Lo vediamo che Renzi si dibatte come un’anguilla nella tenaglia fra l’Europa e la ripresa inesistente nella quale da buon frequentatore del bar sport credeva così ingenuamente da far fuori anzitempo Letta perché non ne godesse i frutti. Sappiamo anche che il disastro è in agguato perché in questa ingannevole prospettiva, sotto la spinta dei voraci e opachi padroni del vapore locali, il premier si è slanciato nelle regalie pre elettorali degli 80 euro e nelle donazioni alle aziende del job act, tutte cose prive di senso al di fuori del teatrino mediatico e che ora pesano come un macigno obbligando il governo a un nuovo e inevitabile aumento della tassazione, prescritto del resto da Bruxelles attraverso le clausole automatiche di salvaguardia (aumento di 2 punti dell’Iva, delle accise e via dicendo).
Questo senza parlare del danno immenso che l’inconsistenza politica del premier e del suo governo, il suo essere un sottoprodotto dell’Europa oligarchica, producono rendendo l’Italia completamente assente sul piano internazionale e ridicolo megafono di volontà altrui. Ma è desolante vedere come anche all’opposizione che teoricamente dovrebbe potersi avvantaggiare di tutto questo, le cose non vadano molto meglio e dimostrino il nulla di ideazione e cultura politica, l’involuzione drammatica del Paese. Lo dimostra meglio di ogni altra cosa la “dieta” di Sinistra Italiana (in pratica Sel allargata) che si è data da fare per presentare la sua “Cosmopolitica”. Di cosa si tratta? Di niente è solo l’ennesimo involucro che si propone di conquistare uno spazio elettorale, vasto, ma non coperto da nessuno, un tentativo di creare un contenitore che salvi trombati, rottamati, epurati e marginalizzati dalla tragedia personale della perdita della poltrona. Con relativi saluti e interventi del Jedi Vendola e della principessa Leila alias Boldrini.
In particolare fra deliri di vario genere messi lì a pantografare i cliché in cui ormai consiste la sinistra, si è potuto osservare lo spassoso spettacolo di chi, appena atterrato da Marte (forse è questo il senso della Comopolitica) , continua imperterrito a parlare dell’altra mitica Europa e della conseguente necessità di non fare assolutamente nulla per spezzare la cortina di ferro dell’austerità, nonostante le terribili esperienze fatte in questi anni. Le parole di Fassina sono illuminanti, pur costituendo la notte in cui tutti i detentori di poltrone sono neri e l’ennesima giravolta del personaggio : “L’alternativa non è la solitaria e disperata uscita dall’euro. L’alternativa è, insieme al programma di democratizzazione dell’euro-zona, la preparazione in un quadro cooperativo di un Piano B pro-labour”. Naturalmente non è dato sapere quale sia questo programma di democratizzazione dell’Europa, né con quali mezzi lo si potrebbe portare avanti e nemmeno cosa significhi il quadro cooperativo del piano B: direi che si tratti proprio di robaccia di bassissima lega, di parole messe assieme col famoso tubolario e che non spiegano affatto come si possa fare di qualcosa di sinistra senza mettere in discussione la lettera e il senso dei trattati che hanno sottratto democrazia e partecipazione.
Anzi peggio: a voler proprio pensare male sembrerebbe persino un appello al potere perché sia comprensivo nei confronti di un’opposizione così innocua da riproporre tali e quali i propri fallimenti e opponendosi in corpore vili, con la sua sola presenza, alla nascita di opposizione vere, più agguerrite sul piano della prassi e delle idee. Per il resto non ci vuole poi molto a raggranellare qualche voto: basta ormai dimostrare di essere il meno peggio per lucrare sulla disperazione politica di chi non è più in alcun modo rappresentato. Poco importa che uno o anche cento deputati non possano ( e mi pare nemmeno vogliano ) cambiare una virgola della politica di bilancio detenuta di fatto da Bruxelles e dalla Bce; ma sono una o cento poltrone e posizioni nell’immenso sottobosco della politica. Così viene da pensare che Cosmopolitica sia in realtà il piano B di un ambiente che ormai non sa distaccarsi dai propri riti, pruriti e relazioni, senza riuscire a dire nulla né di nuovo, né di ragionevole, recitando il rosario astratto degli antenati che al momento opportuno fanno finta di non conoscere .
Vi prego, ritornate su marte, è lì che fanno Cosmopolitica.