Fra i dieci risultati fondamentali del 2013 scelti dalla rivista Physics World, tre riguardano l’astronomia: i neutrini cosmici catturati da IceCube, in cima al podio, la mappa della CMB di Planck e la rilevazione dei «modi B» nella polarizzazione del fondo cosmico.
di Marco MalaspinaI tre esperimenti di astrofisica presenti fra i dieci della top ten di Physics World. Dall’alto, in senso orario: IceCube, il South Pole Telescope e Planck
Due provengono dal Polo Sud. E il terzo dal gelo dello spazio profondo. Se c’è un tratto comune che subito balza agli occhi, fra i tre risultati astrofisici presenti nella top ten annuale di Physics World, è che tutti arrivano dal freddo. Dal freddo dei ghiacci polari, com’è il caso di IceCube e del South Pole Telescope. E da quello ancor più glaciale del punto lagrangiano secondo, a 1.5 milioni di km dalla Terra, dove si trovava fino a qualche mese fa il telescopio spaziale Planck. A ben guardare, questi tre esperimenti, di tratti in comune ne hanno parecchi altri, a partire dall’importanza dei loro risultati per tentare di fare un po’ di luce su quel 95 percento di universo che ancora ci è del tutto oscuro. Ma andiamo per ordine, e vediamo come si sono collocati – e in compagnia di chi – nell’elenco dei “breakthrough of the year 2013” stilato dalla rivista dell’Institute of Physics di Londra.
Il primo posto spetta ai 28 neutrini cosmici catturati grazie agli oltre 5000 sensori calati in un chilometro cubo di ghiaccio, al Polo Sud, dai ricercatori della collaborazione IceCube. La loro rilevazione, aprendo una finestra diversa da quelle della radiazione elettromagnetica, segna infatti «l’alba di una nuova astronomia», come ha spiegato il presidente dell’INAF Giovanni Bignami ai microfoni di Media INAF. Sugli altri due gradini del podio, la strana forma “peroidale” di alcuni nuclei atomici e la creazione delle prime “molecole di luce”, coppie di fotoni che viaggiano a braccetto.
Al quarto posto, secondo argomento astrofisico della classifica, “l’universo quasi perfetto” di Planck, presentato al mondo nel marzo scorso. Il riconoscimento va, per l’esattezza, “agli scienziati del telescopio spaziale Planck dell’ESA per la misurazione più precisa che mai sia stata realizzata del fondo cosmico a microonde”, come recita la motivazione sul certificato inviato a tutti i membri della collaborazione. Un risultato, questo, in gran parte italiano, visto che moltissimi fra gli scienziati di Planck – a partire dal responsabile di uno dei due strumenti a bordo del telescopio, Reno Mandolesi – lavorano presso istituti e università del nostro paese (qui la mappa del contributo italiano all’esperimento).
In quinta, sesta e settima posizione troviamo, rispettivamente, due esperimenti di meccanica quantistica e il primo computer realizzato con nanotubi di carbonio. Ancora cosmologia, e ancora Antartide, all’ottavo posto in classifica, assegnato ai ricercatori del South Pole Telescope per essere stati i primi a rilevare «modi B» nella polarizzazione del fondo cosmico a microonde – altro risultato, questo, di cui abbiamo dato conto sulle pagine di Media INAF. Infine, chiudono la top ten il primo condensato di Bose-Einstein raffreddato a laser e l’individuazione d’una sorta di “effetto farfalla” – un pattern tipicamente frattale – in un sistema solido reale, a tre dimensioni.
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Malaspina