Titolo: Cosmopolis
Autore: Don DeLillo
Editore: Einaudi
Anno: 2003
Un viaggio attraverso la città di Manhattan. Un giorno di ordinaria follia, dove un giovane direttore d'azienda, multimilionario con strane manie, lascia come di consueto il superattico in cui vive per recarsi dal barbiere nel West Side, nell'altro lato della città.
Il tutto a bordo di una limousine bianca, simbolo dell'arroganza e della futilità del nostro tempo, su cui si alternano personaggi improbabili, anch'essi visioni di un mondo sfalsato, dove le leggi del mercato e della finanza hanno stravolto i punti di vista e decomposto la realtà.
Quello che sembra un viaggio nervoso attraverso una città in preda ai deliri della pubblicità e della borsa, diventa per Eric Packer un viaggio interiore dentro se stesso e verso lo scardinamento di tutte le scelte effimere fatte sino a quel momento.
"Il futuro diventa inesistente. Ecco perché presto accadrà qualcosa, forse oggi stesso. Per correggere l'accelerazione del tempo. Per riportare la natura alla normalità".
Un ritorno alle origini che passa attraverso la distruzione di un personaggio e della sua esistenza, precaria quanto il sistema su cui è ancorata la società in cui vive, un sistema che mostra ora le sue debolezze, un'economia lontana dalla realtà e capace di fare la fortuna solo di chi sa speculare.
Un sistema destinato ad abortire e ad annientare la personalità degli individui.
Eric Packer osserva come in un monitor ciò che accade all'esterno, estraneo ed impassibile, a tratti morboso, uno spettacolo che aumenterà in lui la consapevolezza e la necessità della propria fine.
"Quella era la prospettiva più tetra di tutte, che là fuori non ci fosse nessuno. Lo lasciava in una condizione sospesa, ogni cosa materiale e coerente in un'indistinta rovina alle sue spalle ma nessun momento culminante davanti a sè".
Ritroviamo in Cosmopolis il De Lillo delle origini. Un viaggio che ricorda quello di Americana (1971), ma con le atmosfere apocalittiche e violente del ventunesimo secolo. Un libro che è stato letto, a distanza di qualche anno, come una premonizione delle debolezze del sistema finanziario e della catastrofe economica che ne sarebbe seguita
La narrazione è vibrante e nervosa: si alternano frasi spezzate e periodi sospesi. Le visioni, dapprima spiazzanti, diventano parte integrante e necessaria della descrizione.
Il delirio si rivela, però, a tratti forzoso e pretenzioso.
Un De Lillo da leggere per chi trova nel postmodernismo e nell'analisi della decadenza del mondo contemporaneo una necessaria riflessione sul nostro tempo.
A David Cronenberg si deve la trasposizione cinematografica di Cosmopolis nel 2012.
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