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Costantino Carrozza: una Vita per il Teatro

Creato il 16 marzo 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il marzo 16, 2012 | TEATRO | Autore: Marina Alario

Costantino Carrozza: una Vita per il TeatroSi è svolto al Teatro Valentino di Catania lo spettacolo “Il medico per forza” di Molière. Una rappresentazione, nonostante la povertà di mezzi, divertente ed appassionante. La regia è stata curata da Costantino Carrozza, anche protagonista della pièce. L’attore ha debuttato nel 1965 al Piccolo Teatro di Milano. Vanta un curriculum di tutto rispetto, che comprende teatro, cinema e televisione. Ha lavorato con registi importanti come Tornatore ed ha partecipato a fiction di grande successo (Squadra antimafia e Il commissario Montalbano). Dopo lo spettacolo ha concesso una breve intervista.

Ci racconti dei suoi primissimi spettacoli

«I miei genitori sono catanesi, io da piccolo ho iniziato a recitare in questa città. Ricordo che a sedici anni andavo all’oratorio di San Cristoforo dove c’era un prete che allestiva delle opere. Molti anni dopo l’ho rincontrato e mi ha chiesto se potevo fare degli spettacoli nella sua parrocchia».

Al momento di cosa si occupa?

«Dal 1995 ho preso in gestione il Teatro Valentino, che esisteva fin dal 1960, ed ho istituito la mia compagnia: Quarta Parete. Dal ’97 ho fondato anche una scuola di recitazione per i giovani talenti».

Si ricorda dei suoi esordi?

«Ho debuttato al Piccolo Teatro di Milano, poi, per molti anni, ho girato per l’Italia. Sono sempre stato in movimento: al nord a Milano, Bologna, Torino, ed in particolare al centro-sud. Alla fine ho deciso di stabilirmi a Catania».

Come mai ha deciso di fermarsi?

«Volevo essere l’imprenditore di me stesso, non volevo più fare decidere gli altri, così mi sono rimboccato le maniche, cercando di trovare degli spazi qui. Ora, da molti anni, gestisco questo teatro e a parte la televisione o il cinema non recito più in altri posti».

Costantino Carrozza: una Vita per il Teatro

Quali sono i suoi autori preferiti?

«Sicuramente tutti i classici, in particolare Pirandello, Cechov, Shakespeare, Molière e tra i moderni ammiro le opere di Sartre».

Cosa preferisce il teatro, il cinema o la televisione?

«Il teatro, perché ti permette di avere un contatto diretto con il pubblico».

Chi considera il suo maestro?

«Il mio maestro è Giorgio Strehler, il fondatore del Piccolo Teatro di Milano. Sono stati importanti per me anche Paolo Grassi e Virginio Puecher, anche loro legati al Piccolo».

Ha mai recitato in dialetto siciliano?

«No, non è un campo che mi interessa».

Si smette mai di essere attori?

«Gli attori non vanno mai in pensione, io in teoria sarei in pensione, ma fino a quando potrò, non smetterò mai di recitare».

Costantino Carrozza: una Vita per il Teatro

Qual è la cosa più brutta di fare teatro?

«La disorganizzazione e la mancanza di una legge nazionale per il teatro».

E la cosa più bella?

«Banalmente, il successo che ti dà soddisfazione e il rapporto diretto con il pubblico, per questo motivo è molto più gratificante fare teatro rispetto al cinema».

Tra i giovani, vede qualche attore di che farà strada?

«Non vedo nessuno. A livello televisivo, ci sono molti attori che recitano nelle fiction, ma non è detto che il successo duri nel tempo».

Conviene cominciare con il teatro?

«È basilare fare teatro per recitare bene anche in televisione. Il teatro è una palestra formidabile che si può sempre sviluppare. In televisione ci sono dei periodi in cui si è costretti a non fare niente».

Cosa deve avere un giovane attore per ottenere successo?

«Oltre al talento, la prima cosa, deve avere tanta pazienza e studiare molto».



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