Costa Concordia: il racconto di una naufraga sarda

Creato il 16 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

costa concordia

Della Costa Concordia se ne scriverà e parlerà per tanti giorni, possibilmente per anni e probabilmente resterà uno dei capitoli più tragici della storia del mare italiano, ma c’è anche da dire che nonostante siano tanto le testimonianze dei naufraghi, quell’equipaggio, quelle donne e quegli uomini hanno salvato ben oltre 3000 persone in solo due ore dallo schianto.

Si susseguono però i racconti di chi era in crociera sulla Concordia, i naufraghi. Innanzitutto c’è da sottolineare che Giovanni Masia, l’anziano di porto scuso è morto in attesa dei soccorsi, l’anziano è infatti stato ritrovato con il giubbotto salvagente indosso. Ieri invece ad Elmas è arrivato un altro scaglione di naufraghi così racconta l’Unione Sarda.

Certo ognuno dà la sua versione però ritorna nuovamente la strana visione del contrappeso, al giornalista dell’Unione, Vanda Sirigu, crocerista di 70 anni originaria di Cagliari ha dichiarato: «Eravamo già saliti sulla scialuppa di salvataggio quando ci hanno chiesto di scendere, sostenendo che non c’era pericolo. Dicevano di restare con la schiena appoggiata alla parete, per fare da contrappeso, ma la nave era ormai troppo inclinata».  «Abbiamo subito capito che era successo qualcosa di grave» precisa, tenendo gli occhi spalancati e fissi come se avesse ancora la scena davanti, «sono andata di corsa in camera a prendere un piumino, così ho potuto dare la mia giacchetta ad un’altra passeggera che tremava perché aveva solo un vestitino con le bretelline. Ero angosciata e piangevo, anche perché non trovavo mia sorella ottantenne che era in viaggio con me. Alla fine ci siamo riabbracciate in porto: era finita in un’altra scialuppa».” (Fonte intervista Sirigu: Unione Sarda)


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