamo molto tempo, volevo approfittarne per togliermi una curiosità e chiederti se è vera la storia del digiuno di 3 giorni per la canzone “Digiuno” appunto. Nel cinema e nel teatro si chiama metodo Stanislavskij. 

C: Metodo Stanislavskij? Sai che non lo sapevo? Io ho fatto 3 giorni di digiuno, i primi tre giorni di gennaio di quest’anno, perchè volevo provare, fare un’esperienza. Alla fine non vai in bagno, non mangi e quindi risparmi un sacco di tempo! (ride) A parte gli scherzi, c’è da dire che all’inizio ero iperattivo, poi ho deciso di smettere il digiuno perchè cercavo di prendere il gatto in braccio a casa e sono crollato, ed allora ho ordinato una pizza con salsiccia e patatine. Mi sono fatto male allo stomaco subito!

E’ inevitabile chiederti quando nasce l’esigenza, se di esigenza si tratta, di intraprendere una carriera solista?

C: Ho fatto delle canzoni. Con loro non si facevano e quindi ci ho provato. Forse la necessità comunque c’era dopo 200 e passa concerti assieme, perchè cambiare ogni tanto fa bene.

Poichè ci stanno dicendo di accelerare, un’ultima domanda a tutti e tre: qual è l’ultimo film che avete visto? Ci dite cosa ne pensate?

C: “8 ½ “ di Fellini. L’abbiamo guardato nel pullman insieme. Silvia l’aveva già visto, ma è un film pazzesco. Io mi son trovato sempre a piangere durante i film di Fellini. In “8 ½” c’è un po’ di immedesimazione, in generale quando gli artisti mi mettono davanti alla bellezza, anche se non ha un senso immediato, capisci che l’arte riesce a spezzare tutta la catena di cose quotidiane, come lavorare e mangiare. E Fellini mi sospende da terra e mi dice guarda, guarda, guarda e basta. Ti è andata bene eh!

B: Aspetta che devo ancora dire qual è l’ultimo film che ho visto io. Io faccio la ragazzina di turno e ti dico che ho visto “World War Z”. Secondo me, soprattutto all’inizio ci sono cose molto carine. Ci sono quelle immagini, che sembrano immagini di documentario, che ritraggono gli animali della stessa specie che iniziano a manifestare i sintomi del virus, attaccandosi a vicenda. Una cosa contro natura se vogliamo. E’ un po’ psichedelico, un po’ “cosmico”. A me è piaciuto perchè sono appassionata di zombie, devo ammetterlo!

C: Spiegami perchè ti piacciono gli zombi, sono curioso!

B: Mi affascina la teoria secondo cui l’uomo possa arrivare in un punto in cui non è né vivo né morto, e che viva del bisogno primordiale del cibo, senza sentimenti.

(Cosmo ride di gusto)C: Rido perchè lei ha un punto di vista molto più naif ed invece qui scopro che ha la passione per gli zombie!

B: Beh, la passione nasce da Michael Jackson, con “Thriller”. Sono cresciuta con quella canzone ed ho trovato affascinante questo mondo degli zombie. Il film comunque è carino, riprende i classici e si stacca da quello che è lo splatter che è di moda adesso. Forse un po’ sbrigativo alla fine e persino comico, ma nel complesso è carino.

Potremmo assumerti come articolista, perchè il tuo commento è molto simile alla nostra recensione.

C: Hai visto? Hai trovato un altro lavoro: puoi scrivere per “Il dormiglione”. Woody Allen…che grande riferimento!

B: Allora guardo qualche altro film e poi vi mando le mie recensioni!

Poichè i tempi stringono, io vi devo lasciare andare sul palco e vi ringrazio per la disponibilità e la pazienza. E sicuramente vi ringrazieranno anche i lettori di www.ildormiglione.net

C: Grazie a voi!

B & S: Grazie mille!

Cosmo
Cosmo
Il concerto è stato un qualcosa di devastante, teatrale e sognante. E dopo averlo intervistato è stato più semplice cogliere le sfumature dello spettacolo e dei testi. In definitiva il mondo “cosmico” è un’esperienza imperdibile.


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