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Quanto accaduto in queste ultime ore presso l’Isola del Giglio è ormai di domino pubblico.
Una nave, la Costa Concordia, secondo le dichiarazione del capitano, stava effettuando un passaggio vicino alle coste dell’isola quando per un errore umano o per un problema tecnico, è finita per incagliarsi sugli scogli prospicienti il porticciolo. Disattenzione, superficialità, distrazione, pressapochismo, queste possono essere le cause dell’incidente.
Quello che lascia più colpiti della faccenda, anche se è troppo presto per fare delle ipotesi, è che il Capitano della Costa Crociere sia stato subito messo agli arresti dal procuratore di Grosseto per il pericolo della fuga e dell’inquinamento delle prove.
Inquinamento delle prove? Cioè?
Che vuol dire inquinamento delle prove? Che il comandante potrebbe spostare la nave a mano, oppure manomettere la scatola nera, oppure fare delle modifiche all’impianto elettrico dell’imbarcazione per giustificare l’evento?
Mi pare abbastanza azzardata l’ipotesi della procura ma, nel marasma delle notizie e nella confusione delle varie dichiarazioni, questa è quella più accreditata. Però sorge anche il dubbio che il Capitano potrebbe dichiarare cose che alcuni non vorrebbero che si sapesse e la soluzione di metterlo in gattabuia, è quella migliore per evitare illazioni che potrebbero distogliere l’attenzione su quanto pare ormai invece definito: è passato troppo vicino alle coste del Giglio sottovalutando il pericolo di una manovra incosciente di questo genere. Altra cosa che appare molto singolare è la manca ripresa da vicino dello squarcio della nave e in quelle poche immagini visibili le riprese sono solo per pochi secondi, così come è singolare che lo squarcio è evidente solo da un lato della nave, quello vero il mare aperto e non in quello sulla quale è inclinata.
Qualche minuto prima che avvenisse l’incidente, dal comando russo della Flottiglia del Nord di stanza presso le coste siriane, la nave antisommergibile Admiral Chobanenko che aveva precedentemente abbandonate le acque della Siria per entrare nel mediterraneo aveva intercettato la firma inconfondibile di uno lancio di un siluro della classe Kilo.
Nei minuti successivi alla rilevazione veniva intercettato una chiamata di soccorso proprio dalla zone dell’Isola del Giglio dalla nave Costa Concordia il quale affermava di essere stato attaccato e che era in immediato pericolo di ribaltamento.
Il Telegraph riporta che la cena fu interrotta dal un forte boato attorno alle 8 di sera e una voce dall’altoparlante inizialmente affermava che la nave aveva avuto un problema elettrico, prima ancora di ordinare a tutti i passeggeri di indossare i giubbotti salvagente. Le dichiarazioni successive indicano che la sensazione dei passeggeri è stata quella che la nave avesse colpito qualcosa e che non vi fosse stato un danno all’impianto elettrico.
Dopo la chiamata di soccorso della Nave Costa Concordia al comando della Flotta del Nord (Usa) viene ordinato dal Centro Navale di Signonella (The Hub of the Med) che tutte le comunicazioni via radio dovevano essere effettuate non più in chiaro, ma in codice Nato criptato.
La cosa singolare e molto strana è che i siluri di classe Kilo sono imbarcati solo in alcuni sommergibili attivi nel Mediterraneo e appartengono alla Repubblica Islamica Navale dell’Iran.
Sappiamo che alcuni mesi fa alcuni navi iraniane hanno passato il canale di Suez per alcune esercitazioni pianificate già da tempo e con loro probabilmente anche alcuni sommergibili della stessa classe (vedi Navi da Guerra iraniane in transito sul canale di Suez). Il comandante della forza navale iraniana a giugno dichiarava che il totale delle loro forze sottomarine era di 11 unità in parte nel Golfo dell’Oman, Golfo persico ed altre che avrebbero viaggiato nel Mar Rosso e nel Mediterraneo.
La nebbia fitta però scende sulla fattibilità che vi sia stato un attacco iraniano contro una nave di civili per il fatto che l’Iran ha tutto l’interesse di non innescare alcun motivo di offesa o pretesto per innescare una guerra senza fine. La ipotesi più verosimile, ma non probabili, potrebbe essere la ritorsione contro l’occidente per le stragi compiute dai servizi Usa ed Israeliani contro le basi di nucleari iraniane e ultimamente ammazzando un ingegnere che lavorava presso una di questi impianti. Probabile, dicevo, ma non possibile, poiché creerebbe l’esatto motivo che aspettano Usa ed Israele per lanciare l’attacco ormai pianificato da più di 8 anni.
E’ impensabile che gli organi dei servizi iraniani siano così stupidi e sprovveduti da provocare un incidente che avrebbe conseguenze disastrose per l’occidente, mentre è molto più probabile che, se questa notizia è vera, vi siano degli accordi trasversali tra alcuni delle forze amate iraniane e quelle occidentali (lo stesso è accaduto in Libia, in Egitto ed in Siria, in Tunisia), perché a questo punto della questione, alcuni pezzi delle forze iraniane diventerebbero un cuneo nella compattezza iraniana che porterebbe l’intera regione mediorientale a spaccarsi in tanti piccoli staterelli, perennemente in guerra tra loro, dove però, l’occidente riesce a guadagnare il suo spazio vitale per il controllo energetico e geopolitico.
Nei fatti sappiamo che l’ostilità israeliana nei riguardi dell’Iran, da una parte, è stata tenuta a freno tanto dal Pentagono quanto dalla casa Bianca, anche se negli ultimi tempi le dichiarazioni di Obama nei riguardi dei vertici iraniani lasciano intendere che se l’Iran provvederà a chiudere lo Stretto di Hormuz gli Usa interverranno militarmente. Ma allo stesso tempo, per non increspare le acque e per non seminare il panico mondiale, Obama, Panetta e alti ufficiali del Pentagono avevano avvertito i vertici israeliani che un attacco all’Iran sarebbe catastrofico, indicando però di essere pronti e di aver pianificato l’appoggio per un attacco israeliano all’Iran e a tal proposito si veda quanto scritto (A Pasqua col cannone) circa il dispiegamento di alcune migliaia di soldati americani per una esercitazione congiunta con Israele che dovrebbe tenersi tra poco.
La questione iraniana e la spinta ad attaccare l’Iran è quindi sempre più evidente, vuoi creando dei falsi attentati, vuoi anche per il fatto che la Nigeria, uno dei maggiori fornitori di petroli per gli usa, a causa della ormai iniziata guerra civile, interromperanno la produzione del greggio destinato alle coste americane. In una nota Putin avverte che l’escalation delle attività criminali e terroristiche create da Israele contro l’Iran stanno spingendo “inconsapevolmente” gli Usa in una guerra senza ritorno e ogni minaccia contro l’Iran è una minaccia contro la Russia che se dovrà intervenire lo farà anche militarmente. A questa si aggiunga anche la risposta della Cina agli Usa ed a Israele pronta a muove la sua flotta e le sue truppe per difendere non solo i suoi interessi economici energetici, ma il dilagare della violenza Usa in tutto i medioriente.