Tragedia nel mar Tirreno, la Costa Concordia è affondata portando con certezza almeno 3 morti, ma c’è chi dice 6, 14 feriti e un mare di dispersi. L’incidente come è noto è avvenuto probabilmente a causa di una secca fatto sta che il comandante è riuscito ad arrivare sino all’Isola del Giglio. Grazie alla perizia magistrale del comandante si sono potute escludere ulteriori vittime. Sulla nave da Crocere superlusso, riporta l’Unione Sarda erano imbarcati anche 3 isolani: Silvana Caddeo, Ignazio Deidda e Mirella Corda erano partiti mercoledì da Cagliari.L’Unione Sarda riporta le dichiarazioni dei 3 sardi in salvo: racconta il giornale che ieri, al momento dell’impatto quasi tutti i passeggeri erano a cena nel principale della nave quando, alle 21,40, hanno sentito un colpo fortissimo. “Subito dopo l’impatto dagli altoparlanti ci hanno detto che era un guasto elettrico per tranquillizzarci – raccontano – ma la gente urlava, i bambini piangevano e sono andate via tutte le luci. E’ stato un incubo”. I passeggeri raccontano che si è capito immediatamente che la situazione era grave tanto che la nave si è immediatamente inclinata da un lato e, dopo circa mezz’ora, dall’altro. Secondo i passeggeri alcune persone si sarebbero anche buttate in mare. “Abbiamo visto due ragazzi che si sono buttati in acqua – dice Silvana Caddeo – non so se li hanno ripescati. E anche alcune scialuppe l’equipaggio non è riuscito a calarle in mare perché la nave era troppo inclinata”. Mentre iniziano a piovere le testimonianze dei passeggeri e si continua a lavorare ai soccorsi i medici rivelano le cause del decesso di tre persone imbarcate sulla Concordia: morte per annegamento. I cadaveri si trovano ora nell’obitorio dell’ospedale di Orbetello. Sulle salme sono in corso accertamenti medico legali. Molti passeggeri si sono gettati in mare dopo l’incidente per salvarsi.
Al momento, secondo quanto appreso, sono state sbarcate a Porto Santo Stefano (provenienti dall’Isola del Giglio) circa 1.300 delle 4.229 persone (equipaggio compreso) che si trovavano a bordo della Costa Concordia. Sbarcano persone con principi di assideramento, feriti con traumi e arti fratturati, cardiopatici e persone sedate per attacchi di panico. Sono state sbarcate anche le prime tre salme. Il porto di Santo Stefano è stato completamente isolato per favorire il flusso di decine di ambulanze che ricevono dai traghetti i turisti evacuati dal Giglio (12 miglia nautiche da Porto Santo Stefano, tre quarti d’ora di nave). Le persone sbarcate vengono accompagnate in pullman presso alberghi della Toscana e del Lazio, dopo essere state identificate e sottoposte a controlli medici in un’area filtro allestita sul posto dalla Protezione civile. A tutti sono state fornite coperte. Sono state aperte le scuole del paese e le mense per dare ristoro ai naufraghi. I traghetti ripartono con personale dell’esercito e volontari che vanno al Giglio a potenziare ancora i soccorsi. (Unione Sarda online)