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• Determinare i risultati economici consuntivi di periodo, con particolare riferimento ai costi dei prodotti realizzati e/o dei servizi forniti, il costo dei processi produttivi posti in essere, delle attività svolte, il costo delle unità organizzative, il costo dei centri di responsabilità.
• Fornire, dai dati di cui sopra, importanti informazioni per le decisioni e per l’elaborazione del “Budget” e dei “Piani di Forecast”.
• Consentire la valutazione degli “scostamenti” fra i costi effettivamente sostenuti e i costi obiettivo, ossia gli standard emergenti da programmi o dal budget, al fine di identificarne le cause e decidere eventuali azioni correttive per migliorare i risultati economici futuri.
La base contabile per l’implementazione della contabilità analitica deriva dalla contabilità generale, nella quale i costi e i ricavi sono classificati secondo la loro natura (ad esempio: acquisti di materie prime, salari, stipendi, ammortamenti, ecc.).
In contabilità analitica, invece, essi vengono classificati secondo la destinazione o secondo l’oggetto di riferimento (ad esempio: la produzione di un determinato articolo, lo svolgimento di un particolare processo o di un’operazione, l’impiego dell’attività di un reparto, ecc.).
Inoltre non vi è sempre completa coincidenza fra i costi rilevati nelle due contabilità, infatti la contabilità analitica esclude taluni costi che, invece, fanno parte della contabilità generale.
I costi di natura straordinaria nella contabilità analitica
Si possono qui richiamare i costi di natura straordinaria, quali le sopravvenienze passive, le minusvalenze, le svalutazioni, gli ammortamenti anticipati, ecc. Questa tipologia di costi, se considerata tra quelle ordinarie, condurrebbe ad un risultato spurio, in quanto espressione di situazioni particolari, che non sono in relazione con l’attività ordinaria dell’impresa.
I costi figurativi nella contabilità analitica
All’opposto, in contabilità analitica si devono riportare anche alcune categorie di costi non rilevati in contabilità generale. Nello specifico può essere necessario calcolare alcuni elementi di costo detti “figurativi”, in quanto non realmente sostenuti a livello economico e finanziario, ma comunque rilevanti ai fini del risultato. Tali sono l’”interesse di computo” ed il “salario direzionale”. Il primo esprime il costo che l’impresa avrebbe dovuto sostenere se, non disponendo di mezzi propri, avesse fatto ricorso a debiti finanziari onerosi di pari importo. Il secondo è riferibile al costo che l’impresa sosterrebbe se l’attività direzionale, anziché svolta dal proprietario, venisse esercitata da un manager retribuito.”
Le 4 fasi per la determinazione del costo pieno di prodotto
Secondo Maurizio Nizzola, autore dell'ebook "Sistemi avanzati di contabilità analitica", Le fasi di determinazione del “costo pieno” di produzione o di prodotto con riferimento ad un sistema di contabilità analitica per centri di costo sono le seguenti:
1. Individuazione dei “centri di costo/responsabilità”, ossia la suddivisione dell’attività aziendale in aree omogenee (uffici, reparti, centri, ecc.) denominate “centri di costo” o “di ricavo”.
2. Localizzazione dei costi, quale operazione immediatamente successiva alla creazione dei centri di costo, consiste nell’assegnazione dei costi specifici in ciascuno di essi, in relazione all’attività svolta
3. Ribaltamento dei centri indiretti e ausiliari sui centri diretti, operazione che consiste nell’attribuzione pro-quota a ciascun centro diretto o produttivo, dei costi dei centri ausiliari e indiretti, in modo da ottenere per ciascun centro diretto un livello più avanzato di costi: i costi complessivi.
4. Ripartizione dei costi, in quest’ultimo stadio si potrà procedere all’ultima fase e, cioè, all’imputazione finale dei costi complessivi dei centri diretti agli oggetti assunti a base delle determinazioni dei costi.
Activity based costing e contabilità direzionale
Il sistema contabile denominato “Activity Based Costing” (ABC), ovvero determinazione dei costi basata sulle “attività”, costituisce, nell’attuale ambiente produttivo, uno dei più noti tentativi di soluzione dei problemi appena accennati, cercando di rendere più attendibile il calcolo del costo di prodotto attraverso metodologie innovative .
L’approccio “Activity-Based” poggia sul concetto di “catena del valore” sviluppato da M. Porter, che supera la tradizionale visione gerarchico-funzionale della realtà aziendale.
Proponendone invece una lettura trasversale, incentrata sull’individuazione dei “processi” e delle “attività” in cui si estrinseca di fatto la complessa gestione aziendale.
Driving: il tool per confrontare un'analisi per centri di costo con quella per attività
Il tool Driving allegato all'ebook "Sistemi avanzati di contabilità analitica", vi permetterà di impostare passo passo un'analisi per centri di costo e una per attività. In questo modo, al termine dell'applicazione pratica avrete la possibilità di ottenere un reporting finalizzato ad evidenziare attraverso un'analisi comparativa, le varianze tra le due metodologie.
Un tool decisamente inovativo che consente di avere un confronto tra diverse metodologie amentando la vostra sensibilità in ambito di monitoraggio di costi di prodotto e di servizio.
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