Costa d'Avorio/ Stop all'embargo sui medicinali

Creato il 05 aprile 2011 da Marianna06

Il rispetto della vita, il diritto alla salute, sono espressioni quasi senza senso per le strade e nei villaggi ivoriani,dove si continua a morire, nonostante i numerosi inviti ,anche da parte della comunità internazionale, a cessare la guerra civile tra fautori dell'ex-presidente Gbagbo,sconfitto ma ostinato a non lasciare il potere e quelli del nuovo eletto Ouattara, che finora non è riuscito affatto a far valere la sua rendita di posizione del dopo-elezioni.

La cosa più grave per il Paese, la Costa d'Avorio, è però al momento l'embargo sui medicinali, messo in atto dall' Unione Europea.

Ciò significa impossibilità di reperire farmaci, che divengono indispensabili per salvare la vita di un "qualcuno", specie in talune circostanze particolarmente drammatiche, quando il tempo delle decisioni è terribilmente risicato.

Ecco allora che l'arcivescovo di Abidjan, mons. Jean-Pierre Kutwa, ha fatto sentire la sua voce condannando aspramente il provvedimento adottato dall'Unione  Europea contro la Costa d'Avorio, che poi, nei fatti, diviene un provvedimento contro gli ivoriani.

Specie gli ivoriani poveri, che non hanno altre  furbe scappatoie per procurarsi i medicinali.

Naturalmente l'arcivescovo ha annche rivolto, nell'occasione , un appello ai due leader politici nella speranza che cessino le contrapposizioni e quindi le ostilità tra fazioni nemiche.

Entrambi gli appelli però, è quasi scontato, che difficilmente saranno accolti ed ascoltati nelle sedi deputate.

La democrazia in Africa,il rispetto dei diritti umani, compreso quello alla vita e alla salute,fondamentali in ogni società civile, sono tutte conquiste per le quali la lotta in vista dell'obiettivo finale va continuata certo, e da più parti, con grande impegno ma il cui raggiungimento, al momento, è purtroppo ancora troppo lontano.

Eppure la Costa d'Avorio, non molto lontano nel tempo, dopo anni passati difficilissimi, anni di guerra,  di fame vera,di malattie, di morte, ne avrebbe tutto il diritto.

  A cura di Marianna Micheluzzi  (Ukundimana)

 


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