«Basta dire bugie. Non è vero che gli inchini fatti in precedenza erano autorizzati e quello fatto dal comandante Schettino il 13 gennaio 2012 non lo era. La Costa ha dichiarato che i precedenti passaggi ravvicinati erano concordati con le autorità marittime e invece non è vero, come dimostrano i documenti». Lo afferma il difensore di Francesco Schettino, avvocato Francesco Pepe, polemizzando con il legale di Costa Crociere, Maurizio De Luca, il quale ieri ha affermato che la nave Costa Concordia «ha compiuto il 14 agosto 2011 un unico inchino presso il Giglio, autorizzato dall’autorità marittima competente». Secondo la difesa di Schettino «è invece documentato che la nave Costa Concordia non ha ricevuto in tale occasione nessuna autorizzazione, come potrà essere facilmente accertato interpellando la Capitaneria» di Porto Santo Stefano. L’avvocato Pepe ha anche voluto precisare che «il passaggio ravvicinato del 2011 al Giglio, come riscontrabile, è avvenuto ad una velocità di circa 14 nodi, e non di 6 nodi come affermato dall’avvocato De Luca. E al comando della nave non c’era Schettino».
Secondo documenti rintracciati dalla difesa di Schettino, la capitaneria di porto di Porto Santo Stefano non ha mai autorizzato il passaggio ravvicinato del 2011 della Costa Concordia, né ci furono contatti tra il comandante della nave, che non era Schettino, o la Costa spa con l’autorità marittima. «Però quell’inchino non autorizzato risulta che venne fatto – ha anche detto il difensore Pepe – Non va bene che il legale di Costa spa tenda a giustificare quel passaggio solo perché al comando non c’era Schettino».
Fonte: Shippingonline